Intervista Esclusiva tuttoreggina.com a Daniele Garbo, giornalista Mediaset:"Reggina, ci vuole tranquillità e continuità"

Con il bravo giornalista sportivo Mediaset abbiamo parlato di serie B, di Reggina, del "suo" Padova, ma anche della finale di Fed Cup di tennis che si disputerà a Reggio il 7 e l'8 novembre
30.10.2009 10:30 di  Giovanni Cimino   vedi letture
Intervista Esclusiva tuttoreggina.com a Daniele Garbo, giornalista Mediaset:"Reggina, ci vuole tranquillità e continuità"

Tuttoreggina.com ha sentito in esclusiva il giornalista Mediaset Daniele Garbo. Daniele ha iniziato la  carriera nella sua città natale, Padova e l'ha proseguita occupandosi di tennis. dirigendo due importanti riviste del settore, “Tennis” (edito dalla Federazione Italiana Tennis) e “Match Ball”. Dal 1988 lavora nella redazione romana di Mediaset. Gli abbiamo posto alcune domande sulla serie B, sulla Reggina, sul calcio in generale e su uno dei suoi grandi amori, il tennis. Ecco il testo integrale dell'intervista:

1)Come giudichi il livello della serie B? Campionato di basso livello oppure una vera anticamera della massima divisione?

Penso che il livello della serie B sia proporzionato a quello della serie A. Mi spiego: con lo sciagurato passaggio alle 20 squadre per il massimo campionato e alle 22 squadre per quello cadetto si è abbassato nettamente il livello tecnico dei due campionati. Un livellamento in basso, quindi, che chi, come me, frequenta da anni gli stadi, tocca con mano ogni domenica.

2)Potranno resistere fino alla fine le squadre di testa, le sorprese Ancona, Frosinone e Cesena?

La serie B è lunghissima e durissima. Già in passato abbiamo assistito a clamorosi crolli e ad altrettanto clamorosi recuperi. Credo che indicazioni più attendibili si avranno verso febbraio-marzo. Ma siccome ogni anno c'è almeno una sorpresa, penso che alla fine qualcuna di queste squadre sarà protagonista del play off e magari sarà promossa in serie A.

3)L'ottimo inizio del Padova è una conferma del buon lavoro fatto in estate, oppure è un vero e proprio fulmine a ciel sereno?

Come padovano sono felice, ma non sorpreso dall'inizio dei biancoscudati di Sabatini. Credo sia il frutto dell'eccellente lavoro della dirigenza in sede di mercato estivo. Hanno costruito una squadra solida, in cui un centrocampista come Italiano è un autentico lusso, uno che in B fa la differenza. Ma penso anche che per tentare il doppio salto manchi un attaccante di peso, un centravanti in grado di segnare 15 gol. E infatti il Padova soffre soprattutto in casa contro le squadre chiuse (Piacenza, Gallipoli, Triestina)

4)Reggina, la grande delusione della stagione. A cosa imputi una partenza così stentata?

La Reggina paga a mio avviso il contraccolpo psicologico della retrocessione dopo tanti anni di serie A. Forse la squadra andava rinnovata profondamente per far ritrovare nuovi stimoli a qualche giocatore. E probabilmente è stata anche sopravvalutata.

5)Novellino ha dichiarato, in una delle sue ultime gare sulla panchina amaranto, che per lui è un periodo sfortunato: è davvero sfortuna la sua oppure secondo il tuo punto di vista c'è dell'altro?

Pensavo Novellino potesse l'uomo giusto al posto giusto, visto che è specializzato in promozioni. Forse ha avuto problemi con l'ambiente o più semplicemente l'organico non era all'altezza della situazione. Ma le mie sono osservazioni di una persona che vive a Roma, e quindi possono essere sbagliate.

6)Quali saranno, secondo te, i fattori fondamentali per la risalita in classifica della Reggina?

In serie B è fondamentale la continuità. Ma prima bisogna ritrovare tranquillità. Senza porsi l'obiettivo della promozione che ora come ora appare lontanissimo. Vivere alla giornata, lavorare sodo e dare sempre il massimo. Una ricetta che sembra facile, mentre invece non lo è.

7)Qual'è il futuro di questa serie B, in un quadro dominato da crisi economica e austerity a tutto spiano?

Il futuro, a mio avviso, sarà sempre più orientato nell'ottica della valorizzazione dei nostri vivai, per troppo tempo sottovalutati. La serie B è un campionato importante in cui c'è spazio per società serie, che senza perdere d'occhio l'equilibrio del bilancio possono costruire squadre in grado di ben figurare anche in serie A. Basta pensare alle neo promosse Parma e Bari.

8)Sei d'accordo con le ultime affermazioni di Capello sul calcio italiano?

Purtroppo sono d'accordo con Capello. Lo sono perché frequento gli stadi italiani, ma conosco molto bene anche quelli inglesi. E tocco con mano la differenza di atmosfera che c'è nel calcio inglese rispetto al nostro. Lì stavano molto peggio di noi, gli hooligans erano molto peggio dei nostri ultrà. Li hanno stroncati con legge severe che vengono fatte rispettare. Tutto il contrario di quanto avviene da noi. E negli stadi inglesi sono tornate le famiglie, i bambini, la gioia di assistere a questo meraviglioso spettacolo che è il calcio.Ma in Inghilterra hanno potuto risolvere il problema anche perché hanno gli stadi di proprietà. Una realtà per noi ancora lontanissima.

9)Inevitabile la domanda sul tennis, tu che racconti con tanta passione e competenza questo sport. Domenica prossima, proprio a Reggio Calabria, le azzurre affronteranno gli Stati Uniti di Serena Williams, nella finale di Fed Cup: quante possibilità hanno Pennetta e compagne di conquistare il terzo trionfo nella manifestazione?

Lo nostre ragazze del tennis sono straordinarie. Credo che abbiamo buone possibilità di conquistare la seconda Federation Cup della nostra storia. Gli Stati Uniti non sono imbattibili, Serena Williams è la numero uno del mondo, ma sulla terra battuta nel caldo ambiente di Reggio Calabria può perdere sia con la Schiavone sia con la Pennetta. Però bisogna esprimersi al meglio. E queste fantastiche ragazze quanto a spirito di squadra sono già campionesse del mondo.

10)Pennetta, Schiavone, Vinci e Errani da una parte, Serena, Oudin, Glatch e Huber: siamo favoriti?

Volete le percentuali ? Allora diciamo 55% Italia e 45% Usa.

11) Si è detto tanto e si è ipotizzato ancora di più: ma perchè il tennis al maschile è in una crisi quasi irreversibile di risultati?

Paghiamo purtroppo gli errori di programmazione commessi molti anni fa, alla fine degli anni '70, quando una dirigenza federale sciagurata e impegnata a combattere le proprie faide interne, non riuscì a sfruttare il traino straordinario di una Coppa Davis vinta nel '76 e di altre tre finali disputate nel '77, '79 e '80. Oggi è tutto più difficile e magari non siamo neppure fortunati, perché uno come Federer poteva nascere a Torino, anziché a Basilea e a quest'ora saremmo qui a raccontare un'altra storia. Perché i fuoriclasse del suo stampo sono un regalo del Padreterno, non certo di una scuola.