REGGINA: COMINCIA LA LUNGA ATTESA IN UN SISTEMA CALCIO SEMPRE PIÙ IMBARAZZANTE, LA SITUAZIONE

Con la tredicesima, ultima e decisiva vittoria consecutiva, e conseguente vittoria dell’unica edizione esistente in Italia (e forse nel mondo) di un play off che non mette in palio nulla di concreto se non l’accesso ad un’altra procedura con prospettive assolutamente incerte e senza alcuna garanzia, si conclude la stagione agonistica degli amaranto il cui esito, al di là di ogni altra considerazione legata alle emozioni vissute in campo, potrà essere giudicato, come già ricordato a lungo, sulla base del campionato che si riuscirà a disputare il prossimo anno.
Adesso la palla passa ad altri, con l’unica incombenza per la società di Via delle Industrie di tenersi pronta per effettuare tutti gli atti richiesti, compresi quelli economici, per eventuali possibilità di ripescaggio, anche se al riguardo la proprietà amaranto ha più volte ribadito di essere sul pezzo, compreso il dopo partita di ieri pomeriggio, in un contesto che nelle ultime ore è riuscito ancora una volta a dare il peggio di sé, riuscendo sempre a stupire tutti, purtroppo in negativo. Cerchiamo di riassumere gli ultimi, imbarazzanti avvenimenti delle ultime ore.
Martedì’ sera, dopo un inutile 0-0 conseguito a Castellammare di Stabia, la Sampdoria retrocede inopinatamente in serie C per la prima volta nella sua storia, aprendo un grosso punto interrogativo sulla tenuta di una società gravata da ingentissimi debiti e con un piano di rientro destinato a diventare carta straccia per una serie di garanzie, legate al rendimento sportivo, andate in fumo: non più tardi di qualche ora dopo, il presidente federale si produce in un endorsement accorato a favore dei blucerchiati, parlando di “ferita ai valori del nostro sport” ed augurando una pronta risalita, il che non sarebbe nulla di male ove lo avesse fatto anche nei confronti delle altre due retrocesse, come l’imparzialità legata al suo ruolo imporrebbe.
Domenica, solo poche ore prima della disputa della finale play off, giunge l’incredibile notizia della probabile penalizzazione del Brescia, causa il mancato pagamento dei contributi fiscali e previdenziali relativi alla scadenza di febbraio, con conseguente retrocessione immediata delle rondinelle e, a cascata, rinvio sine die del play out tra Salernitana e Frosinone che si sarebbe dovuto disputare stasera, e che dovrebbe essere rimodulato tra i campani e la stessa Samp, e con i ciociari che beneficerebbero di una salvezza immediata.
La penalizzazione ai lombardi sarebbe dovuta a seguito di una verifica richiesta dalla Covisoc all’Agenzia delle Entrate sulla fondatezza degli F24 utilizzati per il pagamento delle imposte, con risposta giunta dopo oltre tre mesi e che attesterebbe l’inesistenza dei crediti fiscali ceduti dalla società lombarda ad una società privata ed utilizzati per ottemperare alle scadenze federali; società che ha immediatamente denunciato una fantomatica truffa subita, dichiarandosi parte lesa nella vicenda: posto che la cessione dei crediti è una pratica assolutamente legale e largamente utilizzata da aziende e da privati (esempio tipico era lo sconto in fattura immediato, monetizzando i benefici fiscali derivanti dai vari bonus nelle ristrutturazioni edilizie), appare tuttavia inverosimile che un’azienda blasonata possa essere raggirata così ingenuamente, oltretutto a fronte di un sistema sottoposto a controlli molto severi ed approfonditi.
Quasi contemporaneamente alla notizia diffusa dalla Gazzetta dello Sport, a sorpresa il Trapani si produce in una difesa sperticata dei colleghi bresciani denunciando di aver subito lo stesso trattamento fraudolento dalla medesima società, e di fatto autodenunciandosi attraverso una excusatio non petita nonostante non risultino, almeno pubblicamente, richieste di deferimento nei confronti dei siciliani. O almeno non ancora.
Nel frattempo una furiosa Salernitana fa sapere di voler impugnare la sospensione dello spareggio promozione, minacciando addirittura di presentarsi ugualmente all’Arechi in data ed orario programmati, lamentando una difformità di trattamento che si fonda su un precedente analogo del 2019 riguardante un altro play out tra gli stessi granata ed Il Venezia, regolarmente disputatosi nonostante il deferimento in essere nei confronti del Palermo, la cui successiva estromissione dal campionato causò la salvezza dei lagunari, precedentemente sconfitti dopo il doppio confronto in post season.
Dunque un caos senza fine, paragonabile forse a ciò che successe oltre venti anni fa con il cosiddetto “Caso Catania”, quando cioè per la prima volta la giustizia amministrativa entrò a gamba tesa negli affari del calcio approfittando di un evidente vuoto normativo, e che condusse ad una salomonica decisione, su input addirittura del Consiglio dei Ministri, di una serie B a 24 squadre, con blocco delle retrocessioni ed un gentile omaggio alla Fiorentina, che aveva appena vinto la propria C2 nelle vesti di Florentia Viola e si ritrovava improvvisamente di nuovo in serie cadetta per imprecisati “meriti sportivi” mai specificati nei regolamenti: non a caso, in questi minuti qualcuno sta pensando di proporre persino analoga soluzione da adottare ai giorni nostri, per un vergognoso colpo di spugna che farebbe inorridire lo stesso re Salomone finendo per giustificare, per non dire legalizzare, manovre improprie volte unicamente ad aggirare la normativa e le scadenze.
Prepariamoci dunque ad assistere all’ennesima estate bollente del calcio italiano, sempre più violentato e deriso da una governance che in qualsiasi altro posto nel mondo sarebbe già stata commissariata con disonore e che invece è stata recentemente confermata con acclamazione: in tutto questo, la Reggina aspetta di conoscere il proprio destino, con la memoria di tutti noi a quanto successe due anni or sono e sempre più convinti di aver ricoperto un ruolo da capro espiatorio di un sistema che voleva apparire puro a discapito dei deboli, e si riscopre ancora una volta inadeguato sotto le pressioni del dio denaro.