Retrocessione Samp in C, Ziliani attacca ancora: "FIGC nel fango, parole Gravina vergognose, con Chievo e Reggina usato pugno di ferro"

14.05.2025 14:45 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
Retrocessione Samp in C, Ziliani attacca ancora: "FIGC nel fango, parole Gravina vergognose, con Chievo e Reggina usato pugno di ferro"
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Nuovo intervento infuoco del giornalista Paolo Ziliani, che commenta così su X la retrocessione della Sampdoria in serie C, attaccando pesantemente la FIGC, notando una disparità di trattamento con i casi Chievo Verona e Reggina:

La retrocessione della Samp in Serie C trascina nel fango la FIGC: che due estati fa l'aveva ammessa alla B sulla fiducia che sarebbe andata in A e ci sarebbe rimasta.  Era questo il presupposto-base del piano di ristrutturazione dei debiti, concordato in Tribunale, che aveva consentito al club di evitare il fallimento (oggi di nuovo incombente). La Samp era il classico morto che cammina ma la FIGC in ossequio al suo blasone aveva fatto finta di niente. Un ennesimo scandalo di cui avevo scritto, inutilmente, ai tempi.

La notizia di oggi è che la Sampdoria, che nel corso della stagione conclusasi ieri ha inutilmente cambiato quattro allenatori (Pirlo, Sottil, Semplici ed Evani), per la prima volta nella sua storia è retrocessa in Serie C. Una retrocessione diretta avvenuta ieri dopo lo 0-0 sul campo della Juve Stabia che ha consentito alla Salernitana, vincitrice per 2-0 a Cittadella, di scavalcare la Samp lasciandola al terzultimo posto della classifica. È svanita così anche la possibilità di mantenere il posto in Serie B andando a giocare lo spareggio tra la quartultima e la quintultima: lo faranno il Frosinone e la Salernitana, mentre la Samp seguirà il Cittadella e il Cosenza in Serie C. Quale sarà il futuro del club blucerchiato, finito peraltro per il 58% nelle mani di “Kick Off Ventures” - società di proprietà dell’azienda di scommesse “Fun88” con base a Singapore (!) - senza che in Federazione nessuno abbia detto niente, nessuno lo sa.

Di certo appaiono grottesche, per non dire vergognose, le parole pronunciate dal presidente FIGC Gravina a commento della retrocessione del club: “È una perdita incredibile per il calcio di Serie A e B, una perdita che apre una ferita nel racconto dei valori del nostro sport. Ma le leggi del calcio sono queste, non sempre è tutto scontato. Dispiace ma siamo convinti che una società così blasonata avrà modo di poter risalire in tempi molto rapidi”.

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Due estati fa la Samp, passata dalle mani di Ferrero a quelle di Manfredi e Radrizzani, evitò il fallimento grazie a un piano di ristrutturazione dei debiti che prevedeva come condizione obbligatoria la promozione in Serie A al termine della stagione 2023-24 e la salvezza in Serie A al termine della stagione successiva, cioè quella appena conclusa. Ebbene, non solo la Samp non ha mai fatto ritorno in Serie A ma è addirittura precipitata in C: il tutto sotto lo sguardo indifferente della FIGC che per situazioni assai meno drammatiche non esitò, ai tempi del Chievo e della Reggina, a muoversi con il pugno di ferro cancellando il club veneto dalla faccia del calcio italiano e costringendo il club calabrese a ripartire dai dilettanti in Serie D.

La retrocessione della Sampdoria in C è un fatto non solo sportivamente doloroso, ma per quanto attiene al modus operandi della Federazione è eticamente scandaloso. La FIGC ha tenuto in vita un morto che camminava solamente per ossequio nei confronti del suo glorioso blasone (a Gravina piace definirlo brand); e alla fine è finita come doveva finire.