LA SAMPDORIA IN SERIE C: L’ACCORDO DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI, LE DIFFERENZE CON IL CASO REGGINA ED I POSSIBILI SCENARI

In attesa dell’atto conclusivo del campionato di serie D, ed ancora turbati dalla surreale decisione del giudice sportivo di far disputare la finale play off a porte chiuse a fronte di motivazioni, per quanto ci riguarda, risibili, si è conclusa ieri sera la stagione regolare di serie B, di cui l’evento più significativo ed eclatante è certamente rappresentato dalla retrocessione in C della Sampdoria.
Andando oltre le scontate considerazioni sul blasone dei blucerchiati, mai caduti nella terza serie e con all’attivo uno scudetto, una coppa delle coppe e svariati trofei nazionali, le vicende societarie della squadra ligure entrarono nell’interesse dei tifosi reggini esattamente due anni or sono, in quanto insieme agli amaranto furono protagonisti dei primi tentativi, nell’ambito del calcio italiano, di usufruire degli accordi di ristrutturazione del debito per ripianare le ingenti perdite accumulati a seguito di gestioni tutt’altro che virtuose, ed il cui esito fu, come sappiamo bene, diametralmente opposto.
La Reggina, a fronte di debiti che ammontavano a circa 22 milioni di euro, ottenne l’omologazione dell’accordo dal tribunale ma, come sappiamo amaramente, non ottenne la licenza nazionale per l’iscrizione al campionato sostanzialmente per due motivi: l’incredibile e scellerata decisione, ancora oggi incomprensibile da parte dell’allora proprietario, di non ottemperare al pagamento degli ormai famosi 757 mila euro all’erario entro le scadenze federali previste, nonché la non definitività del provvedimento di omologa a causa del mancato accordo con almeno il 60% dei creditori (nello specifico Agenzia delle Entrate, Inps ed Inail) riguardo la percentuale del debito da stralciare, che causarono un ricorso giudiziale da parte degli stessi.
La Samp, gravata di una massa debitoria ben più consistente che superava i 150 milioni di euro, di cui un terzo nei confronti dell’erario, riuscì invece a trovare un’intesa con più del 75% dei creditori rendendo la successiva omologa non soggetta a gravame, ottenendo inoltre una “generosa” rateizzazione degli importi da restituire che arrivava persino al 2043, e dunque ottenendo senza problemi l’iscrizione alla serie cadetta 2023/24, dopo essere stata retrocessa dalla serie A, cioè la stessa stagione in cui gli amaranto, nonostante un play off disputato, furono costretti a ripartire dai dilettanti.
L’accordo di ristrutturazione dei blucerchiati prevedeva, come garanzia a supporto della sostenibilità del piano da approvare ai sensi dell’art. 57 Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, il verificarsi di due scenari: il principale, denominato base case, prefigurava la promozione in serie A per la stagione 2024/25 e la successiva permanenza, con relativi benefit legati a contributi federali, diritti TV, plusvalenze derivanti da compravendite dei calciatori, sponsorizzazioni ecc., ma anche uno secondario, chiamato sensivity scenario, fondato sulla permanenza dei liguri in serie B per una ulteriore stagione, ma che avrebbe dovuto sfociare nella vittoria del campionato appena concluso e dunque l’approdo in massima serie per la stagione 2025/26.
Inutile dire, ovviamente, che entrambi gli scenari sono stati sgretolati dalle vicende agonistiche di queste ore, per cui appare naturale e conseguenziale domandarsi quali conseguenze potrebbero derivare da questa nuova e non contemplata situazione, soprattutto dal punto di vista della validità dell’omologa ricevuta e, non ce ne voglia nessuno, dai risvolti che potrebbero riguardare i potenziali ripescaggi per la prossima stagione.
Salta l’accordo di ristrutturazione? La risposta in questa prima fase è no, o almeno non direttamente: certamente però sarà impossibile non tenere conto delle nuove circostanze, che vanno a modificare, sostanzialmente e strutturalmente, il piano in essere, e che dunque avrà necessità di essere modificato o addirittura interamente rivisto, sino a dover ottenere il rinnovo dell'attestazione da parte del professionista indipendente che ha redatto il piano originale, nonchè giungere ad una nuova pronuncia da parte degli organi giudiziari, attraverso modifiche che potrebbero riguardare, ad esempio, la riduzione dei costi, la rinegoziazione dei contratti, o la ricerca di nuove fonti di finanziamento. Solo ove non si riuscisse ad evitare un peggioramento della situazione economica del debitore, potrebbe essere necessario valutare l'opportunità di avviare una procedura di liquidazione giudiziale.
In ogni caso, ci sarà da tener presente anche il rispetto dei parametri fissati per l’iscrizione in C, considerando che liguri porteranno in dote un monte ingaggi di circa 18 milioni, tra i più alti della cadetteria, con diversi accordi pluriennali ovviamente fuori da qualsiasi parametro attinente ala terza serie e che andranno ceduti, rescissi o ridiscussi, per un quadro generale che, unito ad altre situazioni da monitorare ed alla posizione degli amaranto, in attesa della finale di domenica, ci potrebbe “regalare” un’ennesima estate di passione e di attesa.