REGGINA: TRA POLEMICHE SENZA FINE CI ATTENDE L’ULTIMA BATTAGLIA, IN ATTESA DI UN REDDE RATIONEM RIPARATORE

Dovremmo ormai avere tutti capito che in questa categoria la Reggina non potrà mai avere vita facile, a prescindere dal valore tecnico degli avversari, dalle condizioni ambientali o comunque da qualsiasi altro fattore impattante, e probabilmente è giusto che sia così per un blasone che, alle attuali latitudini, a conti fatti ha spesso costituito più un peso che un privilegio.
Nessuno poteva pretendere che la Vibonese non vendesse cara la pelle in una semifinale play off, indipendentemente dalla circostanza che i rossoblu anche in caso di vittoria finale avrebbero possibilità di eventuale ripescaggio pari allo zero per una media punti conseguita tra le ultime dei vari partecipanti alla post-season: a titolo di esempio illuminante, proprio gli amaranto lo scorso anno, a parti invertite, ottennero un successo esterno che servì a conquistare la finale, seppur partendo da una situazione di punteggio più vantaggiosa ma che difficilmente, anche in quel caso, avrebbe potuto comportare un beneficio concreto, seppur alla fine solo il Milan Futuro avrebbe usufruito dell’unico posto disponibile per il ripescaggio nella serie C 2024/25.
Sulla curiosa discrepanza di atteggiamento che si è invece notata non tanto rispetto a ieri, ma piuttosto tra le due recenti sfide in campionato tra gli ipponici e le due battistrada, che probabilmente è stata la vera causa delle rimostranze reggine, soprattutto dagli spalti ma chiaramente visibile anche per alcuni protagonisti in campo, preferiamo non animare ulteriormente un discussione che è bene che resti circoscritta alla tensione pre e post gara, che ha visto comportamenti censurabili da entrambe le parti, tra dichiarazioni azzardate e comportamenti sopra le righe da parte di tesserati nei confronti del pubblico, non avvertendo la necessità di ulteriori atti minacciati che potrebbero far trasparire l’unico scopo di guadagnare un po’ di visibilità: nello specifico, seppur possiamo considerare infelici le parole pronunciate ingenuamente a caldo da De Felice, considerandone ovviamente il contesto, allo stesso modo stentiamo nel comprendere la excusatio non petita da parte del tecnico avversario riguardo i torti arbitrali subiti a Siracusa, e del perché abbia aspettato ben due settimane per togliersi tale “peso”, scegliendo invece la sala stampa del Granillo ed evitando piuttosto di esprimersi nell’immediato dopo gara in terra sicula.
Preferiamo dunque glissare sul successivo scambio di comunicati, che stanno avendo l'unico fastidioso effetto di ingigantire una questione che in ogni altra occasione (e contesto) sarebbe finita nel dimenticatoio come fatto di campo che nasce e muore negli spogliatoi, ma che qualcuno sta cercando, con un'enfasi obiettivamente sproporzionata rispetto all'accaduto, di elevare a simil questione di Stato, con relativi danni che andrebbero ad intaccare non solo tutto il mondo del calcio ma persino l'onore della stessa città di Vibo Valentia: scegliamo invece di ricordare che tra le due realtà calabresi vi è sempre stato un rapporto di cordialità e rispetto sia tra le società che i tifosi, sempre accolti nei rispettivi stadi con simpatia, che riteniamo non possa essere intaccato da una frase certamente infelice ma sostanzialmente innocua; prendiamo invece atto, quasi con rassegnazione, come ancora una volta un certo "fuoco amico" ne approfitti per cercare di avvelenare i pozzi nostrani, glissando curiosamente sulle varie reazioni francamente eccessive della dirigenza rossoblu che giungono in queste ore intrise di giudizi gratuiti offensivi sparati nel mucchio, nonché su episodi anche più sgradevoli recentemente provenienti da oltre stretto, per un ambiente che invece avrebbe necessità di restare unito almeno sino a domenica pomeriggio.
Archiviata dunque (si spera) la semifinale, ci attende l’epilogo di una stagione comunque intensa e per certi versi persino esaltante, almeno per il rendimento tenuto sotto la gestione Trocini ed indipendentemente (almeno per il momento) da quello che sarà l’esito finale in termini concreti, per una finale che si prospetta estremamente difficile e complicata considerando non solo i valori in campo, che per la classifica ed il doppio risultato a disposizione dovrebbero arridere agli amaranto, ma la condizione di entrambe le compagini, che vede i reggini visivamente provati da un finale di stagione estremamente logorante dal punto di vista fisico e mentale, nonché un avversario che giungerà in riva allo stretto probabilmente con la testa più libera ed in condizioni atletiche migliori, avendo di fatto mollato nell’ultimo mese di campionato grazie alla certezza di poter disputare i play out ottenuta con largo anticipo.
Allo stesso tempo è però chiaro che questa squadra ha ormai abituato tutti ad andare oltre ogni difficoltà e persino oltre ogni logica, consegnandoci la certezza che in un modo o nell’altro riuscirà a reperire le risorse necessarie per disputare un’ultima grande gara, comunque andrà a finire, per un traguardo che, come detto, pur non garantendo nulla costituisce, ad oggi, l’unica possibilità per poter sperare un qualcosa che, ove accadesse, sarebbe il giusto redde rationem a premiare una stagione che oggettivamente avrebbe meritato un finale realmente premiante, e forse riparare, almeno parzialmente, a ciò che ci ha travolto due stagioni fa, e che con il passare del tempo e degli eventi continua ad apparire sempre più afflittivo rispetto alle effettive colpe.