"Gli ultrà dal calcio al basket: così eludono i controlli sul Daspo", l'omicidio dell'autista riaccende il dibattito sul tifo violento

21.10.2025 14:30 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
"Gli ultrà dal calcio al basket: così eludono i controlli sul Daspo", l'omicidio dell'autista riaccende il dibattito sul tifo violento
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"Gli ultrà dal calcio al basket: così eludono i controlli sul Daspo", l'analisi di Repubblica, edizione online, in seguito all'omicidio da parte di ultras del Rieti Basket di un autista che stava trasportando supporters del Pistoia Basket

"Il direttore dell’Osservatorio, Maurizio Improta, e il presidente della Federbasket, Gianni Petrucci, hanno pensato ad un protocollo per trattare la pallacanestro come il pallone. E di utilizzare anche per gli acquisti dei biglietti nei palazzetti il cervellone elettronico che regola il biglietto nominativo negli stadi. Al momento la misura è sperimentale, ma dall’inizio del campionato sono già stati individuati due tifosi che non potevano essere sulle tribune".

Osservatorio che aveva denunciato a settembre: "L’allarme per il basket risuonava già da più di un anno, da quando diverse Digos d’Italia inviavano all’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive due tipi di indicazioni. La prima: sempre più spesso si verificavano scontri tra tifoserie durante partite di sport cosiddetti minori, la pallacanestro su tutti. Nel settembre 2024 a Livorno, prima dell’inizio della semifinale di Supercoppa di B fra Herons Montecatini e Roseto: da una parte un’ottantina di tifosi abruzzesi e dall’altra supporter di Montecatini e di Forlì, gemellati. L’ultimo episodio il 9 ottobre: a Roseto polizia e carabinieri aggrediti da 30 incappucciati.

Nessuna di queste azioni era attribuibile a “fattori di campo”, ma si trattava di vere e proprie azioni premeditate. Proprio come accade da sempre nel calcio. Non a caso si registrava una massiccia presenza di ultrà che abitualmente popolavano le curve del pallone nei palazzetti dello sport. Quasi sempre non per passione ma per necessità: erano daspati nel calcio e nel basket sfruttavano il fatto che i controlli, in particolare quelli informatici sui biglietti, non sono così stringenti", sottolinea Repubblica.

Insomma, protocolli o meno, se non si usa la forza, quindi il divieto di accesso a vita per le manifestazioni sportive a chi si macchia di azioni criminali, il problema non si risolverà mai.