REGGINA: IGNORARE LA CLASSIFICA PER RITROVARE L’IDENTITÀ

La speranza di ritrovare il filo del discorso guardandosi negli occhi era stato sin da subito considerato un rimedio estremamente fragile, ma supportato da quella fiducia che alberga in ogni tifoso e che fa andare oltre ogni pensiero minimamente razionale: l’epilogo di domenica pomeriggio ha però drammaticamente confermato, come temevamo palesemente (leggi: REGGINA: LA SPERANZA È SCOPRIRE CHE FORSE ABBIAMO CAPITO MALE), che proprio di vana speranza si trattava, con il carico aggiunto di constatare che probabilmente si è persa una settimana preziosa, speriamo non determinante.
Provocare infatti una scossa nell’ambiente squadra subito dopo il derby avrebbe, probabilmente, avuto l’effetto, pur non potendo immediatamente risolvere ogni criticità, di dare quel quid in più che avrebbe potuto consentirci di tornare al successo contro un avversario che, con tutto il rispetto possibile, appariva ampiamente alla portata di una compagine che anche giocando al 50% delle proprie possibilità, difficilmente non sarebbe riuscita a prevalere.
Abbiamo invece assistito all’ennesima prestazione sconcertante di un gruppo apparso sin da subito demotivato, quasi rassegnato al proprio destino e che non è riuscito neanche a disputare una gara basandosi quantomeno su quella rabbia e quei nervi che tutti davano per scontati dopo la debacle di Messina, a maggior ragione dopo l’assunzione di responsabilità di inizio settimana, con conseguenze letali dal punto di vista di un ambiente divenuto ormai quasi irrimediabilmente ostile, nonché su una classifica che oggi assume contorni realmente preoccupanti riguardo ad un obiettivo che assume sempre di più i contorni di un traguardo pregiudicato.
Paga per tutti, per il momento, Bruno Trocini, forse per colpe non completamente sue, probabilmente schiacciato dalla pressione di non poter fallire l’obiettivo di una piazza a cui certamente teneva tantissimo, ma altrettanto oggettivamente vittima delle sue indecisioni, materializzatesi in decisioni che hanno quasi rasentato la schizofrenia in termini di scelte di formazione, ma che invece mai hanno intaccato una manovra divenuta sempre più prevedibile e compassata, con l’aggravante di un ritmo gara talmente lento da consentire a qualunque avversario di contenere gli attacchi di casa con relativa tranquillità ed un minimo di organizzazione difensiva, tanto da farci divenire una squadra che se prima non si dimostrava cinica in rapporto alla occasioni create, oggi raramente riesce persino a tirare in porta.
Si riparte dunque da Alfio Torrisi: tecnico siciliano dalla lunga gavetta nelle serie minori, molto attento alla fase difensiva e dal carattere dominante, per alcuni anche scorbutico; al di là dei gusti personali di ciascuno, si tratta di una scelta comunque importante per la categoria, trattandosi del recordman assoluto della serie D per punti conquistati in una stagione, ben 94 frutto di 30 vittorie, 4 pareggi e nessuna sconfitta con il Trapani dominatore della stagione 2023/24, come ricorderete la prima del nuovo corso amaranto in quarta serie. E per chi pensasse, comprensibilmente, che fosse quasi scontato ottenere quei numeri avendo a disposizione un organico così palesemente competitivo, il calcio ci ricorda che non è mai scontato vincere, anche con i nomi: un esempio devastante lo stiamo vivendo sulla nostra pelle.
Con la curiosità mista all’auspicio di scoprire se ciò si tramuterà in una scelta giusta, non sappiamo se si tratterà dell’unico provvedimento adottato, o se invece seguiranno interventi sul mercato, immediati o meno e magari su input dello stesso tecnico che, immaginiamo, avrà richiesto determinate garanzie tecniche; per quanto ci riguarda, suggeriamo molto modestamente di mettere da parte, almeno fino al giro di boa, quella stessa classifica che potrebbe fuorviare dall’obiettivo più immediato, ossia ritrovare quell’identità di squadra che oggi appare perduta e senza la quale parlare di competitività apparirebbe persino risibile: se ci riusciremo, ritrovare ambizioni concrete sarà una logica conseguenza.