Omicidio autista Marianella, l'intervento del deputato Berruto: "Infiltrazione della criminalità tra le tifoserie, non solo calcistiche: bisogna intervenire"

Mauro Berruto, deputato ed ex ct della Nazionale italiana di volley maschile, ha parlato su Instagram della tragica morte dell'autista Raffaele Marianella, ucciso dall'insensata violenza di soggetti che si definiscono tifosi.
Berruto ha invitato il Parlamento a prestare grande attenzione al tema della violenza da parte di estremisti, molto spesso politicizzati, sottolineando la corresponsabilità, seppur indiretta, delle istituzioni.
Scrive Berruto:
Ne ho passate a migliaia di ore su quei bus, su e giù per l’Europa. Qualche volta felici dopo vittorie, altre tristi dopo sconfitte, altre di gioia quando, con la squadra Nazionale, sulla nostra strada incontravamo tante ragazze e ragazzi, tifosi, lì per noi. Mi sono capitati, per fortuna, pochi momenti di tensione; una sola volta di paura, proprio per una sassaiola, in Grecia.
Non le trovo le parole per commentare quello che è successo. Le ho cercate, ieri, e non le ho trovate lo stesso. Resta solo l’affetto, la vicinanza, la solidarietà, l’abbraccio alla famiglia di Raffaele Marianella, un uomo a un passo dalla pensione, ucciso sul lavoro dalla bestialità di un branco. E mi sono stufato anche della retorica di chi dice “non sono tifosi, non c’entrano niente con lo sport”. Perché certo, prima di definirli “tifosi” bisogna chiamarli con il proprio nome, assassini, ma bisogna smetterla di mettere la testa sotto la sabbia di fronte a un fenomeno che con lo sport c’entra eccome, ovvero l’infiltrazione della criminalità e l’utilizzo delle tifoserie più estreme come palestra di addestramento all’estremismo e alla violenza. Ho depositato, nel gennaio 2023, una proposta di legge per l’istituzione di una commissione di inchiesta bicamerale su questo tema. È incredibile, letteralmente incredibile, che non ce ne sia mai stata una, che il Parlamento non se ne sia mai occupato. La degenerazione del fenomeno, la violenza inaudita, le saldature con organizzazioni politiche estremiste non solo italiane, ma europee, le reti organizzate che esportano il terrore ovunque, il salto di scala dal calcio alle altre discipline come il basket o l’hockey e ora la tragedia: un uomo che stava lavorando, ammazzato.
Da parlamentare e da sportivo mi vergogno e chiedo scusa per la complicità di quelle istituzioni che hanno permesso di arrivare fino a questo punto. Basta dire: “non c’entrano con lo sport”. Basta parole. Basta.