Il Fatto Quotidiano: "Juve Stabia e camorra, il capo ultras daspato al poliziotto che lo ha fermato allo stadio: “Io qui faccio cose che tu non riesci a fare”

"Juve Stabia e camorra, il capo ultras daspato al poliziotto che lo ha fermato allo stadio: “Io qui faccio cose che tu non riesci a fare”, si legge in un pezzo de Il Fatto Quotidiano che parla dell'inchiesta del Tribunale di Napoli sulle infuiltrazioni camorristiche nella Juve Stabia.
"Io faccio cose qui allo stadio che tu non riesci a fare”. Ai poliziotti che il 9 febbraio lo identificano nei pressi dei tornelli del Romeo Menti riservati alla tifoseria stabiese, mentre sta per entrare in campo la Juve Stabia, Giovanni Imparato risponde così. È un pluripregiudicato, esponente di spicco dei Paglialoni, costola del clan D’Alessandro, ed è colpito da un Daspo triennale. Avrebbe l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria durante le partite. Invece è lì, affianco a Emanuele Tremante, capo tifoso, genero del boss Sergio Mosca. “È l’evidenza del potere di controllo del clan” intorno alla Juve Stabia, scrive il giudice di Napoli Teresa Areniello in uno dei passaggi cardine dell’ordinanza con cui ha disposto il controllo giudiziario per condizionamenti camorristici della squadra che milita nel campionato di serie B.
L’ordinanza valorizza le dichiarazioni del pentito Pasquale Rapicano che indica in quei due e in Vincenzo Ingenito (cognato di Luigi d’Alessandro) e in Giovanni D’Alessandro, tutti “esponenti apicali dell’organizzazione criminale”, i capi degli ultras delle Vespe. E ricostruisce, con precisione, il reticolato di parentele tra i titolari e gestori dei servizi di biglietteria, di ambulanze, di pulizia, di buvette, di security, di trasporto della squadra, e i vertici dei D’Alessandro. Un tessuto che avvolge anche i dipendenti, quando le aziende sono intestate a incensurati", scrive il quotidiano.
Sottolinea FdQ: "C’è una vicenda che i giudici del Tribunale di Napoli ritengono “incredibile”. È la questione della security e dell’accesso allo stadio. L’organigramma della Juve Stabia indica come “vice delegato alla sicurezza” Luigi d’Esposito, è lui di fatto, attraverso le sue aziende, il gestore del settore. Ma non ne ha titolo, “ha solo l’autorizzazione per espletare l’attività di individuazione del personale steward destinato a svolgere i servizi finalizzati al controllo dei titoli di accesso – si legge nelle carte – il Prefetto ha respinto la sua richiesta di ottenere la licenza per l’attività di vigilanza allo stadio. In realtà l’appalto del servizio security alle società del D’Esposito è solo un paravento, perché a mantenere l’ordine all’interno dello stadio ci pensano gli esponenti della criminalità".