REGGINA: TRA GRANDE FRATELLO E VENTI DI GUERRA, LA SQUADRA PRENDE FORMA

Ha preso ufficialmente (e finalmente) il via la stagione agonistica 2025/26 con il raduno della quadra avvenuto ieri pomeriggio al centro sportivo Sant’Agata, con lo staff tecnico e la rosa al momento ufficializzata che da stamattina cominceranno a sgobbare intensamente per preparare al meglio quello che dovrà essere l’ultimo campionato dilettantistico di questo nuovo corso amaranto.
L’apertura “formale” si era invece tenuto lo scorso venerdì tramite l’attesa conferenza stampa attraverso cui la proprietà, oltre a presentare programmi ed ambizioni, ha tentato di far chiarezza sulle varie dispute che, tanto per cambiare, hanno tenuto banco nell’ennesima estate calda di una tifoseria che ormai sembra irrimediabilmente nata per soffrire, anche e soprattutto quando il campionato è a bocce ferme, ma che adesso spera ardentemente di poter occuparsi esclusivamente di calcio giocato.
A tal proposito, sembra ormai definitivamente tramontata qualsiasi ipotesi di cessione societaria, passata dall’interesse “indotto” dell’ex patron Luca Gallo, di fatto mai sfociato in un contatto diretto, sino alla recente questione Bandecchi, le cui modalità di approccio e le successive interlocuzioni si sono immediatamente dimostrate incompatibili con la buona riuscita di una trattativa che, se avesse realmente avuto lo scopo di trovare un accordo, avrebbe dovuto svolgersi sotto l’egida della riservatezza e della ricerca di un compromesso, piuttosto che lo show stile grande fratello televisivo, condito da dirette irose ed accuse pregiudizievoli che hanno semplicemente rafforzato il sospetto che tutta la manovra non avesse altro scopo se non quello di foraggiare posizioni politiche che continuano a vedere nella Reggina un’occasione per rimediare consensi, senza tuttavia preoccuparsi minimamente dei danni potenzialmente derivanti.
Tra questi, il più devastante ed odioso riguarda la spaccatura ormai evidente e profonda in seno alla tifoseria, spaccata in fazioni come mai ci è dato ricordare in passato, ed il cui protrarsi sfugge a qualsiasi tipo di logica e soprattutto di potenziale beneficio in ottica di calcio giocato, e di cui la riunione che si terrà in serata con i gruppi organizzati appare una diretta conseguenza: non abbiamo mai minimamente pensato di muovere appunti nei confronti dei ragazzi della curva, unici sempre presenti in casa ed in trasferta con un comportamento saggio ed esemplare sia in termini di sostegno che di equilibrio, in totale antitesi con i cosiddetti leoni da tastiera, e proprio per questo vogliamo credere che qualsiasi decisione verrà assunta, il cui esito, e non vogliamo crederlo, qualcuno racconta sia stato già determinato, sarà pesata per il bene della squadra.
D’altronde, ove si determini di assumere un atteggiamento di contestazione di fatto preventivo rispetta all’apertura delle ostilità stagionali, avremmo difficoltà a giustificarlo rispetto alle dichiarazioni di qualche giorno fa sulla sacrosanta necessità, manifestata pubblicamente, di pretendere una rosa altamente competitiva, per due ordini di ragioni: da un lato l’impossibilità di rendere valutazioni definitive sulla forza e qualità di un organico che ha appena iniziato la preparazione estiva, dall’altro le notizie che giungono in queste ore sul completamento di un gruppo che, almeno sulla carta, comincia ad assumere un a conformazione oggettivamente importante e fortemente promettente.
Non è infatti un mistero il fatto che all’ossatura della squadra che così bene ha fatto soprattutto dopo il giro di boa invernale, si stiano aggiungendo elementi qualitativamente impattanti e funzionali a completare il gruppo in maniera più che determinante, sia in termini talentuosi che numerici, e che rispetto ad una concorrenza certamente agguerrita ed ambiziosa ha l’indubbio vantaggio si poter godere di una continuità tecnica che potrebbe già risultare determinante in avvio di torneo; avvio che, proprio per queste ragioni, non sarebbe certamente favorito da un clima ostile che avrebbe l’unico effetto di rischiare di far gettare il bambino insieme all’acqua sporca.
Restiamo dunque in attesa degli eventi, con la speranza che i venti di guerra che soffiano all’orizzonte possano essere placati quantomeno da una sorta di tregua armata, in attesa di un responso dal campo che, come sempre, rimane l’unico ed inappellabile giudice che sentenzierà sulla bontà del lavoro svolto.