Il Sole 24 Ore: "Dal Brescia al Taranto, le truffe sui crediti d’imposta fasulli inquinano il calcio italiano"

21.05.2025 17:55 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
Il Sole 24 Ore: "Dal Brescia al Taranto, le truffe sui crediti d’imposta fasulli inquinano il calcio italiano"
TUTTOmercatoWEB.com

"Dal Brescia al Taranto, le truffe sui crediti d’imposta fasulli inquinano il calcio italiano", scrive Il Sole 24 Ore in un articolo sull'online a firma dell'esperto Marco Bellinazzo

"Il calcio italiano nel gorgo delle truffe sui falsi crediti d’imposta. Il caso del Brescia, che rischia una penalizzazione di 4 punti e la retrocessione in Serie C per aver compensato i propri debiti con il Fisco e l’Inps attraverso crediti d’imposta acquistati da una società terza, rivelatisi nulli dopo le verifiche dell’agenzia dell’Entrate, potrebbe essere tutt’altro che isolato. Il Trapani ha già dichiarato lo scorso 18 maggio, la domenica in cui mediaticamente è venuta a galla la vicenda del Brescia, di aver acquistato crediti dalla stessa società terza. 

Il caso del Brescia

Il Brescia ha acquistato a febbraio 2025, con l’approssimarsi della scadenza federale del 16, crediti di imposta in ambito Iva per 2,4 milioni di euro, a fronte di un pagamento di circa 2 milioni da parte del club. Un’operazione gestita dal commercialista e dalla società terza titolare di tali crediti che avrebbe, sulla carta, fornito tutte le garanzie richieste dalle norme di riferimento. Sono stati così emessi i relativi modelli F24 per saldare con 1.439.676 euro i debiti fiscali e previdenziali di febbraio e con 445.485 euro quelli di aprile.

Il caso Trapani

Nel caso del Trapani le operazioni sarebbero state effettuate per un ammontare di circa 700mila euro. Anche la società FC Trapani 1905 in una nota ha fatto sapere che «appreso con sconcerto quanto accaduto al Brescia Calcio, di essere anch’essa vittima della medesima società che avrebbe compensato illecitamente i crediti d’imposta del Club lombardo» e si dice «assolutamente certa di essere in regola e di aver agito in perfetta conformità delle norme statali e sportive che, ove mai, in tale vicenda è solo e soltanto parte lesa» e che nelle prossime ore «tutelerà le proprie ragioni sporgendo dettagliata denuncia presso le competenti società».

La posizione della Figc

Di fronte a queste operazioni di “factoring fiscale”, attraverso le quali club a corto di liquidità hanno acquisito crediti d’imposta pagandoli con sconti anche del 20/25% per far fronte alle scadenze tributarie e previdenziali, la Figc ritiene di aver agito correttamente chiedendo - senza “pesare” i nomi delle piazze coinvolte - come da prassi attraverso la Covisoc, l’organo di controllo contabile interno, all’agenzia delle Entrate di verificarne la correttezza.

D’altro canto, per quanto controlli e indagini da parte della Guardia di Finanza e dell’agenzia delle Entrate sull’emissione e cessione di crediti d’imposta fittizi, ottenuti cioè senza la reale esecuzione dei lavori edilizi richiesti per accedere all’agevolazione del 110%, ovvero sui inesistenti crediti Iva, si stiano moltiplicando negli ultimi tempi, si tratta di sistemi di compensazione che la Federcalcio non può vietare essendo contemplato dalle leggi dello Stato e praticato in molti ambiti territoriali. Spetterà, perciò, alla giustizia sportiva (la prima udienza della Procura federale sul caso Brescia è fissata per il 22 maggio) e a quella penale stabilire chi è stato truffato e chi ha tentato di truffare. Una decisione che si annucia non complessa ed in ogni caso con tempi difficilmente compatibili con le tempistiche dei campionati di calcio".