REGGINA: LA LUNGA ATTESA – IL CASO MILAN FUTURO E L’ETICA SPORTIVA AD INTERMITTENZA

In una coda di campionati sempre più inverosimile, dove ogni ora viene fuori una notizia potenzialmente più deflagrante rispetto alla precedente, l’attenzione dei tifosi amaranto è ovviamente orientata su quella che potrebbe essere la composizione della nuova serie C 2025/26 in esito a ciò che potrà succedere all’atto delle iscrizioni (il 6 giugno è la prima dead line prevista per il deposito della documentazione richiesta), alla luce dei nuovi criteri e delle tante situazioni pericolanti che hanno caratterizzato una terza serie disastrosa, oltre qualcun’altra che potrebbe non essere ancora emersa.
Tra graduatorie di potenziali ripescaggi più o meno attendibili, per adesso assolutamente provvisorie in quanto non tutti i tornei sono terminati, vi è stato un evento che in qualche modo ha sparigliato le previsioni generali sul possibile piazzamento della Reggina ai sensi dei criteri stabiliti dalla federazione, vale a dire la retrocessione della seconda squadra del Milan in serie D, ad un solo anno da suo inserimento in serie C.
Come ormai un po’ tutti sanno, le modalità di eventuali integrazioni degli organici, come da Comunicati ufficiali FIGC N. 169/A e 173/A, entrambi pubblicati lo scorso 7 febbraio, che trattano rispettivamente le ipotesi di riammissione e di ripescaggio in terza serie, prevedono una alternanza tra le varie tipologie di squadre, secondo la seguente priorità: Seconda Squadra di serie A – Squadra vincitrice Play Off di serie D – Squadra retrocessa dalla serie C, e così a seguire; la posizione della Reggina, a seguito della recente vittoria in post season e del punteggio conseguito come da regolamento, era stata considerata collocabile tra il secondo e il quarto posto a seconda del piazzamento finale del Ravenna, unica compagine di serie D che precede, nel punteggio, gli amaranto, tuttavia la retrocessione dei rossoneri under 23 ha in qualche modo fatto saltare ogni tipo di simulazione. Ecco perché:
Premettendo come, tanto per cambiare, l’attuale normativa sportiva risulti tutt’altro che chiara ed intuitiva, ed i malpensanti potrebbero immaginare che tale indeterminatezza sia persino voluta, in modo da poter esercitare una “fiorente” attività interpretativa a seconda delle esigenze da tutelare, per capire il possibile destino del Milan Futuro bisogna prendere in considerazione una serie di provvedimenti normativi: oltre ai già citati comunicati 169/A e 173/A, il CU N.267/ del 27 giugno 2024 che disciplina proprio la partecipazione delle seconde squadre al campionato di serie C, che ha modificato il precedente prevedendo che, a differenza dello scorso campionato, le stesse potessero retrocedere al termine del torneo ed eventualmente disputare la serie D l’anno successivo, “ferme restando le possibilità di ripescaggio” previste appositamente per le seconde squadre: e proprio da queste ultime emerge un quadro sconfortante.
Infatti, attraverso il combinato disposto di tutta la normativa ricavabile dai vari comunicati, viene fuori che tali seconde squadre non possono sì essere riammesse e né incidere sulla graduatoria “regolare” della società retrocesse che ambiscono al ripescaggio, bensì avere comunque possibilità di essere ripescate “solo secondo le procedure previste per le Seconde Squadre”. Tradotto: basterà ripetere l’iter previsto dal Comunicato n.174/A dello scorso febbraio, che fissa i criteri proprio per la partecipazione delle seconde squadre, per ritrovarsi nuovamente e magicamente nella serie C 2025/26.
È palese che tale eventualità rappresenta un odioso schiaffo a qualsiasi tipo di etica sportiva, oltretutto palesemente in antitesi con lo spirito dei nuovi stringenti criteri previsti per le iscrizioni, nonché le regole generali che dovrebbero premiare i comportamenti virtuosi delle squadre, sia in termini di rendimento sportivo che disciplinari, di fatto “premiando” una squadra reduce da un evidente fallimento sportivo nel suo unico anno di vita per motivi legati unicamente alla carta d’identità.
C’è di più: l’attuale regolamento, che ad oggi non risulta modificato, prevede che queste formazioni debbano essere inserite all’interno di gironi diversi tra loro, dunque di fatto limitandone la loro presenza a tre; viene il sospetto, neanche troppo velato, che la solerte Federazione aspetti il verificarsi dei prossimi eventi, come un’eventuale promozione dell’Atalanta U23 in serie B, o la mancata richiesta di ripescaggio da parte dello stesso Milan, per rimuovere all’uopo il suddetto limite.
Inutile rimarcare, al di là degli interessi di parte di chi aspira legittimamente ad un salto di categoria attenendosi diligentemente alle regole stabilite per i “comuni mortali”, che la federazione abbia scelto di lanciare l’ennesimo messaggio devastante in termini di correttezza, opportunità e della ormai ridicola “equa competizione” divenuta una barzelletta sotto i colpi di un governo del calcio sempre più inadeguato.