ESCLUSIVA TUTTOREGGINA, Nedo Sonetti: "Alla Reggina mi legano splendidi ricordi"

Ha ancora l’entusiasmo di un ragazzino. Nedo Sonetti, decano degli allenatori, nonché recordman tra i tecnici del panorama calcistico tricolore per aver allenato ben 21 squadre diverse, non ha certo bisogno di ulteriori presentazioni. I tifosi amaranto di lunga data lo ricorderanno anche come giocatore della Reggina negli anni ’70. Tuttoreggina.com lo ha intervistato, in esclusiva, per voi.
Mister Sonetti, le manca il calcio giocato?
“Certo, io sono nato giocando a calcio e ho continuato facendo l’allenatore. E in tutti questi anni stando a casa certamente mi manca”.
Immaginiamo che al termine di questa intervista, le squilli il telefono: è un presidente con una panchina da offrile. Lei cosa risponde? E’ pronto a rimettersi in gioco?
“Ovviamente dipende da chi è, da cosa vuole. Io ho sempre l’entusiasmo di quando ho cominciato”.
Secondo lei che è un esperto di promozioni, al di là dei valori tecnici, che requisiti ci vogliono per andare in serie A?
“Ci vogliono tanti requisiti. Innanzitutto la società, che è la cosa fondamentale. Ci vuole una società che sia proiettata nella positività, nei rapporti con i giocatori, con la stampa, con la gente, con tutti. Poi ci vogliono giocatori che siano all’altezza della situazione, che vivano di grande entusiasmo, e che riescano a trovare quella comunione di intenti per raggiungere grandi risultati. E infine naturalmente ci vuole l’allenatore, che deve essere capace di guidare una macchina che è in testa alla classifica”.
La Reggina ha questi requisiti?
“Ma la Reggina ad esempio l’anno scorso era partita con grandissime fanfare, suonate in una maniera altisonante, e poi non è riuscita a raggiungere quello che sperava. Quest’anno invece è partita in sordina, in una maniera secondo me giusta e pian piano attraverso le prestazioni, e la bontà del materiale tecnico e dell’allenatore è riuscita ad attestarsi in una posizione di classifica consona”.
Cosa pensa della strategia del presidente Foti di affidarsi ai giovani del settore giovanile e di altre squadre?
“Mi sembra che l’idea sia giusta. Naturalmente quando si parla di giovani bisogna fare un distinguo, perché ci sono giovani bravi e giovani meno bravi, giovani che hanno entusiasmo e giovani che non ne hanno. E come qui ci sono anche persone che sono meno giovani, ma che hanno la stessa voglia e sono assolutamente necessarie per vincere i campionati”.
Conosce Atzori? Cosa ne pensa?
“Per averlo incontrato, ma non ho una grande confidenza con lui. Io comunque di tutti gli allenatori penso bene, perché fanno un mestiere particolarmente difficile, sono sempre sottoposti a grandi critiche e a tante sollecitazioni. Lui sta facendo bene e penso bene”.
Uno sguardo al passato. Che ricordi ha da calciatore della Reggina?
“Dei ricordi splendidi. Sono stato alla Reggina cinque anni in una maniera meravigliosa. Due anni sfiorammo anche la serie A. Insomma sono stati anni bellissimi, con dei personaggi che sento ancora”.
E’ mai stato vicino a diventare l’allenatore della Reggina?
“No, mai”.
Le è mai capitato da calciatore o da tecnico di affrontare un match alle 12.30?
“No, non mi è mai capitato”.
Domani la Reggina affronterà il Frosinone in trasferta. Che tipo di partita sarà?
“Bisogna conoscere a fondo la situazione delle due squadre. Io non la conosco, spero solo che sia una bella partita e che riesca a vincere la squadra che gioca meglio”.