Il grande ex: Davide Possanzini, l'uomo dei sogni

27.11.2009 19:11 di  Giovanni Cimino   vedi letture
Davide Possanzini in maglia amaranto
Davide Possanzini in maglia amaranto

Il nome di Davide Possanzini è impresso nell'immaginario colettivo della tifoseria amaranto. E' l'eroe, il simbolo di quella squadra che nella stagione 1998/1999 ha condotto gli amaranto sulla strada della gloria. L'avvento di Davide Possanzini è come una meteora, fulgita e immediata, in una giornata di fine estate, e il suo congedo dai colori amaranto avviene silenziosamente in un pomeriggio di fine anno, nelle stesse modalità che hanno caratterizzato il suo soggiorno in riva allo Stretto: velocemente, in modo imprevisto, come le sue peculiarità sui campi della cadetteria e della prima stagione reggina in massima serie.

Davide Possanzini, normale attaccante marchigiano nato a Loreto, tira i suoi primi calci nel settore giovanile del Torino e dopo una breve esperienza con la Recanatese, torna in granata nel 1994, giusto in tempo per conquistare un Torneo di Viareggio con la formazione Primavera. Nel 1995 il suo approdo a Lecco, dove trova Elio Gustinetti, suo mentore sia a Reggio che successivamente con l'Albinoleffe. Il giovane Davide cresce, ma il primo successo a livello di calcio professionistico, lo ottiene a Varese, dove con i suoi nove gol, nella stagione 1997-1998 ottiene la promozione in serie C1, tra l'altro con la sua decisiva marcatura contro il Leffe. La chiamata della Reggina è la classica grande occasione per Davide, quelle da prendere al volo. La Reggina non era certo la società attuale, quella con nove stagioni in serie A, ma una compagine in cerca di una precisa identità, con tanti sogni e progetti da realizzare. E' Gustinetti a volerlo in amaranto, visto la partenza non certo esaltante dei reggini e sopratutto per riplasmare un reparto offensivo bocciato in toto, con Yaquè e Lorenzini incapaci di mettere le ali alle programmazioni della società di Lillo Foti. Artico, Possanzini, Firmani, Tomic, questi i colpi realizzati dal direttore sportivo Martino, capaci di cambiare l'andazzo di un campionato iniziato sotto i peggiori auspici. Qualche mese di ambientamento e Davide diventa titolare inamovibile. Schierato da seconda punta, in assistenza di Fabio Artico, Possanzini si rivela una mezzapunta atomica e micidiale, dalle discese letali, da una discreta capacità realizzativa e dalla fantasia superiore. E' la mossa decisiva. Il diesel amaranto ha ingranato e Davide si rivela il suo gasolio, la miccia necessaria a far esplodere ogni congegno esplosivo, le difese avversarie, che non possono nulla come Davide "bum-bum". E' l'eroe della primavera 1999, Reggio sogna sull'immagini delle sue giocate, è esaltazione popolare. A Pescara l'apoteosi e nemmeno l'allontanamento di Gustinetti guastano il sogno, nemmeno i contrasti societari distruggono la grande pazzia targata Foti-Martino, la serie A, 85 anni di storia in perenne attesa, ora terminata. Possanzini diventa l'eroe di una città intera, il motivetto "Bum, bum bum Possanzini bum, se scende sulla fascia e chi lo ferma più" il jingle preferito di ogni cittadino reggino. La Primavera reggina, quella del riscatto dopo anni bui e di grandi difficoltà, la Primavera di una comunità frustrata e colpita nell'orgoglio di un imbarbarimento civile, ha anche come simbolo la "pelata" di Davide Possanzini, che resterà per sempre un'icona, quanto meno dello sport reggino. L'esperienza a Reggio Calabria continua con l'entusiasmante primo anno in serie A. I tifosi amaranto sono al settimo cielo e non aspettano altro che la discesa a Reggio degli squadroni del Nord e della massima serie tutta. Era la stagione delle sette sorelle, le sette più forti maggiori squadre, favorite per la vittoria del titolo. Davide è naturalmente confermato a furor di popolo e parte titolare fin dalla prima gara contro la Juventus. L'inizio di quel campionato è assolutamente esaltante e il nome di Davide Possanzini entra definitivamente nella storia della squadra di Reggio Calabria il 19 settembre 1999: è lui a firmare con una sua rete il primo blitz esterno in serie A nella storia del club, contro il Bologna. Sarà questa una delle poche gioie personali di una stagiona, l'esordio assoluto anche per lui in A, costellata dalla permanenza. 31 presenze totali con tre reti complessive: oltre alla già citata marcatura a Bologna, in rete anche a Udine, in una sconfitta per 3-2 con i bianconeri locali e inun altrettanto storico Inter-Reggina, terminata 1-1. Confermato anche nella seconda stagione in A, Davide parte benissimo con una rete alla prima giornata contro l'Inter, in una celebre vittoria, quella dello sfogo di Lippi contro i suoi calciatori, ma è l'ultimo squillo della sua esperienza in amaranto. A fine anno, la Reggina lo offre come pedina di scambio alla Sampdoria per avere Davide Dionigi e così si trasferisce all'ombra della Lanterna. In amaranto, 73 presenze complessive e 13 reti totali.

La sua carriera si dipanerà tra Sampdoria, Catania, Albinoleffe, dove ritrova Gustinetti, la poco fortunata e breve esperienza a Palermo e infine Brescia, dove milita oramai dalla stagione 2005/2006.

Ritornerà a Reggio da avversario e siamo sicuri, a più di qualche tifoso verranno in mente le immagini di quella magica stagione e chissa quanti canteranno "bum bum bum Possanzini bum, se scende sulla fascia e chi lo ferma più..."