Calcio caos, Rimini torna nella bufera: la Building Company si chiama fuori dopo le contestazioni. Il club deve fare i conti con molte problematiche

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Situazione davvero surreale in casa Rimini. Quando sembrava tutto fatto per il passaggio del club biancorosso a Giusy Anna Scarcella, l'imprenditrice brianzola si è improvvisamente fatta da parte.

"Si è superato abbondantemente il limite. Ora basta! Così è davvero vomitevole. Non permetto a nessuno di mettere in dubbio la bontà della mia azienda o della mia persona. La mia avventura termina qui, del Rimini non mi interessa più nulla", ha tuonato la 38enne proprietaria della Building Company, impresa attiva nel fotovoltaico, contestata dai tifosi riminesi con striscioni eloquenti.

Ma sulla vicenda pesano molto gli adempimenti mica da ridere in capo alla società riminese. Oltre al sequestro delle quote operato dal Tribunale di Milano in seguito ad alcune inadempienze in capo alla precedente proprietà, l'operatività del club rischia di essere condizionata.

Come riporta NewsRimini entro la mezzanotte di oggi, inoltre, la società romagnola dovrà presentare una fideiussione integrativa da 420mila euro alla FIGC, importo che rappresenta il 40% del monte ingaggi eccedente un milione di euro (il monte totale del Rimini è poco sopra i 2 milioni). Senza questa nuova fideiussione il Rimini non solo rischia una ulteriore penalizzazione, ma anche il blocco del mercato in entrata a meno che prima non venga portato sotto il milioni di euro il monte ingaggi. In questo modo gli accordi firmati nel corso del mese di luglio con i membri dello staff tecnico, ad esempio, verrebbero annullati.

Al di là di tutto, il concetto è sempre lo stesso: come si fa ad avallare l'iscrizione di un club i cui problemi erano noti a chiunque?