Aggressione al portiere dell'Olbia, una gara a porte chiuse per il Cesena e Daspo per il padre dell'attaccante bianconero Shpendi

09.01.2024 19:25 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
Aggressione al portiere dell'Olbia, una gara a porte chiuse per il Cesena e Daspo per il padre dell'attaccante bianconero Shpendi
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Una gara a porte chiuse per il Cesena e Daspo di tre anni per il padre di Cristian Shpendi: queste le decisioni assunte dopo il grave fatto accaduto domenica dopo la sfida tra i romagnoli e l'Olbia.

Si legge nel dispositivo del Giudice Sportivo:

CLICCA QUI - Incredibile dopo Cesena-Olbia, il padre dell'attaccante bianconero Shpendi invade il campo e tira un pugno al portiere dei sardi

OBBLIGO DI DISPUTARE UNA GARA A PORTE CHIUSE E € 1.000,00 DI AMMENDA - CESENA

Dal referto del Direttore di gara, dalle relazioni redatte dai componenti della Procura Federale e dal Commissario di Campo e dalla relativa integrazione, in ordine alla gara CESENA- OLBIA del 7 Gennaio 2024, sono emerse le seguenti risultanze. Al termine della gara una persona proveniente dagli spalti (intersezione tra la Curva Mare destinata ai tifosi del Cesena e la Tribuna adiacente) accedeva indebitamente all’interno del terreno di gioco e, correndo verso un tesserato della società Olbia, il calciatore numero 1 Rinaldi Filippo, tentava di sferrargli un colpo al volto, senza riuscire ad attingerlo in tale zona del corpo. La colluttazione avveniva a circa 20 metri dalla linea di porta, verso la parte centrale della linea mediana. Il predetto soggetto veniva prontamente allontanato e preso in custodia dagli addetti alla sicurezza. Successivamente il tifoso veniva indentificato come il padre di un tesserato del Cesena, il n. 9 Sig. Shpendi Cristian).

Vale rilevare che nel corso della gara si era verificato uno scontro fra i due tesserati avversari sopra citati, ovvero il Rinaldi e lo Shpendi, all’esito del quale quest’ultimo aveva riportato una conseguenza pregiudizievole. Vale rilevare, altresì, che la ricostruzione dei fatti come sopra operata non è contrastata affatto dalla documentazione varia trasmessa dalla società Cesena a questo giudicante dopo la gara e prima dell’adozione del presente provvedimento. Da quanto sopra esposto risulta in modo evidente la gravità della condotta posta in essere dal genitore del calciatore del Cesena in danno di un tesserato avversario, che costituisce un fatto contrario alle norme in materia di ordine e di sicurezza e un fatto violento integrante pericolo per l’incolumità pubblica. Inoltre, essa ha rappresentato un rilevante rischio per l’incolumità dei tesserati e degli addetti ai servizi. Di tale condotta deve essere ritenuta responsabile la società Cesena, ai sensi dell’art. 6, commi 3 e 4, C.S.G., alla luce, fra l’altro: del rapporto di parentela dell’autore del gesto con un calciatore della società medesima; delle conseguenze pregiudizievoli riportate dal di lui figlio in uno scontro di gioco con il calciatore avversario, destinatario del colpo inferto; della direzione del gesto in danno di un calciatore avversario della società ospitante.

DASPO PER IL PADRE DI SHPENDI, CHE CHIEDE SCUSA - Il Questore di Cesena e Forlì, Claudio Mastromattei, ha emesso un Daspo di tre anni a Liman Shpendi, padre del giocatore del Cesena Cristian Shpendi. L’uomo non potrà assistere a manifestazioni sportive in tutti gli stati d’Italia e d’Europa fino al 2027. Shpendi padre è stato punito perché al termine della partita tra Cesena e Olbia è entrato in campo cercando di sferrare un pugno contro Filippo Rinaldi, portiere della squadra sarda. Fortunatamente il gesto violento è stato evitato grazie all’intervento di un operatore. Oltre la misura di sicurezza adottata dal questore, la polizia ha presentato un’informativa di reato in procura per i reato di scavalcamento, invasione di campo e lesioni.

Nel frattempo sono arrivate le scuse di Liman Shpendi, che si è detto dispiaciuto per il gesto compiuto: “Chiedo scusa a tutti è stato un gesto veramente brutto. Alla società del Cesena perché sono delle grandissime persone, le ho deluse. Chiedo scusa“, ha spiegato ai microfoni Rai.