Norma sul vincolo sportivo, Percassi (ad Atalanta) chiede intervento del Governo. Anche la Reggina guarda con interesse

04.06.2024 19:30 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
Norma sul vincolo sportivo, Percassi (ad Atalanta) chiede intervento del Governo. Anche la Reggina guarda con interesse
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Il decadimento completo del vincolo sportivo che lega i ragazzi alle società del loro settore giovanile "sta creando un danno incredibile". Luca Percassi prima di Atalanta-Torino aveva denunciato una situazione critica, nonché tema di grande attualità: con il mancato inserimento nel nuovo decreto sport approvato lo scorso 24 maggio, è venuta a cadere anche la tutela dei club che fanno fare un lungo percorso formativo ai ragazzi all’interno del proprio settore giovanile. "Il Governo aveva promesso di occuparsi della questione, ma finora non ha risolto nulla", aveva dichiarato l’ad nerazzurro il 26 maggio. "Senza una regolamentazione chiara diventa difficile proteggere gli investimenti sui giovani. Speriamo che presto vengano introdotte le necessarie regolamentazioni per supportare questi sforzi".

A margine della nuova presentazione del logo della Serie C, Percassi è tornato sulla questione, ringraziando in particolare "la Figc e il Consiglio Federale, che hanno recentemente approvato una norma a tutela del vincolo", ha affermato a Sky Sport. Per validarla, però, serve anche l’inserimento del decreto sport, così che alle società (anche dilettantistiche) in cui crescono i ragazzi venga riconosciuto il contributo di solidarietà per lo sviluppo. Un premio che cresce a seconda dei traguardi che poi i ragazzi tagliano nel corso della loro carriera. Nel giugno del 2023 Abodi aveva affermato: "Ci sarà un cuscinetto, abbiamo previsto un atterraggio morbido con due anni di vincolo per poi procedere eventualmente all’azzeramento, senza una scelta traumatica".

Anche la LFA Reggio Calabria aveva sottolineato questa problematica che rischia di vanificare qualsiasi tentativo di investimento sui settori giovanili.

LA NUOVA NORMA SUL VINCOLO - Il vincolo sportivo può essere definito semplicemente come il legame di esclusiva che nasce dal tesseramento per una società che, di fatto, limita la libertà contrattuale dell’atleta. Giuridicamente parlando, altro non è che quel particolare vincolo che assume il giovane calciatore al momento del tesseramento per una squadra di calcio, sia essa associata alle leghe professionistiche o dilettantistiche. Per quanto riguarda le società professionistiche il vecchio art. 33 delle Noif disponeva che “i calciatori con la qualifica di giovani di serie (a partire, quindi, dal 14º anno di età) assumono un particolare vincolo, atto a permettere alla società di addestrarli e prepararli all’impiego nei campionati disputati dalla stessa, fino al termine della stagione sportiva che ha inizio nell’anno in cui il calciatore compie anagraficamente il 19º anno di età”.

Con l’abolizione del vincolo a partire dall’1 luglio 2023, nei professionisti il calciatore “giovane di serie” è vincolato con la società per la quale è tesserato per due stagioni sportive, se ha acquisito tale qualifica prima del compimento del 15º anno di età, ovvero, in tutti gli altri casi, per la sola
durata di una stagione sportiva, al termine delle quali è libero di diritto, salvo che abbia sottoscritto un contratto di apprendistato della
durata massima di tre anni. Detti contratti, ovviamente, sono onerosi e quindi rappresentano un costo per le società.
Risulta evidente che, abolendo il suddetto vincolo, le società sportive hanno subito un doppio danno: da una parte è venuto meno il “patrimonio” rappresentato dal parco giocatori “di proprietà”, che dai 14 anni in poi, col solo tesseramento, si legavano sino al 19º anno di età (e quindi è venuta meno anche la possibilità di monetizzare con la loro cessione); dall’altra, al contrario, il mantenimento dei giovani calciatori diventa un costo che va ad
aggiungersi a tutti gli altri oneri di gestione del settore giovanile, mentre prima era gratuito (per mantenerli “di proprietà” serve stipulare il contratto
di apprendistato o il contratto professionistico a partire dai 16 anni di età).