Scandalo FIGC sul caso Inter-capi Curva Nord: "L'incontro Javier Zanetti-Bellocco, la richiesta dei biglietti per la finale di Champions"

02.05.2025 10:25 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
Scandalo FIGC sul caso Inter-capi Curva Nord: "L'incontro Javier Zanetti-Bellocco, la richiesta dei biglietti per la finale di Champions"
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Ammende lievi, una giornata di squalifica e altre pantomime del genere. La storiaccia Inter-Curva Nord nerazzurra, i cui vertici si sono impelati in omicidi, traffici illeciti e rapporti con rampolli di ndrangheta, ha davvero gettato nello sdegno il sistema calcio italiano, che ha dimostrato di essere deboli con i forti e forti con i deboli. Quanto meno si abbia la decenza di non iscrivere un'altra Inter, quella U23, in serie C.

Per il vicepresidente interista Zanetti 14mila euro circa d'ammenda, lo stesso dirigente interista ha ammesso di avere avuto rapporti con Andrea Beretta, reo confesso dell'omicidio del rampollo del clan rosarnese dei Bellocco.

"Bellocco? L’ho visto una volta. Me l’ha presentato un anno fa Andrea", virgolettato di Javier Zanetti, durante l'interrogatorio presso gli inquirenti.. "Me l’ha presentato come un normale tifoso, dicendomi che era un nuovo ragazzo della curva", ha aggiunto Zanetti, ricordando la felicità di Bellocco per aver conosciuto il “capitano”, il simbolo del Triplete del 2010 che è diventato negli anni "un punto di riferimento" anche per gli ultrà più accesi.

Zanetti, oggi vicepresidente dell’Inter è stato ascoltato dai poliziotti della Mobile nell’ambito dell’inchiesta Doppia Curva dei pm Sara Ombra e Paolo Storari della Dda di Milano: ha ammesso di «conoscerli un po’ tutti» i ragazzi della Nord. A parte la new entry Bellocco, gli altri «sono persone che conosco, dopo 30 anni all’Inter, come giocatore e dirigente, e non li ho mai visti fare nulla di male nei confronti del club».

Uno dei punti principali della deposizione dell'ex calciatore riguarda quando Beretta e Ferdico lo hanno raggiunto a Sedriano, "dove mio figlio giocava a calcio" per chiedergli di "intercedere" con il club per ottenere i 200 biglietti in più per la partita di Istanbul (finale Champions 2023, ndr). "Nell'occasione loro mi avevano anche anticipato che, il giorno della finale di coppa Italia, ovvero qualche giorno dopo, avrebbero sostenuto uno sciopero del tifo e dei cori per quindici minuti, cosa che poi, effettivamente, si è verificata". Quell'incontro ha sottolineato il dirigente "è durato circa 10 minuti" e si è chiuso "informando loro che avrei parlato con chi di dovere. Quando arrivo a Roma nell'albergo della squadra parlo con Cameruccio, Claudio Sala, Silva e gli spiego quello che era accaduto. Mi rispondono che lo sapevano già e che ci avrebbero pensato loro, preciso che io in quella circostanza ho solo riportato la richiesta che mi era stata avanzata da Beretta e Ferdico, senza aggiungere altro".

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Riguardo ad Antonio Bellocco, l'esponente della tifoseria e di una potente famiglia della 'ndrangheta ucciso lo scorso settembre da Beretta, ha riferito di averlo "incontrato una sola volta". L'ex difensore nerazzurro ha raccontato che era "venuto con qualche ragazzo della curva" a uno dei suoi ristoranti. "Erano più o meno le tre del pomeriggio, quando la gente era andata via (...) e Bellocco era fuori, aspettava in macchina. Beretta mi dice, 'ti vogliamo presentare una persona'" aggiungendo "che era appena uscito dal carcere. Mi trovavo in una situazione scomoda, però acconsento, sapendo che lo avrei soltanto salutato e poi sarei andato via".

Per dirla con un’altra frase captata dagli investigatori "contano solo i soldi, non si lavora per il popolo". Le strette di mano con le bandiere storiche e le professioni di fede (ultrà) servono soltanto ad acquisire più potere e reclamare per sé fette più grosse del business.

La prossima porcata sarà dunque quella di iscrivere l'Inter B in serie C? La FIGC non può più scappare da questa questione morale.

IL RESOCONTO DELL'INCHIESTA - Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Milano infatti i capi della curva dell’Inter finiti in manette, con Ferdico in prima linea, esercitavano una sorta di "potere intimidatorio" nei confronti della società e dei giocatori per ottenere informazioni, influenzare il calciomercato oppure ottenere più biglietti per le partite, dalla cui rivendita gonfiata entravano in realtà introiti milionari nelle casse della curva. Un giro di denaro illecito su cui aveva allungato le mani anche la criminalità organizzata, e che contava anche richieste di "pizzo" per i parcheggi, i proventi delle bancarelle di cibo e bevande all'esterno del Meazza e il merchandising.