Il calcio tra Calabria e Sicilia: Reggina e Messina annaspano, Cosenza al buio, eccezione a Palermo, il Catania tenta il rilancio

Non è un momento felice per il calcio del Sud Italia, a parte qualche eccezione quanto mai particolare. Reggina e Messina, in un'area che potrebbe avere una potenzialità economica rilevante, annaspano tra buona volontà ma limiti economici (sponda amaranto) e guai accumulati nel corso del tempo (sponda peloritana).
In terra calabrese, Cosenza sembra essere in una sorta di tunnel buio, con Guarascio che sembra essere sul punto di lasciare e poi non lascia mai, mentre Catanzaro e Crotone sono le uniche ad avere una proprietà indigena, con Noto e Vrenna che fanno il loro da tanti anni. A Vibo c'è la proprietà più importante, quella Caffo che proprio negli ultimi giorni ha acquisito niente di meno che la Cinzano, mentre a Reggio Calabria gli ultimi otto-nove anni sono stati tragicomici o quanto meno dal sapore dell'agrodfolce realtà nel senso che si sono avvicendate gestioni che hanno fatto i conti con alcuni limiti strutturali e gestioni invece che hanno lasciato macerie e disastri sparsi.
In Sicilia, risaputa la situazione del Messina, c'è la City Group in una città come Palermo che vanta un pubblico importante, ci sono gli italo-australiani a Catania che comunque stanno garantendo un certo tipo di investimenti, mentre sia Trapani che Siracusa sono gestite da imprenditori non locali, con tutti i "rischi" del caso, nel senso che da un momento all'altro potrebbero dirottare i loro soldi altrove.
Due squadre su nove militano in B, Catanzaro e Palermo, cinque in serie C e addirittura tre in serie D: non è insomma il momento storico più brillante per le due regioni più a Sud della Penisola.
COSENZA - Guarascio (Ecologia Oggi)
CROTONE - famiglia Vrenna
CATANZARO - famiglia Noto
VIBONESE - Caffo
REGGINA - Ballarino/Minniti
MESSINA - ?
CATANIA - Pelligra
PALERMO - City Group
TRAPANI - Antonini
SIRACUSA - Ricci