Eliminate quella norma

10.10.2013 11:33 di  Giovanni Cimino  Twitter:    vedi letture
Eliminate quella norma
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© foto di Federico De Luca

Negli ultimi giorni, il mondo del calcio italiano è stato travolto dalle polemiche in seguito alla chiusura per un  turno del campo del Milan, a causa dei cori di "discriminazione territoriale" da parte dei tifosi rossoneri.

Abbiamo visto le lamentele di tutte le società, che in virtù di questa norma assolutamente unica in Europa, che neanche la Uefa adotta, sono praticamente ostaggi da parte di gruppuscoli di Ultras o definibili in qualsiasi modo. Il presidente della Lega di serie A, Beretta, in virtù dei suoi strettissimi e risaputi rapporti con l'ad Galliani, ma anche con l'attuale establishment di via Rossellini, si è subito indignato per la punizione inflitta alla società meneghina.

Italiani, gente di grandissima fantasia. Come poter legittimare gli imbecilli e gli spiritosi? Introducendo queste norme ridicole. Pensate un pò quanti stadi sarebbero stati chiusi e quante tifoserie sarebbero dovute restare a casa, se per ogni volta che nelle gare della Reggina prestavamo ascolto ai cori di scherno verso la città dello Stretto e i suoi abitanti. "Avete il permesso di soggiorno?" e altre amenità varie. Negli anni in cui la Reggina non era ancora una grande realtà e nei primissimi anni di serie A, si sono subiti parecchi episodi simili, eppure nessuno si è lamentato, abbiamo solo preso quelle insensatezze e cercato di giocare sul campo e tener testa a realtà più opulente di quella amaranto. Facendocela spesso e volentieri.

E ora, caro calcio italiano, ci metti in mezzo questa "discriminazione territoriale" che fa accapponare la pelle? Per decenni, negli stadi è bazzicato qualche imbecille, frustato, quasi ignorante, ma non per questo  tutti gli spettatori sono considerati alla stessa stregua. Eliminate quella fastidiosa norma, non date spazio ai bontemponi, pensiamo più al calcio giocato e i famosi buuu, i famosi cori che descriminano una parte di territorio, magicamente scemeranno. Il calcio non è degli imbecilli, non è di quelli che comprano i biglietti e si liberano le loro frustazioni o di quelli seduti quasi abusivamente nelle stanze del potere..