Tra Calabria e Sicilia solo due squadre gestite da imprenditori locali: Noto eccezione, problemi extracampo per Vrenna a Crotone
Floriano Noto, patron del Catanzaro, ha parlato qualche settimana nel corso del Premio Ceravolo, organizzato da Maurizio Insardà, e ha sottolineato un aspetto assai particolare:
"Proprietà straniere? Ormai sono la metà in B e rendono noi italiani animali in via d’estinzione".
Entrando ancor più nel dettaglio, tra Calabria e Sicilia, solo il Catanzaro e il Crotone hanno una proprietà locale, le altre invece hanno investitori non della città o addirittura non italiane. Oltretutto, il Crotone è in amministrazione giudiziaria per presunte infiltrazioni della criminalità organizzata. C'è dunque una sorta di "disaffezione" dell'imprenditoria locale, almeno al Sud, verso le squadre di calcio che rappresentano le città? I fatti dicono questo.
La Reggina non è totalmente "reggina" dal 2019, dall'avvento del signor Gallo, arrestato poi nel maggio 2022. A giugno il subentro di Saladini, poi autore della nuova sparizione dopo quella targata Foti. Nel settembre 2023 l'avvento della proprietà di origine catanese (60%) e reggina (40%)
Nel dettaglio:
COSENZA - Guarascio (Lamezia Terme)
CATANZARO - Noto (locale)
CROTONE - Vrenna (locale)
VIBONESE - investitori siciliani
REGGINA - azionista di maggioranza di Catania, minoranza di Reggio
MESSINA - nuova proprietà di origini australiane
PALERMO - City Group (Emirati Arabi Uniti)
CATANIA - Pelligra (Australia)
TRAPANI - Antonini (romano)
SIRACUSA - Ricci (toscano)
