REGGINA, COMUNE E MARCHIO: SI PUÒ AVERE ANCORA FIDUCIA NEGLI UOMINI?

24.05.2024 13:00 di  Valerio Romito   vedi letture
REGGINA, COMUNE E MARCHIO: SI PUÒ AVERE ANCORA FIDUCIA NEGLI UOMINI?

Come ampiamente pronosticato, finita la stagione agonistica il dibattito è stato immediatamente monopolizzato dalle questioni che, volenti o nolenti, hanno caratterizzato sin da principio la ripartenza del nuovo soggetto calcistico reggino e che si avviano alla conclusione, in un modo o nell’altro: ma che tale conclusione, come auspicato dai più, sarà o meno prodromica ad una “pace sociale” tra tutte le componenti in gioco, potrebbe non costituire il naturale epilogo di quella che appare sempre di più una soap opera infinita.

Esaurito, anche se non ancora in maniera dirimente, il primo step relativo al S. Agata dove, abbastanza sorprendentemente viste le premesse e gli “spifferi”, la sola LFA ha presentato regolare manifestazione d’interesse, l’attenzione è ovviamente rivolta a quello che, a ragione o a torto che sia, è certamente l’appuntamento più sentito dalla tifoseria, ovvero l’acquisizione del marchio messo finalmente in vendita dalla curatela fallimentare, con un colpo di scena avvenuto nel pomeriggio di ieri quando il sindaco, con un annuncio piuttosto scenografico direttamente dal terreno di gioco del Granillo, ha annunciato la delibera di giunta che consentirà all’ente di partecipare al bando, insieme ad una implicita preghiera, rivolta ai competitors, per un sorta di “via libera” valido a scongiurare un’eventuale asta a cui, ragionevolmente, l’istituzione non potrà partecipare.

L’intendimento, in astratto, apparirebbe inappuntabile: mettere al sicuro il marchio in caso di nuove, malaugurate, traversie che dovessero causare nuovi cataclismi in seno alla squadra amaranto, in modo da saltare un passaggio e, presumibilmente, evitare le solite sterili polemiche riguardo identità tradizione ecc. su eventuali nuovi soggetti incaricati per rifondare per l’ennesima volta il calcio cittadino. Ma siamo sicuri che questo possa essere l’unico, bonario effetto di una simile operazione? Perché non va mai dimenticato che una istituzione pubblica, per quanto portatrice di interessi collettivi, è pur sempre gestita da uomini e, per il tramite di essi, dalla politica.

A pensar male, diceva il divo Giulio, si fa peccato ma spesso ci si azzecca: in questo senso, come si fa ad escludere che in un futuro, prossimo o venturo, il sindaco di turno non possa assurgere a “padrone di casa” nei confronti del concessionario, più o meno velatamente, fino a giungere a potenziali vere e proprie ingerenze gestionali, pena la revoca del marchio stesso? Ai fini dello sfruttamento del brand per fini commerciali, il club avrà mano libera o sarà sottoposto a vincoli autorizzativi? Per chi ritiene che questa posa essere un’ipotesi esagerata ai limiti del paradossale, basterebbe ricordare che anche in tempi recentissimi ci sembra che la politica locale non abbia avuto remore ad intromettersi proprio nelle questioni attinenti al mondo amaranto.

Per i molestatori seriali che utilizzeranno tale ragionamento per accusarci di “soliti” fantasiosi favoritismi verso l’attuale società, intendiamo deluderli precisando che si argomenta per principi (come sempre) che restano validi comunque vada a finire, pur essendo certi, a maggior ragione, che nel caso in cui il comune riuscisse a spuntarla il prossimo 29, non vi potrebbe certamente essere un finale diverso dalla successiva consegna del marchio al soggetto indicato tramite l’art. 52 comma 10 delle NOIF e dunque legittimo erede del titolo sportivo designato dalla FIGC, qualora quest’ultimo ritenesse di accogliere l’invito del primo cittadino e d ritirasi dall'asta, anche solo per non dare adito ad ulteriori e tutt’altro che auspicate polemiche, ma di fatto “tradendo” l’impegno perso a fronte delle continue e reiterate richieste dei tifosi.

Inoltre, è altrettanto lecito chiedersi come mai questa ipotesi, ipoteticamente così sobria e nobile, in un contesto di oltre 260 squadre tra serie A e serie D ed a fronte di parecchie decine di fallimenti occorsi negli ultimi anni e che hanno toccato anche piazze storiche e prestigiose, sia stata presa in considerazione ed intrapresa da appena l’1% dei comuni interessati? Per insensibilità o magari, semplicemente, lucida opportunità?

Non bisogna mai smettere di avere fiducia negli uomini” da una nota citazione di Toni Servillo tratta da un bellissimo film di Paolo Sorrentino: magari sarà così e le nostre preoccupazioni risulteranno immotivate ed eccessivamente pessimiste; tuttavia, il timore che la situazione di incertezza e di divisioni da cui attendevamo ardentemente di liberarci da qui a qualche giorno possa, in un modo o nell’altro, permanere seppur in altre forme, è un pensiero di cui faremmo volentieri a meno tutti quanti.