Il pres.dei preparatori atletici Saffioti a TuttoReggina:"Ci siamo illusi degli australiani. Lo scorso anno non parlavamo di calcio"

09.05.2016 09:43 di  Lorenzo Vitto   vedi letture
Il pres.dei preparatori atletici Saffioti a TuttoReggina:"Ci siamo illusi degli australiani. Lo scorso anno non parlavamo di calcio"
© foto di FOTO TUTTOREGGINA

Giovanni Saffioti, per 14 anni ha militato nelle vesti di preparatore atletico nella Reggina Calcio. Dopo le disavventure estive del 2015, si è trovato anche lui a "spasso". Con l'amaranto appiccicato alla pelle, ha intermezzato il suo lungo periodo al centro sportivo Sant'Agata con le esperienze nel Vicenza e Salernitana.

È il presidente dei preparatori atletici della Calabria.

-Professore, dopo la vittoria col Messina al San Filippo la Reggina da lì a poco decideva di chiudere con l'attività professionistica e proseguire solamente con il settore giovanile e scolastico. Come é avvenuto il suo distacco con il club?

"La vittoria del 30 maggio a Messina ha chiuso un anno di sofferenza che ha premiato gli sforzi quotidiani sul campo. È un giorno che resta per sempre scritto nella storia della Reggina calcio perché ha sancito la salvezza sportiva proprio contro "la rivale" storica nel suo terreno di gioco condannandola alla retrocessione. Ricordo che tutti assieme quella sera siamo stati accolti a Reggio in trionfo, abbiamo festeggiato con il presidente Foti in un noto locale di Reggio e nessuno poteva mai pensare che dopo 45 gg la Reggina non si iscriveva al campionato. Eravamo al corrente dei vari problemi ma sinceramente non pensavamo potesse finire così".

L'ultima fermata è stata dolorosa, dopo tanti anni trascorsi nell'Olimpo pallonaro?

"Non mi sarei mai aspettato una fine così, perché pensavo che pur tra tante difficoltà il presidente stava dando tutto se stesso pur di salvare la società. Ho visto un uomo combattere con tutte le sue forze ed ho creduto che alla fine riusciva a spuntarla come sempre. Ricordo che il 10 luglio scorso mi ha contattato una società di serie B che adesso farà i play off ed io dopo una notte di viaggio mi recai all'appuntamento e risposi di no... Ho ancora tre anni di contratto con la Reggina, dovete parlare con il presidente Foti - risposi -. Solo dopo 4 giorni non ci siamo iscritti al campionato".

Lei ha rinunciato ad alcuni stipendi per andare incontro alle esigenze economiche della società con il famoso e tanto discusso incentivo all'esodo. Si sente deluso o tradito?

"Si anche io, come d'altronde molti altri professionisti che avevano a cuore le sorti della Reggina, ho rinunciato a degli stipendi. Non sono deluso e nemmeno tradito, mi sento come se avessi avuto un "lutto" per la scomparsa di una persona che rappresentava per me un qualcosa di molto importante".

Ha deciso di divorziare con il tecnico Breda, per amore della Reggina o c'è dell'altro?

"Con Roberto abbiamo vissuto delle esperienze professionali molto intense, non eravamo soltanto il mister e il professore siamo principalmente due amici che hanno una grande stima l'uno dell'altro. Roberto oltre ad essere un grande allenatore è un grande uomo. Quando il presidente Foti mi ha proposto 5 anni di contratto io lo dissi a lui ed ero molto titubante perché mi dispiaceva non essere ancora al suo fianco a condividere le future esperienze, però lui da grande persona qual è mi disse: se non accetti ti porto io di peso. Sapeva quanto fossi legato alla Reggina e alla mia famiglia, quindi mi ha spinto lui a prendere la decisione definitiva di rimanere in amaranto".

Ricordi indelebili.

"La decisione di restare alla Reggina è solo da attribuire al grande amore verso questa società e verso quei colori. Sono arrivato al Sant'Agata da ragazzo e devo alla Reggina la mia formazione professionale ed umana. Non posso mai dimenticare le lunghe riunioni con il presidente Foti, il direttore Martino e non per ultimo Giacchetta".

Foti e gli australiani, anche voi calciatori credevate nell'acquisto della Reggina. Pure lei si era illuso?

"Credevamo tutti negli investitori d'oltreoceano, sembrava tutto fatto. Un giorno ricevemmo una chiamata nello spogliatoio da parte del presidente che si trovava in Australia ed in modo entusiastico ci ha parlato di queste persone che erano emigrate in Australia ed anche per loro la Reggina era un qualcosa di importante come senso di appartenenza. Poi purtroppo non so cosa sia successo è stato un sogno che pian piano si è sciolto".

Ci racconti qualche aneddoto della triste annata.

"Lo scorso anno purtroppo negli spogliatoi si parlava di tutto tranne che di calcio, ma alla fine sono prevalsi i valori umani ed il grande attaccamento di chi quotidianamente lavorava, sudava e piangeva per questa città" .

La Ssd Reggio Calabria ha sostituito la Reggina iniziando dalla serie D. Per lei è una continuazione il cammino nato nel 1914 o bisognerà parlare di un nuovo club datato 2015?

"La nuova società in questo momento rappresenta e garantisce il calcio a Reggio Calabria, dal mio punto di vista deve essere sostenuta per riprendere il cammino glorioso lasciato dalla Reggina calcio. Ci sono uomini di sport e di calcio che hanno un'esperienza importante, le nuove iniziative spesso pagano dazio e serve del tempo affinché inizino a decollare. Il periodo storico dal punto di vista economico è solo un bel ricordo, noi viviamo in una regione povera e la nostra provincia è all'ultimo posto in questa triste graduatoria. Se si vuole ripartire e portare il calcio che conta in città a mio parere bisogna unire tutte le forze, mettere da parte qualsiasi forma di polemica ed avere molta pazienza. I reggini devono ricordarsi che hanno vissuto anni stupendi indimenticabili perché la Reggina ci identificava tutti come la parte più bella della Calabria ci rendeva orgogliosi di essere calabresi, però devono anche ricordarsi che grandi piazze calcistiche hanno vissuto dei disastri finanziari e pian piano si sono rialzati, quindi pazienza e coesione da parte di tutte le componenti sono determinanti a ridarci ciò che avevamo".

Il suo futuro: dietro una scrivania o in tuta e fischietto?

"In questo momento sto insegnando in una scuola importante della provincia, ho anche il piacere è l'onore di essere presidente dei preparatori atletici della Calabria, spero che il mio anno di castigo finisca ed io possa ritornare a fare ciò che amo di più. Rivoglio la tuta, il fischietto ed il cronometro".