INTERVISTA/ Giorgia Matteucci, moglie di Bonazzoli: «Tra tanti ventenni, si sente una chioccia»

La signora Bonazzoli parla dell'attaccante amaranto ai microfoni di TuttoReggina.
06.07.2011 13:54 di  Franco Cleopadre   vedi letture
INTERVISTA/ Giorgia Matteucci, moglie di Bonazzoli: «Tra tanti ventenni, si sente una chioccia»

Le vacanze per il dorato mondo del calcio sono finite, ma solo per i mariti. Le signore, badanti dei propri figli, sono ancora nei luoghi di villeggiatura. Tra queste, la signora Giorgia Matteucci/Bonazzoli, costretta dal figlio Cristian a soggiornare a Formentera, una delle quattro isole principali dell'arcipelago delle Baleari in Spagna. Conoscendo il suo stile e cortesia, l’abbiamo raggiunta telefonicamente.

Signora, Lei ha seguito il suo Emiliano per l’intero campionato. Quale partita l’ha entusiasmata maggiormente?
«La semifinale playoff a Novara. L’ho vissuta con particolare tensione emotiva. Era un sogno che si stava realizzando. Attimo dopo attimo, la frequenza cardiaca ha subìto accelerazioni e decelerazioni, fino al fischio di chiusura. Peccato che oltre a me, i tanti Reggini presenti non abbiano potuto concludere con cori di gioia, ma questo è il calcio».

Quando si è resa conto che per Emiliano era la stagione giusta?
«Sin dall’inizio. Lo vedevo sereno e tranquillo. Probabilmente gli obiettivi  prefissati dalla società non lo hanno caricato di tensione, e questo è servito a far riemergere quei valori che si chiamano fiducia, autostima, motivazione, che sembravano  rinchiusi, a doppia mandata, nel cassetto».

Quali pensieri le son passati per la mente dopo gli infortuni che lo hanno bloccato?
«Ci risiamo! Questa è proprio sfortuna. Speriamo non si tratti di un fatto importante che lo terrà lontano dal terreno di gioco per parecchio tempo. E’ con la continuità di gioco che si mantiene la forma e si segnano i gol…e dei suoi gol, la Reggina ne aveva proprio bisogno».

Quali sono i ricordi più belli della sua vita di coppia, a parte la nascita di Cristian?
«Non è facile fare una selezione. Quando c’è l’amore tutti i ricordi sono belli, specie se dall’altra parte ti trovi una persona come Emiliano. Ma se proprio ci tiene a qualche caso concreto, non esito a ricordare l’estate  di 5 anni fa, quando l’ho conosciuto sulla Riviera Romagnola, e il Natale dello stesso anno a Parigi, quando mi chiese di sposarlo».

La fascia di capitano, dopo la partenza di Missiroli, sotto il profilo psicologico, che effetto ha prodotto?
«Era già carico. Le onorificenze più belle sono quelle che ti vengono offerte, non che chiedi. I "gradi“ sono serviti a far crescere ulteriormente l’autostima e la fiducia. Tutti lo hanno incoraggiato e lui, tra tanti ventenni, si è sentito come la chioccia tra i pulcini, creando mentalmente l’equazione: maggiore responsabilità= maggiore attenzione».

Quale goal le è piaciuto maggiormente tra i 19 realizzati quest’anno?
«Quello dell'1-2 con il Novara. Ho visto che dal centro area e dal limite, ha fatto partire un tiro con grinta e concentrazione e  mi sono detta: "Giorgia questo è il gol vittoria!"».

Dovendo attribuire un voto 1-10, quanto pensa che i Reggini siano legati al loro bomber?
«Cento, senza aggiungere altro. La dimostrazione l’ho avuta l’anno scorso, quando pur non avendo reso, come era nelle attese, nessuna contestazione, nessuna critica, e di ciò ne sono grata al tifo amaranto. Mi sento una di Voi e qualunque cosa dovesse riservare il futuro, non dimenticherò mai l’accoglienza avuta in questa bella città».

A chiusura della campagna di riparazione di gennaio il Presidente dichiarò che avremmo raggiunto i play off. Sempre 1-10, che credito ha dato a quell’affermazione?
«Senza dubbio 8, perché l’imponderabile è sempre dietro l’angolo. Sono certa, però, che se il Presidente fa un’affermazione, non è mai frutto di avventatezza o da giocatore da poker, bensì di valutazioni poliedriche e mirate».

Novara-Reggina, semifinale playoff: siamo al recupero. Con un eurogol, Rigoni pareggia l’incontro. Cosa le è passato per la mente?
«Mi si è frantumato un sogno.Ho pianto assieme alla squadra. Sono certa che se si fosse ripetuta la partita l’avremmo vinta. Vedere piangere la squadra mi ha dato la netta misura di quanto fosse solido e motivato il gruppo. Pazienza! Lo sport è spirito di sacrificio e bisogna accettare il verdetto del campo… ricordando anche che nell’ultima decade di agosto si riparte e la nuova Reggina di Breda potrà sempre contare sul calore del suo pubblico».

Cosa ha provato nel vedere il Granillo pieno nell’incontro con il Novara?
«Forte emozione che parte dal profondo dei sentimenti, ti fa venire la pelle d’oca e un grosso nodo in gola, cui seguono lacrime di gioia. Emiliano mi parla sempre del tifo amaranto e pur essendo arrivato a Reggio per la prima volta nel gennaio 2003, ricorda la forte spinta che arrivava alla squadra dalle tribune del "Granillo". E’ un sogno realizzabile quello di risentire  l’urlo dei 20.000 tifosi amaranto? Questa domanda la pongo io a Lei».