REGGINA: VERGOGNA SERIE C, È TEMPO CHE LA POLITICA FACCIA LA VOCE GROSSA

La prima dead line del 1° luglio relativa al pagamento delle spettanze di giugno ha, come ampiamente previsto, ufficialmente scoperchiato l’inadeguatezza o, per meglio dire, il bluff dei controlli contabili che, poco meno di un mese fa, avevano goffamente cercato di camuffare una crisi del pianeta calcio italico dai contorni inequivocabili ed indifendibili, di cui i nodi erano inevitabilmente destinati a venire al pettine.
Triestina e Rimini non sono riuscite ad effettuare, e dunque documentare, i dovuti versamenti ai propri tesserati riguardante sia gli stipendi che i contributi fiscali e previdenziali, e rivelando una situazione pressoché disperata che già a tempo debito poteva sfuggire solo chi ha fatto finta di non vedere, visto che entrambe le società, a poche ore dalla mezzanotte del 6 giugno, scadenza perentoria per l’ottenimento dell’iscrizione ai campionati, non riscontravano un euro che fosse uno sui relativi conti correnti dedicati, fino al “magheggio” intervenuto al fotofinish; qualche altra società ha invece nuovamente superato l’ostacolo per il rotto della cuffia, vedi la Ternana grazie all’intervento del sindaco ex proprietario (con modalità di cui saremmo curiosi di scoprirne la natura).
Come già ipotizzato qualche giorno fa, le stesse, salvo colpi di scena con relativi effetti speciali, sembrano destinate a mancare anche la successiva scadenza di inizio agosto che, regole alla mano, potrebbe causare una preventiva uscita di scena ancor prima del fischio di inizio della prima giornata, e già le cronache raccontano di una surreale possibilità che uno o due gironi possano cominciare già monchi aggiungendo ulteriore vergogna ad un campionato già ampiamente vilipeso non più di qualche settimana fa, oltre che in aperto contrasto con la normativa sportiva.
Abbiamo infatti già ricordato come l’art.49 lettera B delle NOIF stabilisce il campionato di serie C deve essere inderogabilmente articolato in tre gironi di 20 squadre ciascuno, almeno ai nastri di partenza: dunque per eventuali defezioni che precedano l’avvio ufficiale della stagione, la FIGC, nella persona del suo presidente, ha il preciso dovere di porre tutti i provvedimenti necessari affinché ciò avvenga.
Ovviamente non abbiamo alcuna fiducia sulla possibilità che ciò avvenga, a fronte di una gestione ormai fuori controllo, per non dire sfrontata ogni oltre decenza, ed è proprio per questo motivo che, una volta tanto, sarebbe quanto mai auspicabile un intervento deciso e risoluto della politica reggina, sia essa nazionale, regionale, metropolitana o cittadina, e scevra da qualsiasi interesse partitario, come mai accaduto realmente ed efficacemente sulle vicende che hanno devastato la nostra squadra, e non certo per mandare messaggi alla città tramite gli ultras e non attraverso canali istituzionali…
Quella politica che adesso dovrebbe vigilare affinché la federazione non compia l’ennesimo atto rabberciato per non far accendere i riflettori sull’ennesimo scandalo ingiustificabile; quella politica che dovrebbe indagare, magari con una sorta di accesso agli atti, per scoprire in che maniera la Covisoc sia riuscita a giudicare bianco ciò che palesemente era nero; quella politica che, una volta per tutte, dovrebbe rappresentare, fino ad urlare, che in un mondo in cui i furbi riescono in un modo o nell’altro a farla franca, la Reggina è stata l’unica a pagare un prezzo pesantissimo: avrà anche sbagliato, ma in confronto a ciò che è accaduto da lì in poi, è stata punita con l’ergastolo per aver rubato una merendina.
Mentre tutto ciò accade, e nell’attesa di scoprire quale nuovo artifizio verrà inventato per salvare un relitto che sta già andando a fondo, continuiamo a ribadire come la Reggina debba, comunque, andare avanti per quella strada che la vede, oggi, dover affrontare la serie D, senza togliere energie e risorse da dedicare esclusivamente alla costruzione della nuova squadra, su cui finalmente giungono le prime notizie: tutto ciò che potrà accadere, seppur in percentuali ridotte all’osso, sarà eventualmente un di più da considerare al momento opportuno.