REGGINA: ADESSO BISOGNA DARE SEGNALI IMMEDIATI, FORTI ED INEQUIVOCABILI

14.06.2025 13:00 di  Valerio Romito   vedi letture
REGGINA: ADESSO BISOGNA DARE SEGNALI IMMEDIATI, FORTI ED INEQUIVOCABILI

Voltare immediatamente pagina dopo l’ennesima delusione riguardante un possibile approdo in serie C è operazione che appare, oltre che urgente, soprattutto taumaturgica per mettersi alle spalle quanto successo in una settimana di passione che probabilmente ha illuso un po’ tutti per qualcosa che credevamo potesse realizzarsi, viste le premesse cristalline, ma a cui una realtà amara e beffarda ha tarpato qualsiasi speranza e, soprattutto, certificato definitivamente che non vincere la serie D preclude qualsiasi altra possibilità di abbandonare un torneo che invece saremo costretti ad affrontare per il terzo anno consecutivo, cioè esattamente ciò che non sarebbe dovuto accadere.

Non dimentichiamo certo quando, giusto un anno fa, non prendevamo neanche in considerazione la possibilità di non vincere un campionato per affrontare il quale, a differenza dell’anno precedente, avremmo avuto tutte le possibilità, organizzative e temporali, per costruire quanto necessario per avere la meglio sugli altri competitors: il risultato finale ci ha invece detto che quello che non si doveva fallire è stato fallito, dato incontestabile e che, ovviamente, nessuno ha mai pensato di contestare, almeno per quanto ci risulta. Certo si dirà, anche correttamente, che i 78 punti conquistati (81 sul campo), corrispondenti alla terza media punti assoluta di tutta la categoria, avrebbero consentito di trionfare agevolmente in sette dei nove gironi esistenti, ma purtroppo i se nel calcio non hanno mai prodotto nulla di concreto.

Tutti noi abbiamo negli occhi un girone di ritorno disputato al limite della perfezione che, proiettato nel lungo periodo, avrebbe fatto impallidire persino la cavalcata del Trapani della stagione 2024/25, ma sfortunatamente, almeno per noi, le stagioni vanno considerate per intero, ed in quella appena trascorsa va valutato il contraltare dell’andata, assai meno entusiasmante ed alla fine risultata decisiva per aver mancato l’obiettivo, seppur appena di un soffio.

Detto questo, pur consci del fatto che solo chi non opera non sbaglia, soprattutto in un settore in cui i risultati, per quanto programmabili, sono indiscutibilmente aleatori, con la stessa chiarezza con cui imputiamo le giuste responsabilità a chi di dovere per non essere riusciti a conquistare ciò che non doveva sfuggire, riteniamo oltre ogni indugio che soffermarsi sul latte versato oltre il consentito non comporta alcun vantaggio apprezzabile, se non quello di riuscire a trarre più insegnamenti possibili dagli errori commessi per cercare di non ripeterli, ad ogni costo.

Proprio uno di questi errori, probabilmente il più grave, sta inducendo la società a programmare ciò che si decise di non considerare utile lo scorso anno, vale a dire la continuità tecnica rispetto all’esperienza precedente: è di queste ore la certezza che Bruno Trocini continuerà a guidare, con grande merito, quella che dovrà essere l’ultima esperienza amaranto in quarta serie, così come la stessa continuità verrà garantita dalla conferma di gran parte dei cosiddetti titolari che tanto hanno dato ai colori amaranto, e non solo in termini tecnici come ben sappiamo.

Ovvio che tali notizie, per quanto gradite e, riteniamo, fattivamente positive, non possano risultare da sole sufficienti a garantire il perseguimento di quanto auspicato: lungi dalla necessità di rivoluzionare un complesso già oggettivamente competitivo, appare però ugualmente indispensabile completare la rosa con quegli elementi che il tecnico riterrà funzionali a chiudere il cerchio, senza dunque l’onere né di svenarsi né tantomeno di rincorrere figurine, ma semmai utili sia ad allungare una rosa che forse nell’ultimo torneo non ha sempre fornito adeguati ricambi a chi ha spesso tirato la carretta senza soluzione di continuità, sia a supportare i cosiddetti senatori che certamente continueranno a risultare indispensabili sotto ogni punto di vista, ma che considerato l’anno in più potrebbero avere la necessità di tirare maggiormente il fiato.

Va inoltre considerata ugualmente decisiva la definizione dei rinnovi riguardo quegli elementi altrettanto fondamentali per completare un quadro tecnico che ha funzionato come un orologio svizzero e che, nei limiti del possibile, non va smantellato, così come consideriamo che gran parte di ciò vada ufficializzato prima possibile: non siamo certo del partito che ritiene che la squadra vada completata a giugno, ma riteniamo altrettanto importante che, in questo determinato momento, vengano lanciati urbi et orbi segnali precisi in maniera forte ed inequivocabile.

Segnali rivolti agli avversari, che dovranno saper da subito che il prossimo anno la Reggina dovrà essere la squadra da battere, quasi a scoraggiare le velleità di potenziali rivali: ma ancora più importante, segnali rivolti alla piazza ed ai tifosi.

Abbiamo sempre rimarcato come la nota probabilmente più positiva dell’ultima stagione si sia concretizzata nella rinascita di un rapporto quasi simbiotico tra la squadra ed il suo pubblico, attraverso un rapporto di continua e genuina reciprocità: va però giocoforza evidenziato come tutto ciò che si è creato possa sgretolarsi in un amen qualora la stessa piazza, che vede all’orizzonte la prospettiva indigesta del terzo campionato consecutivo di serie D, non ravvisi, nell’attuale programmazione, la sensazione che si stia percorrendo la retta via per un progetto vincente.

Guai anche a sottovalutare, sempre in tema ambientale, l’opportunità di coccolare quei tifosi che mai hanno fatto mancare il proprio sostegno dentro e fuori le mura amiche, per cui non ci sembrerebbe un’eresia prevedere una sorta di gratificazione economica rivolta quantomeno ai vecchi abbonati, anche per evitare di prestare il fianco ad ulteriori, stucchevoli critiche da chi, anche se sempre più isolatamente, non vede l’ora di lanciare nuovi strali verso la governance di via delle industrie. Va da sè dunque che qualsiasi decisione che andasse in senso contrario non otterrebbe che l'effetto di far imbufalire una tifoseria già sul filo del rasoio a causa di una permanenza in quarta serie non preventivata, con chiare ricadute sul numero di spettatori che rischierebbe di toccare cifre ancora più esigue.

Spesso si richiede, anche giustamente, una unità di intenti da tutte le componenti in gioco al fine di competere il più serenamente possibile verso la più che agognata meta; tuttavia, appare inevitabile che il primo passo, in questo senso, tocchi alla società ma con la consapevolezza, dettata ormai dall’esperienza, che se si semina bene, i buoni frutti non tarderanno ad arrivare. Forza e coraggio.