REGGINA: NULLA DI FATTO, ANCORA UNA VOLTA IL SISTEMA SI È CHIUSO A RICCIO

13.06.2025 19:15 di  Valerio Romito   vedi letture
REGGINA: NULLA DI FATTO, ANCORA UNA VOLTA IL SISTEMA SI È CHIUSO A RICCIO

Poteva essere una grande occasione, e non ci riferiamo solamente alla Reggina ma all’intero sistema del calcio italiano, che da queste verifiche poteva trarre un’opportunità di redenzione difficilmente ripetibile: quello stesso sistema invece ha evidentemente deciso, per l’ennesima volta, di autoconservarsi disperatamente, vittima dei suoi compromessi e della assoluta mancanza di una vera visione riformista, al netto di tante, troppe chiacchiere circostanziali. Ed anche ove non fossero stati coinvolti gli amaranto, non avremmo cambiato di una virgola certe convinzioni.

I controlli appena conclusi da parte della Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, sulla base dei nuovi e, sulla carta, “stringenti” criteri che avrebbero dovuto costituire una montagna fatta di austerità ed inflessibilità, hanno invece prodotto il consueto topolino certificando, di fatto, una situazione generale da cui “trasuda” salute e sostenibilità nella gestione della quasi totalità delle cento società professionistiche del panorama nazionale, fatta esclusione ovviamente di chi già non aveva presentato alcuna documentazione, ossia la Lucchese già defunta da mesi ed il Brescia travolto dalle problematiche, con probabili risvolti penali in arrivo, riguardanti gli ormai famigerati crediti fiscali, oltre naturalmente la Spal già autocondannata all’esclusione per avere ammesso di aver presentato una domanda incompleta, e che assai “opportunamente” creerà lo spazio necessario ad accogliere quell’Inter under 23 così esplicitamente cara e gradita alla federazione.

Il tutto, ovviamente, va a stridere violentemente con una realtà che ci ha raccontato una situazione in cui decine di società risultavano, a poche ore dalla scadenza dei termini perentori, privi della garanzia fideiussoria formato maxi (700k) mentre altre, in procinto di saldare quanto dovuto riguardo agli obblighi federali verso tesserati e dipendenti, presentavano i conti bancari dedicati ancora in rosso: non avendo i controlli rilevato miracolosamente alcuna criticità per tutte le fattispecie, potrebbe comprensibilmente sorgere qualche perplessità in esito alla provenienza delle fideiussioni nonché alla valuta di pagamenti effettuati quasi sul gong, ma ovviamente non possedendo riscontri documentali tali interrogativi sono destinati a rimanere solo supposizioni.

Altrettanto chiaramente, non ci vorrà molto per verificare se i prossimi mesi potranno confermare un esito così virtuoso delle verifiche, o se invece ci troveremo dinanzi a nuovi disastri derivanti da mancati pagamenti o nuovi disimpegni societari: l’antipasto è già costituito da almeno tre società che si presenteranno ai nastri di partenza della nuova stagione con pesanti penalizzazioni sul groppone, non esattamente il miglior viatico a quello che doveva rappresentare un nuovo corso ma che già oggi appare una triste replica di quanto vissuto solo poche settimane fa.

In aggiunta, si attende di scoprire se l’inchiesta riguardante la già citata compravendita di crediti fiscali inesistenti aprirà un nuovo fronte di polemiche e soprattutto irregolarità, temiamo piuttosto diffuse: ove dovessimo ritrovarci in questo nuovo ed inquietante scenario, è tanta la curiosità di verificare le reazioni di chi di dovere, e quale sarà il nuovo specchietto per le allodole adottato quale rimedio inesistente ai mali del pallone di casa nostra, e sarebbe un’ulteriore conferma dell’esistenza di un becero istinto di sopravvivenza da parte di un sistema, e soprattutto di chi lo gestisce, che si chiude a riccio tenendosi alla larga da qualsiasi evento “tellurico” (come sarebbero state, restando nell’attualità, una serie di esclusioni “eccellenti” dai campionati che fino a qualche giorno fa apparivano quasi inevitabili)) che renderebbero non procrastinabili quelle riforme attese (ed annunciate) da tempo ma lungi dall’essere persino concepite.

Cercando di mettere alle spalle un quadro così desolante e che non lascia spiragli ad alcuna speranza di sorta, non ci nascondiamo dietro un dito affermando senza indugio che adesso risulterà indispensabile che la Reggina chiuda immediatamente questo capitolo per concentrare tutte le forze su ciò che nessuno avrebbe voluto ma che invece sarà: stessa cosa dovrebbe fare la città e certamente faremo noi, con i dovuti approfondimenti già nelle prossime ore.