Paparesta torna a parlare del "sequestro" negli spogliatoi del Granillo dopo Reggina-Juventus: "Mai successo"

Reggina-Juventus del 6 novembre 2004 resterà per sempre nella storia del calcio italiano, poiché è la famosa partita del "sequestro" Paparesta. Una leggenda che ha dato adito a moltissime ironie e sopratutto tante ricostruzioni fallaci.
A raccontarlo è lo stesso ex arbitro, intervenuto al podcast DoppioPasso a distanza di quasi 21 anni dall'episodio
"L'episodio di Reggio Calabria purtroppo ha caratterizzato la mia carriera che si è fermata su quella vicenda. Scoppia lo scandalo di Calciopoli, la partita era stata fatta due anni prima, viene fuori questa notizia nell'indagine che un arbitro è stato vittima di sequestro di persona durante una partita. Io ero tra quelli con più autorevolezza nel gruppo ero curioso di capire chi fosse, parlavo con gli altri, ma dopo un paio di giorni venne fuori che quella partita era Reggina-Juventus e che quell'arbitro ero io. Per me era una cosa nuova, non era successa".
L'ex arbitro ricorda che in quella partita aveva commesso diversi errori a sfavore dei bianconeri che clamorosamente avevano perso la partita per 2-1: "C'era stata una partita dove la Juve aveva avuto diverse occasioni per lamentarsi della mia direzione, avevo fatto poco prima Parma-Juve dove avevano perso la Coppa Italia e non ero proprio graditissimo. In più in quella partita avevo avuto delle decisioni, come il rigore clamoroso non dato alla Juve che non avevo visto perché ero coperto e il guardialinee mi ha detto che non c'era nulla. La cosa particolare è stata che all'ultimo minuto, con la Juve che perdeva, ci fu un'azione in cui in una mischia vedo un tocco in fuorigioco e la Juve segna. L'assistente alza la bandiera e la abbassa immediatamente, caos totale, per me era fuorigioco. Vado dall'assistente e mi dice che non lo sa, era confuso. Non c'era il VAR, annullo il gol e fischio la fine, la Juve perde e lì è venuto fuori il caos perché nello spogliatoio vennero davvero Moggi e Giraudo a lamentarsi. ‘È una vergogna ogni volta che arbitri tu', però è successo anche altre volte, cerchi di gestirla".
La leggenda del "sequestro" nasce da una millanteria dello stesso Moggi in una intercettazione: "Fatto sta che poi ho scoperto dalle indagini dopo due anni che il telefono di Moggi era intercettato. Ha ricevuto una telefonata in aeroporto quando stavano ripartendo di una donna a lui vicina che gli dice ‘Tu dici che conosci gli arbitri e comandi tutto, ma questo qui oggi non ti ha dato il rigore'. Lui dice ‘Sì hai ragione ma oggi mi sono vendicato, l'ho chiuso negli spogliatoi, hanno dovuto sfondare la porta, ho buttato le chiavi' cosa completamente falsa, c'è l'intercettazione quindi lo ha detto davvero. Io sono stato chiamato dai carabinieri perché la tesi che avrebbe portato all'arresto era quella del sequestro, ma non c'era mai stato".
In fondo alla pagina gli highlights di quella gara indimenticabile per i colori amaranto e non solo.