CALCIOPOLI, PREPARIAMOCI AD UNA NUOVA INCHIESTA

Prima o poi gli spettri di un passato col quale sin son chiusi male i conti tornano a minacciarci e a chiedere giustizia. Calciopoli 1 mise in luce la cattiva abitudine, tutta italiana, di intessere rapporti con designatori e arbitri per chiedere favori e protezione. Chiuso il processo ed emesse le sentenze qualcuno pensò che giustizia era stata fatta e che i cattivi del calcio erano stati puniti. Ad oggi, però, “scopriamo” che anche quel Calciopoli fu un processo all’italiana. Un processo in cui da una parte fu chiuso un occhio e dall’altra furono spalancati entrambi, un processo in cui una gran mole di intercettazioni furono del tutto ignorate, non si sa come, non si sa perché. Da un mese a questa parte si è tornato a parlare di Calciopoli, dopo l’uscita alla ribalta delle 74 intercettazioni su cui tanto hanno insistito i legali di Luciano Moggi. La sensazione è che verrà aperta una nuova inchiesta. Un nuovo filone di Calciopoli in cui oltre ai cattivi del calcio puniti nel 2006 sarebbero coinvolte l’Inter, il Cagliari, il Bologna, la Roma, e infine le new entry Livorno, Empoli e Sampdoria. Comunque andrà a finire questo nuovo filone di inchiesta, la verità complessiva che ne verrà fuori è una: tutti parlavano con tutti, e di tutto. E che non era certamente solo il nostro presidente Lillo Foti, big a parte, a intrattenersi in affabili conversazioni con i vari Bergamo e Pairetto. Senza peraltro mai chiedere, stando alle intercettazioni, disparità di trattamento né tantomeno riceverlo sul campo, anzi… Ma dal processo del 2006 emerse che la piccola Reggina, assieme ad altre big, reggeva i fili della serie A, influenzando arbitri e designatori. Il paradosso è che poi ricevesse il trattamento contrario sul campo, ma questa è un’altra storia. Oggi il patron Foti è imputato a Napoli per il reato di frode sportiva. A difenderlo c’è sempre l’avvocato Morace, per il quale le nuove intercettazioni confermano ciò che è stato sostenuto in sede di giustizia sportiva, e cioè che “la Reggina non era e non è colpevole di slealtà, perché non vi è alcuna disparità di comportamento e di trattamento tra le squadre”.
La sensazione è che da questo nuovo filone di Calciopoli ne usciranno delle belle. Per quanto riguarda la nostra Reggina, invece, siamo consapevoli che alla fine verba volant e che se nel 2006 ci furono disparità di trattamento nessuno potrà più “rimborsarci”. Ma alla fine la più bella risposta l’abbiamo data sul campo, con la storica salvezza della stagione 2006-2007 nonostante la penalizzazione di 15 punti (poi ridotti ad 11), e questo nessuno potrà mai cancellarlo o infangarlo.