REGGINA: QUALUNQUE COSA STIA SUCCEDENDO, LA STAGIONE VA SALVATA AD OGNI COSTO

25.09.2025 13:00 di  Valerio Romito   vedi letture
REGGINA: QUALUNQUE COSA STIA SUCCEDENDO, LA STAGIONE VA SALVATA AD OGNI COSTO

Vergogna senza fine: in una serata che purtroppo ricorderemo a lungo, la Reggina perde in un solo colpo gara, faccia e credibilità in un clima tanto drammatico quanto surreale, ed ovviamente aprendo scenari oggi di difficile interpretazione, ma soprattutto dall’esito imprevedibile.

La partita che doveva rappresentare la svolta del campionato attraverso la conferma dei progressi, seppur ancora timidi, che la squadra aveva comunque mostrato nelle ultime due uscite, si è trasformata in uno spettacolo aberrante, incomprensibile, quasi schizofrenico per un andamento di gara grottesco, riuscendo a superare di gran lunga, ovviamente in negativo, l’inizio shock di Favara che molti avevano già ritenuto uno dei punti più bassi della storia agonistica (si badi bene: agonistica) amaranto.

Dicevamo dell’andamento: dopo un inizio tutto sommato promettente, anche se solo grazie ad alcune iniziative individuali del rientrante Edera, uno dei pochissimi a salvarsi nonostante il penalty sbagliato, la squadra si è sciolta come neve al sole ai primi colpi subiti, dimostrandosi quasi inerme dopo il doppio svantaggio che, per modalità, ha disintegrato le certezze dell’unico reparto che sin qui aveva denotato una certa solidità; la reazione dopo l’intervallo che aveva portato ad un repentino pareggio si dimostrava un fuoco di paglia sino alla mazzata finale che portava alla seconda sconfitta in quattro gare, bottino palesemente inconcepibile per chi dovrebbe, o avrebbe dovuto, dominare il campionato.

Come già detto nel dopo gara, non si salva nessuno, sia esso squadra, tecnico, società e tifo: riguardo quest’ultimo, e restando in tema di schizofrenia, ha destato sconcerto la scelta di iniziare una contestazione feroce subito dopo il primo svantaggio, non essendo giunti neanche a metà del primo tempo; e non certo perché la società non sia contestabile (lo diciamo a vantaggio di eventuali appiccica-etichette seriali) specialmente dopo una serata del genere e dopo questo inopinato inizio di torneo, ma per tempi e modi: in una partita che, per quanto scellerata, presentava tutte le possibilità di essere ripresa in un modo o nell’altro, smettere di sostenere la squadra anche quando, seppur di nervi, era riuscita a recuperare il punteggio con una intera frazione da giocare, fatichiamo a comprendere quali scopi volesse perseguire.

Totalmente inaccettabile poi, a parte la poco edificante gazzarra tra settori dello stadio, lanciare fumogeni e bottigliette contro il proprio portiere, fino ad esultare al 2-3 finale a mo’ di ripicca: se si scrive e si canta “solo per la maglia” tutto questo diventa insopportabile, perché al di là di tutte le componenti materiali, un atteggiamento del genere ci pare che getti solo discredito sulla maglia stessa; sempre in tema di coerenza, si stenta a comprendere certe giravolte cominciate sin dall’estate, con una contestazione preventiva ed apparentemente irreversibile, condita da alcuni endorsement verso vecchie conoscenze non proprio edificanti, divenuta poi improvvisamente, a seguito di alcuni innesti tecnici e societari evidentemente “graditi”, attività di marketing pro abbonamenti con tanto di annunci social, sino all’ennesima piroetta di poche ore fa.

Chiaramente, onde evitare equivoci e qualsivoglia alibi di sorta, nessuno si sogna di dire che gli attuali mali dipendano dalle incomprensioni con la curva, così come era chiaro sin dall'inizio che non doveva essere, da solo, l'ambiente reggino, già provato dal terzo anno consecutivo di D, a trascinare la squadra ma viceversa; i rimedi vanno individuati all'interno del giocattolo, purchè sia chiaro e definito chi debba essere a scovare sia la patologia che la medicina, ed in questo caso confondere i ruoli dei responsabili potrebbe persino peggiorare le cose. E per ruoli, ovviamente, non si intendono le posizioni in campo...

Anche in tema di scelte di organico: ha senso oggi mantenere a libro paga elementi che non hanno mai visto neanche la panchina, in luogo di qualcun altro di cui si già conoscono le potenzialità e l'impatto che potrebbero dare, a maggior ragione nei momento di crisi, e che magari non vede l'ora di tornare alla base?

Fatto sta che, al di là di tutto, l’attualità ci presenta una situazione fortemente incancrenita che mai avremmo potuto immaginare solo alcune settimane fa, seppur qualche campanello d’allarme sia risuonato ed evidentemente sottovalutato, anche da chi scrive: eppure ci rifiutiamo di credere che la stagione possa essere definitivamente compromessa, perché ce lo dicono una classifica ancora sufficientemente corta ed un calendario che offre tutte le possibilità di riprendere un cammino che possa tornare virtuoso e soprattutto fruttuoso.

La vera difficoltà sta piuttosto nel riuscire a comprendere cosa si sia incrinato, e se si tratti di una pura e semplice questione tecnica o, come temiamo seppur non abbiamo mai ceduto al complottismo, qualcosa che va oltre il campo di gioco; di qualunque cosa si tratti, sta ovviamente alla società incassare le critiche, inevitabili e preventivabili, di fronte ad una squadra oggi al limite della zona play out, leccarsi le ferite e fare immediatamente tutto ciò che va fatto per salvare una stagione che non può essere vana, ed in cui un eventuale fallimento somiglierebbe moltissimo ad un colpo mortale inferto non solo al campionato, ma temiamo al calcio reggino in generale: in questo senso, se il silenzio dirigenziale nell’immediato post gara può essere compreso per evitare degenerazioni dettate dall’adrenalina, andare oltre apparirebbe inconcepibile e deleterio, per una città ed una tifoseria che attende chiarimenti e soluzioni, un “dire qualcosa” o “reagire” di morettiana memoria, non importa se tramite piccoli correttivi o vere e proprie rivoluzioni che riguardino tecnico, calciatori, magazzinieri o la stessa componente societaria.

Perché in questo momento la sopravvivenza della Reggina va ogni oltre interesse, e l’unico modo per sopravvivere sarà, nonostante tutto, vincere questo maledetto campionato, comunque lo si voglia fare.