REGGINA: LASSÙ NON CORRONO MA IL “MERITAVAMO DI VINCERE” NON BASTA PIÙ

Inutile ricordare che la gara di ieri rappresentava un crocevia piuttosto importante per capire come la squadra avrebbe reagito al colpo del ko subito in casa nel turno infrasettimanale, con i carichi aggiuntivi della dura contestazione dei tifosi, nonché ovviamente della situazione mentale di un gruppo che doveva dominare il torneo sin dall’inizio e che invece si trova attualmente ai margini della zona play out.
Al di là (momentaneamente) del risultato finale, per il momento è innegabile come il possibile crollo a cui si poteva andare incontro non c’è stato per via di una prestazione che seppur non ancora perfetta, ha comunque mostrato segni di ripresa da diversi punti di vista al cospetto di una compagine ancora imbattuta e che si era presentata all’appuntamento con grande entusiasmo e convinzione ed in una cornice di pubblico non banale per la categoria.
Ovvio tuttavia che non si possa prescindere, nei giudizi complessivi, dal punteggio che ancora una volta non arride completamente agli amaranto, capaci in queste prime cinque partite di torneo di trovare la vittoria in una sola occasione, media irricevibile per chi dovrebbe possedere ambizioni di ben altro lignaggio, oltre che da un gioco ed una condizione che ancora non possono neanche lontanamente essere considerati sufficienti.
A voler evidenziare le note positive, va rimarcato come la squadra, oltre ad un discreto approccio alla gara, una volta subito il pareggio abbia avuto una reazione rabbiosa ma lucida allo stesso tempo, mettendo di fatto alle corde un avversario che credeva di aver trovato la quadra della contesa ma che invece si è ritrovato schiacciato nella propria area incapace di reagire, almeno sino alla nuova sciagurata inferiorità numerica incassata dai reggini che ha di fatto spento l’ardore agonistico degli ospiti.
Riguardo i singoli, si è notata la conferma di Edera in termini di pericolosità ed incisività e di Blondett, tornato ai suoi livelli dopo le amnesie palesate contro la Gelbison, nonché la crescita di elementi imprescindibili alla causa amaranto come Porcino (schierato alto come ai tempi della sua prima esperienza a Reggio), Adejo, Laaribi e Di Grazia, entrato finalmente bene nei meccanismi offensivi, nonché la gradita sorpresa legata a Salandria, a nostro parere decisivo nel cambio di passo mostrato dalla squadra dopo l’1-1.
Per contro, continua maledettamente ad avvertirsi la mancanza di brillantezza di alcuni senatori: Barillà continua a risultare importante per carisma e personalità ma tende a scomparire agonisticamente dalla partita ancora troppo presto, mentre Ragusa appare ancora rinchiuso in un limbo da cui non riesce a venire fuori neanche subentrando a gara in corso; su Montalto poi va fatta una riflessione accurata anche riguardo l’impressione che sia ancora avulso da un gruppo che si è sempre contraddistinto per compattezza ed unità di intenti.
Se, come già evidenziato nel dopo gara di Vibo, ai punti la squadra avrebbe certamente potuto ottenere con merito la posta piena in virtù delle tante e chiarissime occasioni non trasformate, è altrettanto chiaro che nel calcio, a conti fatti, alla fine è il risultato a determinare i giudizi definitivi, così come nel medio e lungo periodo i rimpianti sul “meritavamo di vincere” rischiano di diventare un palliativo persino pericoloso.
Va inoltre evidenziato come l’atteggiamento generale sia ancora troppo discontinuo: come abbiamo giustamente lodato la capacità di reagire in un momento in cui lo scoramento avrebbe potuto avere la meglio, non si può ignorare come dopo il vantaggio la squadra ancora una volta abbia dato l’impressione essere preda dei propri timori scegliendo sin troppo presto di attendere gli avversari, ed in tal senso anche i messaggi lanciati dal tecnico sono apparsi inequivocabili, salvo cambiare in corsa dopo la rete incassata, con la conseguenza di una consapevolezza del proprio potenziale ancora lontana dall’essere granitica; inutile poi rimarcare la ormai quasi cronica mancanza di concretezza sotto porta, aspetto da correggere drasticamente ed immediatamente se si vuole continuare ad avere ambizioni di gloria.
Quelle stesse ambizioni che, piuttosto incredibilmente, potremmo ritenere quasi intatte almeno aritmeticamente, in virtù di una classifica estremamente corta che vede la distanza tra zona play off e play out ridotta a soli quattro punti, appena uno in meno di quelli che separano gli amaranto dalla vetta, sintomo inequivocabile del fatto che in questo girone nessuno corre e della mancanza, almeno attualmente, di una compagine ammazza campionato.
Va da sé, ovviamente, che tutte queste considerazioni potrebbero ben presto diventare vane in mancanza di una vera svolta in termini di prestazioni, continuità e soprattutto risultati, per un fato che potrebbe ben presto decidere di non attenderci oltre.