REGGINA: BAGLIORI DI CONTINUITÀ ED ATTEGGIAMENTO, PER LE OMBRE ADESSO TOCCA ALLA SOCIETÀ
Progetto di striscia positiva: dopo ben quattordici giornate, la Reggina per la prima volta riesce a bissare un successo in campionato, dando finalmente seguito ad una vittoria esterna, nonché a “violare” quel Granillo teatro, nelle ultime tre apparizioni casalinghe (quattro considerando la Coppa Italia), di altrettante improvvide sconfitte.
Pur non registrando particolari progressi nel gioco, dato comunque messo in preventivo vista la fase di profonda transizione attraversato dalla squadra, tant’è che tutte e tre le vittorie ottenute da quando mister Torrisi siede sulla panchina amaranto sono state caratterizzate da condotte di gara assai similari, non solo nel punteggio di stretta misura ma anche e soprattutto nel riuscire a capitalizzare una rete di vantaggio con tanto mestiere, aggressività e scaltrezza, proprio questi ultimi aspetti rappresentano il vero principio di una svolta certamente embrionale, ma di cui i risultati possono costituire un validissimo aiuto.
Così come ha certamente contribuito la “tregua” che i tifosi hanno stabilito nei confronti della squadra allo scopo di creare un ambiente ragionevolmente favorevole che, non a caso, ha fruttato sei punti fondamentali quantomeno per riemergere dalle sabbie mobili: per tutte queste circostanze non possiamo non riconoscere un ruolo decisivo al nuovo tecnico, che non a caso si era imposto, come primo obiettivo, di “pareggiare” la componente caratteriale ed agonistica rispetto ad avversarie più abituate di noi a battagliare in campo, in attesa di ritrovare un gioco che sia degno di essere chiamato tale.
È chiaro che non tutto appare risolto anche da questo punto di vista, poiché accanto a qualche luce permangono decisamente ancora tante ombre: la squadra continua a dimostrare una buona dose di fragilità mentale che emerge prepotentemente nella fasi delle partite in cui si corre qualche rischio, con i calciatori che perdono tranquillità e lucidità e, conseguentemente, finiscono col regalare certezze ad avversari che, magari, nelle fasi iniziali dimostrano di patire un certo timore di fronte a stadio e blasone; a maggior ragione, dunque, adesso bisogna percorrere i passi successivi in coincidenza con l’apertura ufficiale di un mercato che dovrò giocoforza portare in riva allo stretto quei quattro-cinque elementi in grado di elevare fattivamente non solo il livello tecnico, ma anche una fisicità la cui mancanza si continua ad avvertire, ad esempio, sui calci piazzati a favore degli avversari ed in generale sulle seconde palle contese.
La palla passa dunque alla società che, senza indugio, dovrà cercare di chiudere prima possibile quelle operazioni che si spera siano già state imbastite, per reperire quegli elementi di spessore e di personalità in grado di far riacquistare quella dimensione di grande squadra per il momento messa da parte per necessità ed utilitarismo.
Tutto questo indipendentemente dal nutrire o meno fondate speranze di risalire la china ad un livello tale da poter riagguantare le posizioni che contano: al di là di numeri, statistiche e buon senso, le prossime mosse dovranno comunque essere orientate in tal senso perché non potrebbe essere altrimenti, perché se ci fosse anche una possibilità su un milione va perseguita perché, per quanto oggettivamente improbabile, se si riuscirà o meno bisognerà avere contezza di aver comunque fatto tutto il possibile.
