Agente De Rosa: "Le liste e l’obbligo degli under vanno contro la meritocrazia"

L'avvocato Maurizio De Rosa, agente di tanti calciatori, ospite di A Tutta C, trasmissione in onda su TMW Radio, ha affrontato temi scottanti del calcio italiano, in particolare il controverso progetto delle seconde squadre e le sue implicazioni sulla Serie C. Ecco quanto riporta tuttoc:
Sarri ha detto che le seconde squadre Under 23 sono la morte del calcio di Serie C e del campanilismo. Cosa ne pensi di questo progetto, che festeggia otto anni?
"Il progetto Under 23 è in antitesi col campanilismo, perché occupa posti di società legate al territorio, come il Foggia, che preferisce affrontare il Bari piuttosto che una squadra Under 23. Ma il problema non sono le Under 23, bensì le regole. Le liste e l’obbligo degli under favoriscono società bisognose di minutaggio, andando contro la meritocrazia. Questo crea illusioni per i giovani, che spesso diventano professionisti solo perché under, ma dopo 2-3 anni il 90-95% smette o finisce in Serie D. Calciatori esperti, che potrebbero ancora dare tanto, restano disoccupati. Queste regole politiche, non nate dal calcio, abbassano il livello di Serie A, B e C. In C, con un milione di euro si fa calcio, ma non seriamente. In B servono 4-5 milioni, spesso da mutualità. Con pochi soldi circolano meno calciatori qualificati, e lo slogan “valorizziamo i giovani” nasconde un calo di investimenti".
È uscito un report della Lega Pro sulla riforma Zola, voluta dal vicepresidente Gianfranco Zola, per valorizzare i giovani dei vivai di Serie C. I dati dicono che i giovani in campo sono aumentati del 10%, con tutte le squadre che schierano almeno un ragazzo del proprio settore giovanile. È un passo nella giusta direzione?
"Non parlerei di riforme. Queste regole tolgono alla competizione e alla meritocrazia. Zola, senza queste norme, è passato dalla Torres al Napoli perché era un campione. Bisogna premiare il talento, non dare soldi per far giocare un giovane del vivaio. Dare più contributi a chi arriva primo in classifica, perché investe milioni. Benevento, ad esempio, prende minutaggio non per la riforma Zola o altre, ma perché il presidente Vigorito investe nel settore giovanile, tirando fuori talenti come Carfora, un classe 2006 che gioca perché merita, non per il minutaggio. La politica del calcio deve capirlo. Queste regole lasciano famiglie di calciatori disoccupati, dalla A alla C. Inviterei a fare un report sui calciatori senza contratto, non sul 10% di giovani in più".