REGGINA: LA LUNGA ATTESA – SUL MILAN FUTURO NESSUNA SORPRESA, MA PER QUALCUN ALTRO LA MEMORIA È CORTISSIMA

26.05.2025 16:40 di  Valerio Romito   vedi letture
REGGINA: LA LUNGA ATTESA – SUL MILAN FUTURO NESSUNA SORPRESA, MA PER QUALCUN ALTRO LA MEMORIA È CORTISSIMA

Niente di nuovo sotto il sole: il Consiglio federale da poco concluso, sulla questione relativa alle seconde squadre, non ha fatto altro che ribadire quanto già previsto dalla normativa vigente, seppur, come avevamo spiegato qualche giorno fa, la stessa continua ad apparire convulsa e tutt’altro che intuitiva, pur tuttavia lasciando pochi dubbi se quello che sarebbe stato l’esito della questione Milan Futuro in ottica ripescaggi.

E dire che sarebbe stata un’occasione d’oro, per la Figc, magari per riaffermare un briciolo di equità e giustizia, una volta tanto: invece, ma non ce ne stupiamo neanche un po’, la circostanza è stata utile semplicemente per riaffermare che le vere priorità, come al solito, consistono nel tutelare i “capricci” dei potenti piuttosto che le legittime aspirazioni di tante piazze storiche e traboccanti di passione e seguito, come lo sono sempre state la gran parte delle partecipanti alla terza serie italiane, che invece potrebbe vedere, ai nastri di partenza della prossima stagione, ben quattro squadre B in un contesto generale che non le ha mai digerite completamente, avvertendole come un corpo estraneo che nulla condivide con la tradizione della serie C.

Dunque, per il Milan basterà riproporre la procedura riservata alle seconde squadre, nulla contando il fatto che siano retrocessi dopo un solo anno dall’inizio del progetto, circostanza che impedirebbe a qualsiasi altra squadra di poter usufruire di un ripescaggio, per poter ambire a disputare un nuovo campionato di C, ove ovviamente si liberassero almeno quattro posti a seguito di altrettante mancate iscrizioni; questo sempre se i rossoneri avranno intenzione di presentare apposita domanda.

Dalle dichiarazioni della governance milanese non apparirebbe infatti del tutto scontato, stante la volontà di ridisegnare il progetto su una nuova squadra riservata unicamente ai primavera (e non a qualche trentenne bollito come avvenuto la scorsa, fallimentare stagione) che probabilmente troverebbe nella serie D un terreno più consono per rodare i ragazzi, senza contare il fattore logistico che, in una nuova terza serie, potrebbe relegarli nel girone meridionale in virtù della turnazione tra le seconde squadre: al di là del raziocinio, fatichiamo a credere che ciò possa realmente avvenire.

Cosa cambia per la Reggina? Praticamente nulla di ciò che non si potesse prevedere, anche alla luce della vittoria del suo Play Off da parte del Ravenna che, in virtù della regola, certamente cervellotica ma ampiamente prevista già da tempo, con il successo in Coppa Italia ci precederà nella speciale graduatoria della serie D, nonostante un rendimento in campionato, come da media punti, nettamente inferiore a quello degli amaranto che, a questo punto, dovranno sperare nella defaillance di almeno cinque compagini di categoria superiore per poter nutrire speranze di essere ripescati.

Nondimeno, dal Consiglio federale odierno emerge, oltre alla pronuncia sulle seconde squadre, un’altra decisione decisamente odiosa e profondamente incoerente con il recente passato, ossia lo spostamento del termine per le iscrizioni al 24 giugno per le quattro squadre interessate dalle recenti vicende riguardanti la serie cadetta: che fine ha fatto dunque la sacra ed inviolabile perentorietà dei termini sbandierata più volte in faccia alla società amaranto, sua durante l’istruttoria riguardante la procedura di iscrizione che nel corso dei vari passaggi giudiziari di due anni or sono?

Cosa ne pensa il presidente Gravina, per cui la "perentorietà"  era diventata il cardine della sua gestione in Figc? Cosa ne pensa l’avvocato Viglione, ora come allora responsabile dell'Ufficio Legislativo della Federcalcio, che ricordiamo tuonare, nel corso delle varie udienze che ci hanno visti nostro malgrado protagonisti, sulla “non derogabilità” dei termini sportivi, nonostante si fosse in presenza di un provvedimento omologato da un tribunale civile, su quella che oggi appare come una vera agevolazione per quelle società attualmente coinvolte da una problematica legata a contributi non versati?

E sempre di memoria corta si tratta, nel momento in cui si fa finta di nulla, a proposito di Sampdoria, su un piano di ristrutturazione di fatto non più valido, mentre lo scorso 2 agosto del 2023, dinanzi al Tar Lazio, lo stesso legale affermava, testualmente, che "se una società accede agli strumenti per la crisi d'impresa evidentemente non è in condizioni finanziarie accettabili"?

Chiaramente, tutto ciò non fa che accrescere la curiosità sullo scoprire se effettivamente la Figc avrà intenzione di dare seguito alla sbandierata nuova severità nel verificare la sostenibilità economica degli attori in gioco, o se si tratterà dell’ennesimo annuncio spot, con buona pace di una reputazione ormai quasi irrimediabilmente maltrattata. Allacciate le cinture.