LA REGGINA OGGI

03.05.2014 20:54 di  Franco Cleopadre   vedi letture
LA REGGINA OGGI
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© foto di Federico De Luca

Se al tifoso più critico, nei confronti della Società e della squadra,  chiedete  se ieri a La Spezia la Reggina  ha  meritato  la sconfitta , avrete come risposta  “ Certamente no ! “. Il pareggio  non avrebbe mutato  il destino della squadra , ma almeno la soddisfazione  di  dire che la Reggina formato esterno è diversa,  sarebbe stata  più gradita .
VECCHI MALI DELLA REGGINA
 Non è la prima volta che  la  sconfitta arriva nella fase finale della partita. Come dimenticare  la  6^ giornata  a Varese all’ 83’ ad opera di Pavoletti, o il KO  in casa con il Carpi ( 93’ Memushai ) , o quello  di Latina ( 81’ Jefferson) , o il secondo goal preso in casa  contro il Palermo ( Milanovic all’ 89 ‘)  o la rete subita a Terni  all’89’ da  Rispoli o la quarta rete subita  in casa dal Varese ( 92’) ,sconfitta che ancora  brucia perchè  ha determinato una ferita  profonda che non si è più rimarginata, o la sfortunata autorete di Bochniewciz con il Cittadella al 79’,che ha spento le residue speranze  di aggancio ai play out. Per completare l’opera, ieri, al 90’ Bellomo, ha siglato la rete del definitivo 2-1 a favore dello Spezia in seguito ad un’uscita  maldestra di Pigliacelli.
PROBLEMATICHE  INTERNE
 Purtroppo quando la stagione parte male, è difficile il recupero, tranne che alle spalle della squadra  non ci sia una Società ,..con gli oscuri pendenti, calciatori  di buona qualità e capacità  e una guida tecnica navigata.Il tifoso spesso  si chiede, ad esempio,   perché non si è proseguita  l’esperienza  di Pillon alla guida tecnica, anche se noi avevamo visto molto bene il ritorno di Gianluca Atzori in panchina . Purtroppo , oggi, in casa amaranto, da più parti si  rilevano difficoltà organizzative, finanziarie e tecniche ed è augurabile  che possano essere superate  in tempi tali da non incidere  sul futuro. A Foti spetta il compito di “ educare “ l’ambiente che lo circonda e se educare deriva dal latino ex ducere, cioè tirar fuori, a lui il compito  di tirare fuori, dalle sue conoscenze, il massimo possibile delle capacità imprenditoriali,anche a costo di qualche rinuncia ,se con i fatti si ama la Reggina come entità sportiva della propria città, e non come S.p.A .Sappiamo che il Patron non vuole mollare, ma almeno si circondi di persone di sostanza  e qualità sportive , che possano  far ripartire il calcio a Reggio.
NOTA SULLA PARTITA
Serve a poco appigliarsi all’errore di Pigliacelli nel finale, perché se  guardiamo oltre la punta del nostro naso,  rileviamo  che anche il momentaneo pareggio di Fishnaller nasce da un errore difensivo avversario.
LA REGGINA OGGI
Ciò che vogliamo oggi sottolineare  è che la Reggina, pur sapendo della sua ineluttabile perdita di categoria, continua  a lottare come fece l’anno scorso il Grosseto e quantomeno potrà esigere rispetto,anche in futuro,  per questo comportamento.  La vera difficoltà della Reggina del centenario   sta oltre che nei problemi economici, nelle modeste  qualità  tecniche di molti componenti  la rosa. Non è concepibile che un giocatore di serie B   sbagli molti appoggi, o non abbia la personalità  per tirare in porta. Alcuni danno l’impressione di non aver mai frequentato una scuola calcio, mancano dei fondamenti  e  per apprenderli  uno degli esercizi consiste nel palleggiare contro il muro. Quanti  di loro  hanno svolto questo esercizio  e per quanto tempo ? Chi dà l' OK per l'acquisto li esamina dal punto di vista tecnico o si limita a farsi recitare la poesia di Natale  imparata alle elementari ?   Spesso , compreso  a chi  ha  un curriculum rispettabile, manca il coraggio o la visione di gioco per proseguire  o far partire l’azione offensiva.  A volte si gioca  come se  si  stesse palleggiando nell’intervallo, o dimenticando il calendario... a casa . E’ mancata più volte  in alcuni calciatori la personalità per innnescare la fase offensiva e con frequenza in quella difensiva  sono  venuti  meno lo scatto,  l’agilità  e  la capacità per prevalere sull’avversario , come il  goal di Ebagua di ieri ci insegna. Zanin e Gagliardi,pur con i limiti dettati dall'esperienza in panchina, hanno provato tutti i moduli dal 3-5-2  al 4-1-4-1 al 4-3-2-1  al 5-5-0, ma la squadra ha sempre faticato, spesso è stata aggredita e i  goal li ha presi a grappoli  come certificano i 60 goal subiti, ovvero 1,62 a partita.Come si spiega, se non con i limiti tecnici individuali, che 4 allenatori  non sono stati capaci di raddrizzare la barca, come invece il Cittadella di quest'ultimo periodo ci sta dimostrando ? Di quest’erba è fatta la scopa , avverte il vecchio saggio. Ieri  Sbaffo era stremato e non si capisce perché non è stato sostituito prima . A che titolo  sono arrivati a Reggio Frascatore e Maza ? Anche queste scelte sono...falli di confusione ?  Guardando l’attuale classifica di prima divisione Lega Pro, vediamo che primeggiano nostre vecchie conoscenze quali Pro Vercelli, Perugia, Frosinone ecc. Non pretendiamo lo stesso risultato per il prossimo anno per la Reggina ,anche se ci attendiamo un campionato meno  tribolato di quello che sta per concludersi. Auguriamoci che Società risolva i problemi interni con particolare riguardo a quelli organizzativi e finanziari, anche se non è assodato  che maggiori investimenti sono direttamente proporzionali a maggiori risultati ,come Pescara e Spezia di quest’anno c’insegnano.  Il calcio a volte è strano, parti per vincere ( vedi i proclami di Foti a Giugno 2013 ) e  ti ritrovi in Lega Pro. Il migliore investimento è quello che si fa sugli osservatori, perché sono loro che determinano le fortune o le sfortune di una squadra e per convincersi basta pensare al Crotone che primeggia in serie B   attraverso accordi,  non certo macroeconomici, con grosse Società.  La Reggina acquista ciò che gli osservatori  o gli uomini di fiducia  propongono . Forse una rinfrescatina ai quadri dirigenziali tecnici non guasterebbe,visto che da quando siamo in B, con esclusione dell’anno di Atzori, le altre volte spesso sono arrivati a Reggio mezze o un quarto di figure,se non proprio bollite ,come gli ex Benassi e Cocco. Si rinunci a Luglio, pur di fare qualche abbonamento in più , di strombazzare  slogan di successo. Si sa che se la squadra  va bene, piano piano l'entusiamo nella tifoseria rinasce.  Ad oggi il tifoso si lecca le ferite  di un ‘annata a dir poco disastrosa. Avevamo ipotizzato  di festeggiare  il centenario a fine stagione, ma nelle nostre orecchie echeggiano strani rintocchi.
Il 2014 finisce il 31 dicembre e non intendiamo  con questo scoprire la formula dell’acqua calda, ma…