"La Lega Pro cerca un futuro, oggi al voto: Ghirelli in pole", le ultime

12.01.2021 11:25 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
"La Lega Pro cerca un futuro, oggi al voto: Ghirelli in pole", le ultime
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"La Lega Pro cerca un futuro, oggi al voto: Ghirelli in pole", scrive Gazzetta dello Sport nelle pagine nazionali.

"La Serie C è il calcio dei Comuni d’Italia. Ma anche la frontiera più fragile del professionismo del pallone, resa ancora più vulnerabile dalla tempesta del Covid. Questione di conti in rosso, di identità, di stadi ultrasessantenni. Eppure, lo giurano tutti, anche gli esperti di marketing, è un luogo di grandi potenzialità. Lo dice anche questo momento maledetto, nel segno delle porte chiuse, ma con un appeal nuovo, evidenziato dalla sbarco su Sky delle ultime settimane. È questo il fondale della scena che andrà in onda oggi a Fiumicino, quando la Lega Pro rinnoverà i suoi organi dirigenti. Francesco Ghirelli è il grande favorito nella sfida con Andrea Borghini, ex a.d. della Carrarese. Ci saranno poi da eleggere i due vicepresidenti: nel ticket con il presidente uscente ci sono il dirigente di Sport e salute Luigi Ludovici e il giornalista economico-sportivo Marcel Vulpis, mentre Paolo Francia, un’esperienza a metà fra il giornalismo e la dirigenza sportiva, propone tanta discontinuità.

La Lega Pro se l’è vista brutta in questi mesi. Aveva firmato la resa in primavera prima che Gabriele Gravina la tenesse in vita in extremis quando tutti stavano per smontare le tende, travolti dal virus. Sono saltati i 23 milioni di incassi. Peraltro nel girone d’andata prima della pandemia c’erano stati dati incoraggianti. Con segni più nella presenza del pubblico in tutti e tre i gironi: la media spettatori era stata di 1441 presenze a partita nel girone A, 3178 nel B e 3544 in C. Certo i 63.153 spettatori del playoff Napoli-Avellino di 16 anni fa sono lontani, ma era davvero un’altra era calcistica. Anche le sponsorizzazioni hanno sicuramente perso per strada una parte dei 90 milioni pre pandemia, sono «sopravvissuti» invece i 26 milioni della mutualità. Ghirelli ha provato ad attutire i colpi con un pressing sul Governo che ha portato soprattutto a due risultati: la cassa integrazione per i compensi fino a 50mila euro lordi e il credito d’imposta per 90 milioni per attirare le sponsorizzazioni, obiettivo inseguito con il Comitato 4.0 con le leghe di volley e basket. Nel frattempo la manovra federale, il «salva calcio» interno, ha portato verso la serie C altri 5 milioni.

Ma bisogna saper allungare lo sguardo. Borghini nelle sue linee guida insiste molto sul tema degli stadi e della necessità di aprire un tavolo Leghe-Governo insieme con la suggestione di un campionato europeo di serie C. Ieri Ghirelli, ascoltato alla Camera sui decreti attuativi della legge delega, ha chiesto di andare avanti sull’«apprendistato», il sistema disegnato dal decreto attuativo sul lavoro sportivo che porterebbe un doppio vantaggio: creare un rapporto fra calcio, scuola e università da una parte, favorire la sostenibilità utilizzando quei contratti, almeno sotto una certa età (manca ancora una messa a terra della norma), con i relativi sgravi fiscali. L’altro tema posto è quello delle norme anti-avventurieri, «vale a dire la possibilità di porre un veto all’acquisto di quote o azioni societarie da parte di soggetti non proprio trasparenti».

Poi c’è la variabile format, il fantasma che è sempre lì, ormai da anni, pronto a sottolineare in rosso ogni club finito k.o. (a inizio stagione è fallito il Trapani). Naturalmente nessun candidato s’avventura su questo terreno, si tratta di una causa fisiologicamente non troppo popolare fra i club. Ma la sostenibilità non può prescindere dal tema. Le «seconde squadre» tanto dibattute in sede federale sono rimaste un’idea, solo la Juventus ne ha varata una. E il problema è che l’eventuale riduzione del numero dei club possa essere un processo condiviso senza fughe in avanti. La riforma dei campionati fa parte del programma di Gravina, che per ora insiste soprattutto sull’approccio «di sistema». Fra i sussurri c’è l’idea di un «dimagrimento» della C e della nascita di una D «elite», una sorta di terra di mezzo fra professionismo e dilettantismo. L’altro discorso chiave riguarda i giovani. La cui presenza in campo è incentivata oggi collegando il minutaggio ai contributi. Una dinamica che però deve essere una filosofia più ancora che una norma. Si accettano nuove idee", si legge nell'analisi del quotidiano sportivo.