REGGINA, IL FINALE È STATO LIETO, LA NARRAZIONE DA RIVEDERE

L’annuncio del deposito della documentazione necessaria all’iscrizione per il prossimo campionato ha posto un lieto fine, al netto ovviamente delle valutazioni degli organi di controllo (e facendo tutti gli scongiuri del caso), a 49 di quelli che possono ben definirsi tra i più drammatici ed incerti giorni della ultrasecolare storia amaranto, durante i quali il rischio di precipitare in un nuovo oblio a distanza di soli sette anni dall’ultima catastrofe societaria è stato ben più che concreto.
Non può tuttavia essere sottaciuto il fatto che ad alimentare la preoccupazione dei tifosi abbia contribuito l’inadeguatezza di un racconto in cui chi avrebbe dovuto rispettosamente dare ristoro ad una piazza ansiosa di poter nutrire speranze per l’immediato futuro, tra amministratori giudiziari e ciò che restava della (ormai) vecchia proprietà, si è invece chiuso in un mutismo non giustificabile dall’esistenza di patti di riservatezza posti doverosamente a tutela dell’identità dei possibili acquirenti, ma che non avrebbero impedito di poter comunque opportunamente fornire informazioni periodiche sullo stato dell’arte relativo all’iter di cessione della società.
Ove non bastasse, ad alimentare la grande confusione in seno agli appassionati ha probabilmente contribuito una buona fetta di profili social che nelle scorse settimane ha buttato nel piatto una serie di “dico non dico” tra metafore, giochini, rebus con lo scopo più (poco) o meno (tanto) attendibili, ma accomunate unicamente dallo scopo di poter affermare “io so ma non posso”. E se tale fenomeno, in un’epoca di autoproclamati virologi, strateghi militari e cronisti sportivi ci può anche stare, certamente meno ammissibile risulta la circostanza che più di un addetto ai lavori sia cascato in analoga tentazione, in barba a qualsiasi tipo di deontologia professionale.
Al di là di ciò che è stato, non vediamo l’ora di riparlare di calcio giocato, di strategie di mercato e societarie: in tal senso va accolta con misurata soddisfazione la sobrietà delle prime dichiarazioni del nuovo patron amaranto, lontana anni luce dalla ridondante esuberanza degli esordi di chi lo ha preceduto, con la speranza che ci si avvii ad un percorso virtuoso e pragmatico che possa dare innanzitutto sicurezza e stabilità al club. In attesa del rettangolo verde…