REGGINA, GLI ALIBI E LA PROVA DEL FUOCO

24.11.2020 16:00 di Valerio Romito   vedi letture
REGGINA, GLI ALIBI E LA PROVA DEL FUOCO

Tre sconfitte consecutive, da queste parti, non si vedevano da una vita, esattamente dal dicembre 2017, quando la compagine guidata allora da Maurizi uscì da campo sconfitta per ben quattro volte di fila; il dato diventa ancora più “rumoroso” se si pensa che negli ultimi quindici mesi, appena prima di questa serie negativa, tre rappresentava il numero complessivo di battute d’arresto patite dalla squadra di Toscano.

Tante volte in passato il tecnico reggino aveva ammonito la piazza sulla possibilità che, prima o poi, sarebbero arrivati i cosiddetti “momenti difficili”, così come tutti gli addetti ai lavori avevano sentenziato per tempo come questo si avviasse ad essere uno dei campionati cadetti più difficili e competitivi dell’ultimo decennio, e sembra chiaro a tutti come entrambe le ipotesi si siano avverate, per di più acuite dalle difficoltà fisiche che stanno investendo l’organico amaranto.

Solo chi non possiede onestà intellettuale potrebbe negare le tante attenuanti utili a giustificare, almeno in parte, il rendimento deficitario di questo terribile novembre, soprattutto riguardo agli infortuni che si sono “accaniti” quasi esclusivamente a danno dell’intero reparto offensivo privato praticamente sin dall’inizio del torneo di Charpentier e Rivas, seguiti da Lafferty e soprattutto Menez, per il quale i dati ci dicono chiaramente, al di là di qualche mugugno su una presunta indolenza da parte dell’asso francese, che con lui in campo la squadra non ha mai perso.

Tutto ciò, unito a più che discutibili decisioni arbitrali ed a qualche episodio sfavorevole di troppo, fa sì che si possa tranquillamente dire che la fortuna non ha certo arriso agli amaranto: tuttavia è altrettanto innegabile che queste situazioni da sempre costituiscono elementi imprescindibili del gioco del calcio, e che abusare degli alibi per nascondere altri tipi di problemi esistenti rischi di essere ancora più deleterio per le sorti della squadra, la cui forza interiore deve venir fuori soprattutto nei momenti di difficoltà.

Stessa cosa deve valere per l’ambiente, troppo facile sostenere calciatori, tecnico e società quando tutto va a rose e fiori, la nostra storia è costellata da molti successi e stagioni trionfali come l’ultima ben presente nella mente dei tifosi, ma anche da tanta sofferenza, difficoltà e sconfitte. Molto bene ha fatto in tal senso il presidente nell’accentrare a sé le responsabilità del momento ed a ridimensionare le aspettative stagionali: noi restiamo ancora convinti della bontà di un organico ancora lontano dal poter dimostrare le sue reali potenzialità, in un torneo che ha ancora tutto da definire riguardo i propri verdetti, sia in alto che in basso, ma in questa fare stemperare le pressioni non può che portare benefici, ricordando che l’unica esigenza davvero imperativa resta sempre il mantenimento di questa categoria, e che tale obiettivo può essere agevolmente raggiunto solo se tutte le componenti, insieme, riusciranno al più presto a venir fuori dalle sabbie mobili.

Avevamo, in tal senso, invitato tutti a non cadere negli isterismi, rinnoviamo il proposito in vista dei prossimi, difficilissimi impegni di campionato, con la certezza che prima o poi la ruota debba girare anche a favore della Reggina.