Gaz.Sport: "Via! 127 partite in 50 giorni, si ritorna in campo, disco verde dal Governo"

29.05.2020 11:10 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
Gaz.Sport: "Via! 127 partite in 50 giorni, si ritorna in campo, disco verde dal Governo"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Via! 127 partite in 50 giorni, si ritorna in campo, disco verde dal Governo", scrive oggi Gazzetta dello Sport a commento della decisione di far ripartire il calcio Prof.

"Il campionato riparte il 20 giugno e trova pure un’apripista d’autore: la Serie A sarà infatti preceduta dalle due semifinali di ritorno della coppa Italia il 13 e il 14 (con la modifica del Dpcm che attualmente vieta gli eventi sportivi proprio fino al 14), e dalla finale del 17 all’Olimpico di Roma. La fumata bianca arriva addirittura di corsa, il vertice Spadafora-mondo del calcio dura meno di un’ora anche perché gli «ambasciatori» avevano lavorato con successo nelle ore precedenti. Preme anche la riunione del Consiglio dei ministri e il titolare dello Sport deve coinvolgere nella decisione anche il premier Giuseppe Conte. Ma anche questo passaggio è rapido, quasi telegrafico. Spadafora può così dare l’annuncio sperato: «L’Italia sta ripartendo ed è giusto che riparta anche il calcio».

Prima la Coppa

Il ministro, però, insiste su un punto: ricominciare in chiaro. Ecco allora che dal cilindro esce fuori la Coppa Italia. Data per spacciata come primo sacrificio da fare nel momento dell’emergenza, risorge diventando un modo per celebrare il ritorno con uno spettacolo televisivo accessibile a tutti (i diritti sono della Rai). L’obiettivo è quello di esaurirla proprio all’inizio. Si riparte da Juve-Milan e Napoli-Inter. Il resto delle decisioni, ricominciare la serie A dai recuperi delle partite saltate o con un turno per intero, spetterà alla Lega che oggi riunisce consiglio e assemblea. Non sarà una scampagnata all’insegna della concordia: Juve, Milan e Inter sono irritate da questo forcing iniziale. Probabile che le due semifinali non prevedano supplementari in caso di parità: si andrebbe direttamente ai rigori. D’altronde il menu che aspetta il calcio è davvero abbondante: 127 partite in 50 giorni!

Quel foglio di carta

Si ricomincia così il percorso interrotto il 9 marzo, al Mapei Stadium di Reggio Emilia, con un cartello spiegazzato, esposto davanti alle telecamere da Francesco Caputo dopo il primo gol di Sassuolo-Brescia: «Andrà tutto bene # restate a casa». Il lockdown era appena cominciato, in Italia non sarebbe andato tutto bene, purtroppo, ma la stragrande maggioranza degli italiani avrebbe risposto all’invito di restare a casa. Niente tornerà come prima, questo è sicuro, ma in qualche modo si deve ripartire. Anche il calcio, come tutta l’Italia, sta dentro questo stato d’animo. Certo saranno palloni quasi sotto assedio, circondati dal silenzio delle porte chiuse, privi di abbracci, con esultanze ridotte al minimo sindacale. Ma è una traversata nel deserto che la maggior parte dei Paesi, e le leghe più importanti del calcio d’Europa, hanno deciso di compiere come noi.

«Una speranza»

«È un messaggio di speranza per tutto il Paese, sono felice e soddisfatto, è un successo che condivido con il ministro dello Sport Spadafora e con tutte le componenti federali», dice un raggiante Gabriele Gravina, il presidente federale. «Abbiamo lavorato sempre con un solo pensiero: il bene del calcio e la difesa del suo futuro, che per la Serie A deve significare tornare a essere il campionato più bello del mondo», aggiunge Paolo Dal Pino, presidente della Lega di A. Tutti i protagonisti dell’incontro ringraziano il governo, lo fa anche Renzo Ulivieri, il presidente degli allenatori: «Credo che tutto il calcio possa essere contento, speriamo di poter concludere la stagione senza ricorrere a piani B o C». «Finalmente torneremo a parlare di gioco e non di disgrazie», è il pensiero di Marcello Nicchi, il capo degli arbitri. Damiano Tommasi è intervenuto nella riunione per chiarire: «Se i calciatori evidenziano criticità, per esempio quella degli orari delle partite, che affronteremo con tutto il mondo del calcio, non è perché non vogliamo giocare».

«Ci sono piani B e C»

Ma torniamo ai piani B e C. Sull’argomento ha molto insistito nelle scorse settimane il presidente del Coni, Giovanni Malagò. E su questo anche Spadafora ha sollecitato la Federcalcio, la certezza che un’interruzione del percorso non generi il caos. «Ho chiesto alla Figc — ha detto Spadafora — se avesse chiaro che, nel caso di un ritorno dell’emergenza sanitaria e di curve di contagio diverse da quelle attuali, si dovrebbe di nuovo sospendere: mi ha assicurato che esiste sia un piano B, i playoff e i playout, sia un piano C, la cristallizzazione della classifica». La norma «anti alluvione» di ricorsi, inserita nel decreto legge «rilancio», può proteggere le decisioni federali restringendo il percorso giudiziario. Il consiglio federale dell’8 giugno, però, non sarà un passaggio semplicemente burocratico. Perché in quella sede, anche se è una prospettiva che un po’ tutti vivono come fumo negli occhi, bisognerà codificare anche il format di eventuali playoff e playout.

Il macigno resta

L’incontro si è svolto in un’atmosfera serena, una rarità per il calcio. Il via libera del Comitato tecnico-scientifico all’ora di pranzo ha sparecchiato la tavola dal punto interrogativo più grande. Resta il macigno della quarantena di squadra, che tiene in scacco inevitabilmente la ripartenza, un solo positivo e può azzerarsi la storia, ma questo era scontato. L’altro punto che Spadafora ha tenuto a sottolineare riguarda l’uso dei tamponi: nessuna corsia preferenziale per i calciatori".