E' L'UNIONE NON LA POLEMICA VERSO QUESTO O QUELLO CHE FA LA FORZA

18.07.2014 21:02 di Franco Cleopadre   vedi letture
E' L'UNIONE NON LA POLEMICA VERSO QUESTO O QUELLO CHE FA LA FORZA
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© foto di Federico De Luca

La scelta  dell’ipotesi del Patron Foti di dar vita all’azionariato popolare , non ci sorprende, né ci inorgoglisce ,per averla  più volte  caldeggiata . Il lettore può ritrovare i  nostri commenti , andando sul  nostro sito,   www.tuttoreggina.com. aprire la rubrica ANGOLO CLEOPADRE e alle date del 14 maggio 2012,  16 settembre 2012, e 14 Maggio 2014, trovare gli articoli, dei quali riportiamo   stralci  sull’argomento.

14.5.12  UN IPOTIZZABILE FUTURO AMARANTO . ( Titolo del pezzo )

…Quali le speranze per il tifoso di rivedere la squadra in serie A ? Zero al momento! E’ vero che non sempre i soldi risolvono il problema,perché se fosse così il Torino doveva essere tornato già da qualche anno in serie A e il Padova che ha pur speso tanto quest’anno,proprio ieri ha visto miseramente fallire anche la prospettiva dei play off. Cosa fare allora? Sotto l’aspetto societario, far ritornare con assoluto carattere di priorità, la calma all’interno dello spogliatoio. Sotto il profilo sportivo migliorare la rete degli osservatori e i rapporti con le altre società, per poter contare su qualche prestito di qualità in più,se non prodotto dal vivaio locale. Sotto l’aspetto economico, in mancanza di nuovi soci o sponsor, tentare la via dell’azionariato popolare, nella speranza di salvare qualche pezzo pregiato in prospettiva di costruire una squadra competitiva. Ciò potrebbe dare maggiore respiro alla Società,non assillata solo dall’idea di vendere per sopravvivere e probabilmente ricaricherebbe le batterie della tifoseria, al momento completamente scariche.Sull’azionariato popolare si reggono,ad esempio, Real Madrid, Barcellona, Atletico Bilbao( secondo classificato qualche settimana fa in Europa league), Roma e Hellas Verona. Con questa formula, lo spettatore , si trasforma in socio della società che usufruisce, quindi ,di tutti i diritti e doveri che gli derivano dalla legge sulle SpA….

16 .9.12 CRISI, ERRORI E IPOTESI DI RATTOPPI

…Concordiamo con quanto affermato dal Presidente in conferenza stampa, circa la situazione dei fuori rosa, la crisi del calcio e le sue proposte apprezzate sia da Abodi che da Tommasi. I tempi sono cambiati e come chiudono aziende manifatturiere e simili, scompaiono anche società di calcio, tipo Messina, Mantova, Foggia, Ancona, ed altre .
Ma anche in tempi di crisi , società di B si attrezzano attraverso i prestiti, facendosi carico di stipendi che oggi la Reggina non può permettersi . Perché, si chiede il tifoso ,le casse amaranto sono tanto anemiche ? Perché ,si continuano a fare contratti a scadenza pluriennale ( compresi quelli di quest’anno di vacche magre ), se l’esperienza dice che forse non si potranno onorare ? Perché, non si fanno abbonamenti per le famiglie per portare un po’ di gente e qualche euro in più allo stadio? Perché non si dà corso all’Azionariato Popolare, ovvero, la vendita di quote societarie, a soggetti, cosiddetti “non istituzionali” ? E’ possibile ipotizzare € 100 per azione per 500 acquirenti= € 50 000, compresi i reggini lontani dal territorio che seguono la squadra a distanza ? Ciò non significa aver risolto il problema, ma quanto meno, averci messo una pezza per rattoppare qualche buco…

 14 maggio 2014 UN IPOTIZZABILE FUTURO AMARANTO

…Ogni anno abbiamo sentito lo stesso stornello, anche dopo la vendita di Rolando Bianchi, : prima vendere e poi…comprare …con i saldi di fine stagione. Più volte abbiamo lanciato un messaggio che è rimasto inevaso e qui vogliamo ripetere : AZIONARIATO POPOLARE . Si tratta di una pratica aziendale che consente la proprietà della squadra anche ai tifosi che assumono la veste di soci e dirigenti della Società , che coinvolge o responsabilizza un maggior numero di soggetti nelle sorti dell’impresa. Esempio tipico di azionariato popolare sono il Barcellona di Messi con 163 000 soci, il Real Madrid, l’ Osasuna,la Roma, che diffonde già messaggi per la campagna abbonamenti 2014-15, l’Hellas Verona ed altre squadre minori italiane.In Germania dal 1999 esiste una legge secondo la quale nessun club può essere di proprietà di un singolo azionista per più del 50%. Il Bayern Monaco è di proprietà per il 9% di Audi, 9% di Adidas,9% di Allianz e 73% dei tifosi. Se questa è una pratica giuridicamente possibile, perché non adottarla anche a Reggio ? Se il Patron Foti, vuole conservare il posto in cabina di regia, nessuno potrebbe negargli il possesso del 50% delle azioni,e forse qualcosa in più, visto che l’ambiente imprenditoriale Reggino… non è quello di Cesena. Tale pratica potrebbe avere l’effetto di far rinascere l’interesse per la squadra , la disponibilità di una platea maggiore rispetto all’attuale zoccolo duro, iniettare fiducia e disponibilità nel mondo del calcio, esterno alla Reggina, che al momento è molto marginale o assente, come dimostra il rifiuto a Giugno di diversi allenatori( che poi sono stati esonerati dalle squadre dove hanno approdato) di venire a Reggio e di alcuni calciatori a Gennaio…

UN DUBBIO PERO’ CI ASSALE :

Quali sono i margini  che l’operazione si concretizzi  ? O si tradurrà  in un’ altra boutade,che con altro  linguaggio si definisce “Presa per i fondelli  o per il  c**o“ , pur di riconquistare la perduta verginità ?  Vorremmo essere smentiti dai  fatti prima che dai proclami di… aria fritta … o fumo con la manovella .

Molte promesse , sia in termini  di rinforzi promessi  agli allenatori di turno, che contratti  stilati  con i calciatori, sono state disattese, in spregio alla massima : “ CHI PROMETTE IN DEBITO SI METTE” per cui pur nel rispetto dello sforzo posto in essere dal Patron Foti, per evitare il fallimento della Società, non possiamo non riservarci  un margine d’incertezza circa  la realizzabilità  dell’azionariato popolare.  Il suo concretizzarsi potrebbe, per certi versi equivalere,  a quando, con il Sindaco Mallamo e l’imprenditore Matacena, dalle ceneri  della defunta  realtà amaranto, risorse  negli anni 80 la Reggina , che grazie ad un manipolo di giovani  imprenditori locali, tra i quali l’attuale Presidente Regionale del Coni ,l’amico  Mimmo Praticò, il dott.Pino Benedetto  e il Patron  Foti, si aprirono le porte, per la prima volta per la Reggina, della serie  A. Si usa dire che Paganini non ripete,ma  vogliamo sperare che il tifoso amaranto,  non solo residente in città, testimoni  in forma  concreta il suo attaccamento ai colori sociali ,in veste non più di  donatore volontario, ma di socio  della Reggina calcio, per la rinascita del calcio in città.

In un momento  di crisi dell’economia, non solo cittadina, molto dipenderà dal valore nominale della  singola azione. Un valore  base basso ,favorirebbe  le  cosiddette fasce  deboli,  quindi  allargherebbe  la platea  dei partecipanti, e probabilmente degli abbonati, mentre  se il taglio della singola azione  dovesse essere elevato , si allontanerebbero  i primi   a vantaggio di possibili  maneggioni dell’economia e degli affari. Non pretendiamo i 163 000 soci del Barcellona di Messi, ma almeno i circa 1500 spettatori dell’agonia dalla serie B, potrebbero sottoscrivere  le azioni.

L’azionariato popolare potrebbe essere una delle leve  per far ripartire il calcio a Reggio.La Società, però, non può ritenersi “Vergine dai candidi manti “. Di errori ne ha commessi anche Lei, evidenziando grossi limiti  di gestione, principalmente  verso la comunicazione. Ricordiamo, ad esempio, la levata di scudi del  direttore Eugenio Marino in occasione dell’arrivo di Castori, il mancato invio di calciatori alla trasmissione TV  “Fuori Gioco” o le recenti sortite verso  giornalisti di qualità, rei soltanto di avere scritto verità, documentate  dai risultati.

E’ sperabile anche che l’aggiornato  quadro societario sia portatore  di nuove energie e sinergie sotto il profilo tecnico. Anche le bandiere  ,dopo un certo tempo,  tendono a sbiadire, e non è che mandandole in lavanderia riacquistano i colori di un tempo.

Ci auguriamo che in un clima di riappacificazione generale , le porte del Sant’Agata  si riaprano per tutti ,carta stampata, TV, siti , senza  “stelle o primedonne “,con  la Società  che esce dalla  torre d’avorio ,nella quale si ultimamente rinchiusa (delle recentissima  conferenza stampa  di Foti  non tutta la comunicazione è stata informata  e questo  è un errore da evidenziare con matita blu). Auguriamoci anche , come chiede Foti,  che ritorni l’entusiasmo al Granillo, ricordando che  alla  Reggina  non serve  la massima DIVIDE ET IMPERA( dividi e impera ), ma soltanto una  è la strada che porta al successo : L’UNIONE FA LA FORZA. E’ questo l’ingrediente primario  per “ far tornare la Reggina di tutti, ma non come chiacchiera da Corso Garibaldi “ per utilizzare lo stesso linguaggio di Foti. Diamo alla nuova realtà 3-4 anni per riassettare il bilancio. Alla prossima avventura in Lega Pro ,agli amaranto  il tifoso  chiede un onesto galleggiamento , stando sempre con i piedi per terra ed evitando, per quanto possibile le inutili, sterili  e dannose polemiche.