Il Fatto Quotidiano: "FIGC, riformicchia sovranista: via la C e più giovani italiani", tutti i dettagli del documento di Gravina

07.02.2024 11:20 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
Il Fatto Quotidiano: "FIGC, riformicchia sovranista: via la C e più giovani italiani", tutti i dettagli del documento di Gravina
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"FIGC, riformicchia sovranista: via la C e più giovani italiani", scrive oggi Il Fatto Quotidiano che ha avuto la possibilità di accedere ai documenti che sta preparando la Federcalcio in merito alla tranto decantata riforma sistemica.

"Meno squadre, più controlli, retrocessioni ridotte. Col rischio che alla fine la grande riforma del calcio italiano assomigli al classico topolino partorito dalla montagna. Un restyling di facciata per ottenere nuovi favori dal governo, sgravi fiscali, scommesse, stadi. Nella speranza di risollevare il movimento, o almeno fingere di farlo. LA FIGC del presidente Gravina da mesi prepara la sua proposta. Adesso però non si tratta più di indiscrezioni: c’è un documento ufficiale. Un piano strategico, elaborato da Deloitte, che il Fatto ha visionato e può rivelare. Il punto di partenza è il numero di squadre: oggi sono troppe. Il taglio però sarà solo da 100 a 80, intervenendo esclusivamente sulla Serie C, che perderebbe un girone e sarebbe la vittima sacrificale, cancellata anche come entità politica (addio Lega Pro, accorpata alla Serie B) per dare più potere alla Serie A: continuerà a valere il 12%, ma con un 6% attribuito al calcio femminile (le proprietà spesso sono le stesse) di fatto arriverebbe al 18% (le altre: Serie B 12%, Dilettanti 30%, calciatori 19%, allenatori 9%, arbitri 2%). La Figc, insomma, sembra aver fatto retromarcia sulla Serie A a 18 squadre, idea che pure troverebbe sponda nelle big ma divisiva. Solo che una riforma che non parte dalla testa rischia di essere monca.

Dunque Serie A e B ancora a 20, con un sistema di retrocessioni simmetrico e ridotto: solo due squadre scenderebbero direttamente, la terza con un play-off tra terzultima e quartultima di A, e terza e quarta di B. Ridotto anche il paracadute per le retrocesse (da 60 a 30 milioni), che aveva finito per falsare il torneo cadetto. Nuova formula per la Coppa Italia, con l’allargamento a tutti i club professionistici (in realtà in Inghilterra partecipano anche i dilettanti) e gara secca. Piacerà ai tifosi, meno alla Lega Calcio che con la formula attuale, per quanto scontata, ha raccolto ascolti e incassi record", sottolinea il giornale nell'edizione odierna.

CRITERI ECONOMICO FINANZIARI: PATRIMONIO NETTO e RISULTATO D'ESERCIZIO - La questione più urgente è la revisione dei requisiti economico-finanziari, in un campionato dove spesso si gioca coi conti truccati. La promessa è “criteri più stringenti” per l’iscrizione: bisogna vedere se la Figc avrà il coraggio di mantenerla, specie applicando subito le novità, con solo una stagione di transizione. Controlli Covisoc raddoppiati (da 2 a 4 l’anno) ed estesi al budget. E poi non solo il famoso indice di liquidità, ma nuovi parametri sul patrimonio netto (dovrà per forza essere positivo: oggi dall’Inter alla Roma tanti non lo sono) e persino sul risultato d’esercizio, con perdite da ripianare entro quattro mesi", riporta Il Fatto. Ma ci sarà davvero la "forza" di rimettere in riga società che giocano a debito, vedi l'Inter?

GIOVANI E VIVAI - "L’altra priorità sono giovani e vivai, vista la crisi della Nazionale che non si qualifica nemmeno ai Mondiali. Previsto l’aumento dei giocatori del vivaio in lista (da 4 a 6) e incentivi alle seconde squadre, anche condivise fra due club. Più innovativa la proposta di un credito fiscale per i contratti dei calciatori cresciuti nelle giovanili: una sorta di Decreto Crescita ma al contrario, pensato per favorire gli italiani e non gli stranieri", scrive Il Fatto.

TOCCA AL GOVERNO, MA LE COMPONENTI SONO GIA' SUL PIEDE DI GUERRA - "Dipende tutto dal governo, infatti il documento insiste sulla connessione fra iniziative a carico del sistema e con il coinvolgimento delle istituzioni. Una sorta di do ut des:noi facciamo le riforme (come se non fosse interesse innanzitutto del pallone), voi in cambio ci date qualche provvedimento di favore.

Quali è presto detto. Scommesse, con l’abolizione del divieto di pubblicità e una percentuale sul margine dei concessionari (cioè la differenza fra puntate e vincite). Stadi, con una cabina di regia a Palazzo Chigi per sbloccare i progetti dai veti locali. I soliti pallini della Serie A, più qualche novità, come un intervento sui contratti dei calciatori, con durata superiore a 5 anni e clausole automatiche, oltre agli sgravi per i giovani.
Questo è il piano federale, ancora in lavorazione. Poi tra il dire il fare ce ne passa. Gravina si fa forte del sostegno del governo e del ministro Abodi, ma fin qui l’unico risultato del suo interventismo è stato ricompattare i patron. La Lega Calcio ha in mente una sua riforma, che potrebbe non essere nemmeno troppo diversa nei contenuti ma lo è nei modi: la Seria A vuole contare di più, decidere da sola il suo futuro e trattare direttamente col governo. Non a caso di recente a Milano si è tornato a parlare di autonomia. Anche la B è sulle barricate, e figuriamoci come si sentirà tradita la Lega Pro, da cui proviene Gravina. Così, in attesa di capire l’evoluzione delle trattative, l’assemblea straordinaria convocata l’11 marzo per togliere il diritto di veto potrebbe saltare. Un altro cruccio per il presidente Gravina: la caparra già versata all’hotel
".