REGGINA - La storia di tutte le retrocessioni: ogni volta si è ripartiti con più forza di prima

Quella arrivata ieri a tavolino, è l'undicesima retrocessione della Reggina nella sua storia Centenaria.
Senza andare troppo indietro nel tempo, le prime quattro appartengono al calcio decisamente lontano dai giorni nostri, con i complessissimi campionati dell'epoca a rendere quasi pioneristico quel football.
La prima retrocessione "che conta" dell'allora As Reggina, risale all'annata 1973-1974, quando gli amaranto lasciarono la serie B, dopo nove stagioni di ininterrotta militanza, per far ritorno nella vecchia serie C. Si era al culmine del momento forse più alto della vecchia Associazione Sportiva, quella di Maestrelli, della prima promozione tra i Cadetti e con la A sfiorata più volte. Fu anche quella una stagione nefasta, con tre gestioni tecniche succedutesi e la C arrivata a causa della peggiore differenza reti rispetto a Brindisi, Reggiana e Perugia, insomma quasi per un dettaglio.
La Reggina torna nella sua dimensione, fatta di tanta serie C, ma a cavallo tra l'inizio e la metà degli anni '80, oltre alle delusioni per i falliti tentativi di tornare in alto, si aggiungono i problemi di ordine economico. Dopo tre terzi posti, un quinto e un quarto, nella stagione 1982-1983, arriva l'amarissima retrocessione in C2, un'onta mai provata dal club dello Stretto sino a quel punto della sua esistenza. Il professor Scoglio prima e Rosario Sbano dopo, non riescono ad evitare un declassamento a sorpresa e inatteso per i tifosi amaranto. Infatti, i reggini salutarono la terza serie dopo un arrivo a quattro squadre, con una classifica davvero cortissima: Siena, Ternana, Livorno e Reggina appunto, conquistarono 30 punti al termine delle 34 gare di quel campionato, ma labronici e calabresi salutarono la C1.
Poco male per la Reggina, che tornò subito in terza serie grazie alla vittoria dell'allora girone D della C2, con la squadra guidata da Claudio Tobia. Ma nella stagione 1984-1985, altra inattesa e ingloriosa caduta in C2, segno che la vecchia e cara AS stava soffrendo e non poco...E' la stagione del balletto in panca Tobia-Chiricallo-Tobia e la squadra dei Tavola, dei Perfetto, dei Vittiglio, dei Franco Mondello, non riesce ad evitare per un soffio la seconda caduta in quarta serie. Ancora una volta però, classifica cortissima (nono posto distante appena 1 punto!) e Reggina a pari punti con la Cavese e condannata ancora una volta dalla classifica avulsa.
La forza per risalire la china, ancora una volta, la troverà a squadra guidata da Giuseppe Caramanno, ma è l'ultimo, trionfale, respiro dell'Associazione Sportiva Reggina. Nell'estate del 1986, la città si mobilità, le forze migliori salvano un patrimonio sempre caro e l'attività della nuova Reggina Calcio, può proseguire.
L'avvio è di quelli promettenti. La promozione della stagione 1987-1988, tramite lo spareggio di Perugia, fa vibrare i cuori di un'intera città. La cavalcata cadetta della Reggina di Nevio Scala, stagione 1988-1989, strozza l'incredulo urlo di gioia e lascia in gola la vocale più importante del calcio italiano, la A. La prima caduta arriva nell'annata 1990-1991. La "portaerei" amaranto, s'infrange sugli scogli spesso inospitali di una serie B di altissimo livello, così come tutto il calcio italiano all'alba degli anni '90. A corollario delle annate più negative, il solito balletto in panchina, stavolta con protagonisti Cerantola, Ciccio Graziani e ancora Aldo Cerantola, ma stavolta il declassamento è meritato e senza molti rimpianti: Reggina terz'ultima a quota 30 punti, distante sei lunghezze dalle quint'ultime.
Si ritorna in B nel 1995, poi la A nel giugno del 1999, il resto è storia dei nostri giorni. La Reggina perderà la massima serie nello spareggio del 24 giugno 2001 e la ritroverà un anno dopo. La massima serie avrà per ben sette anni dimora in riva allo Stretto e solo nella stagione 2008-2009 avrà fine l'epopea della formazione reggina nell'Olimpo del calcio italiano.
La terza retrocessione dalla B alla C nella storia della Reggina, è una delusione di meno 24 ore fa. Il tempo la ricorderà come un marchio a fuoco indelebile e doloroso sotto la pelle dei tifosi amaranto. Aggravata dal fatto che giunge nell'anno del Centenario, nella stagione più attesa, in quella in cui pronosticare una caduta del genere, era davvero da visionari pessimisti.
La Reggina è sempre ripartita, la sua storia dice questo: se la storia è stata oltraggiata da questa debacle sul campo, si può rimediare rialzando al più presto la testa. Più forti di prima.