Corriere della Sera: "Brescia, cinque cause in corso, Cellino logorato e pessimista, in Serie C iscrizione a rischio"

30.04.2025 12:15 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
Corriere della Sera: "Brescia, cinque cause in corso, Cellino logorato e pessimista, in Serie C iscrizione a rischio"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Brescia, cinque cause in corso, Cellino logorato e pessimista, in Serie C iscrizione a rischio", si legge nell'edizione bresciana di Corriere della Sera.

"Pensieri. Troppi. Nefasti. E parole. Ai dipendenti. Che sembrano tracciare una strada, tutta in picchiata, per il Brescia. Sembrano, appunto, perché in quasi otto anni di presidenza Cellino i colpi di scena sono stati la costante, all’interno di una continua burrasca che inizialmente era strategia ma ora è diventata una deriva.

La stanchezza, e il logorio, del proprietario delle rondinelle è evidente. I propositi di cessione, anche. Tutto o quasi dipenderà dal risultato sportivo al termine della stagione: il ritorno di un eventuale play out è fissato per sabato 24 maggio, appunto, oltre quella data non si andrà. Ma l’appuntamento da sottolineare sul calendario ora è (anche) un altro: entro venerdì 6 giugno andranno presentate le iscrizioni alla stagione 2025-26 per i club professionistici (salvo quelli impegnati nella finale play off di Serie C, cui saranno concessi cinque giorni supplementari). Oltre ai documenti, servirà una fideiussione da 800 mila euro. Per il Brescia non è mai stata un problema, anzi questo fu lo snodo cruciale per la riammissione di due anni fa al posto della Reggina (esclusa). Ora invece lo è. O meglio, lo potrebbe diventare. In sede i dipendenti stanno già lavorando per predisporre tutto quanto sarà necessario per giocare anche l’anno prossimo tra i professionisti, che sia Serie B o Serie C, dove la quota di iscrizione ammonta invece a 700 mila euro.

Ma l’umore di Massimo Cellino è nero da settimane, per intenderci dal post Brescia-Mantova. Quella doveva essere la gara salvezza con il Rigamonti semi pieno, un acceleratore anche per la trattativa societaria: è invece diventato il pomeriggio della sconfitta e dei «riti voodoo» che a detta del proprietario, quasi rassegnato all’esito finale, sono tra le cause dei mali del club. Il «Cellino ruggente» degli anni scorsi avrebbe esonerato Rolando Maran senza pensarci su: in questa fase l’idea è stata bocciata, per motivi di bilancio, dopo essere passata dal tentativo di far dimettere il tecnico. Una mossa disperata, che racconta però la precarietà del momento.
Non è parso scherzare quando più volte, nei corridoi della sede, ha avvisato i dipendenti di iniziare a cercarsi un nuovo lavoro. Una sorta di exit strategy, da contemplare nel caso dell’epilogo più nero. La salvezza potrebbe invece - esercizio di ottimismo - riaccendere la trattativa con il fondo americano
", si legge

Cellino è stato dei tanti contenziosi aperti: "Il problema, non secondario, è che in questo momento le cause nelle quali è impegnato il club sono superiori alle partite che restano da giocare. Tre su cinque sono con la Loggia, cui verrebbero poi «cedute le chiavi»: continua il grande freddo con Laura Castelletti, nonostante le parole della sindaca nell’ultimo consiglio comunale, che sono parse peraltro ignorare i rischi imminenti. Con la Loggia si lotta (al Tar) per la perizia sul Rigamonti, ma anche per l’Imu da pagare sullo stadio dal dicembre 2019 (la sfida legale deve aprirsi) e per le spese riguardanti la polizia locale (in appello: il primo round l’ha vinto il Brescia). Come se non bastasse, resta la querelle infinita con la famiglia Corioni per l’uso del marchio (l’attuale proprietario è stato condannato a pagare un milione e 125 mila euro per averlo usato negli anni antecedenti alla sua gestione: sostiene inoltre di aver pagato 14 milioni di Iva arretrata) e quella «fresca» con l’ex dg Luigi Micheli. Zavorre per chi c’è, ma anche per chi (forse) ci sarà".