"Diritti tv della A: spunta l'interesse di un altro gruppo a stelle e strisce", le ultime

23.06.2020 12:35 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
"Diritti tv della A: spunta l'interesse di un altro gruppo a stelle e strisce", le ultime
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Diritti tv della A: spunta l'interesse di un altro gruppo a stelle e strisce", si legge oggi su Gazzetta dello Sport in merito all'interesse di un un gruppo per i diritti tv della massima serie.

"Non c’è due senza tre. E allora ecco che al già noto interesse di CVC Capital Partners e Bain Capital, si aggiunge quello di un altro fondo private equity, Advent International, per entrare in una nuova società che dovrebbe commercializzare i diritti televisivi (e non solo) della serie A. Proprio nelle ore della ripresa del campionato arriva dunque l’offerta ancora una volta proveniente da Boston (quartier generale anche di Bain Capital). L’interesse va sempre nella stessa direzione: acquistare quote di minoranza del nostro campionato. L’indiscrezione è venuta da Bloomberg e per ora non ci sono stati commenti ufficiali da parte del fondo e della stessa Lega. La sensazione è che sul fronte dei diritti (gli attuali contratti triennali scadono alla fine della stagione 2020-2021) sia vicina un’accelerazione. Domani scade il termine per quanto riguarda il versante Cvc, poi i club saranno liberi di confrontarsi con altre proposte.

13 miliardi

C’è un problema di soldi, ma non solo. L’offerta di Cvc sarebbe di una quota del 20 per cento per complessivi due miliardi. Da allora la Lega ha ricevuto una proposta formulata da Bain, che sarebbe arrivata a tre per una quota del 25. La valutazione di Advent International arriverebbe 13 miliardi: se tutte le proposte fossero decennali, quindi sarebbe ancora più vantaggiosa. La proposta assicurerebbe una sorta di minimo garantito per i club, che oggi incassano 1,4 miliardi l’anno dai diritti tv.

Newco o no?

I «pro» dell’operazione sono chiari. Il fondo, al di là delle singole modalità delle offerte, assicurerebbe un afflusso di denaro fresco, una sorta di anticipo, e un aumento delle capacità di penetrazione del prodotto calcio sul mercato estero, per giocarsela con la spietata concorrenza con le varie Premier, Liga e Bundesliga (i tre campionati europei che sono sopra di noi, dietro abbiamo la Ligue 1). D’altro canto, però, i club perderebbero inevitabilmente un pezzo di autonomia perché a quel punto sarebbe una newco, una società-contenitore, che si occuperebbe della commercializzazione dei diritti tv. Anche se da una posizione di minoranza, il nuovo soggetto avrebbe un ruolo nella governance della newco.

Legge Melandri

L’altro problema è di verificare la compatibilità dell’operazione con l’attuale legislazione, cioè con la legge Melandri. Che prevede, almeno per il mercato nazionale, la possibilità di un «intermediario indipendente a cui concedere in licenza tutti i diritti audiovisivi al fine di perseguire il miglior risultato nella commercializzazione». Sarebbe comunque necessaria un cambio del quadro normativo. Fra l’altro, ad aprile, la senatrice Daniela Sbrollini (Italia Viva) ha depositato una proposta di legge proprio per consentire un maggiore dinamismo del mercato (aprendo anche alla vendita di una parte delle partite anche in chiaro, ma garantendo che alcune risorse siano investite sul sociale).

Caso dall’estero

Intanto, però, è nato proprio ieri un caso commercial televisivo. Con la decisione di beIn Sports, l’emittente del Qatar che porta il campionato in 35 Paesi, di non trasmettere la serie A nell’ultimo fine settimana. Il motivo del black out sarebbe la mancata difesa del prodotto calcio, in particolare gli accordi della Lega con l’Arabia Saudita (vedi Supercoppa) che non hanno aiutato, secondo beIn Sports, la risoluzione del caso di una piattaforma pirata che trasmette illegalmente il calcio. Ufficialmente, l’emittente parla solo di «ragioni legali». C’è dunque un rischio di incasso mancato per i club? La questione ha agitato la giornata di ieri e sarà oggetto probabilmente di una valutazione in queste ore. Da un punto di vista formale la risposta è no, perché la Lega ha venduto quei diritti a Img ed è Img che deve onorare il contratto. Di certo, però, c’è un altro fronte che si apre.