LUPA ROMA-REGGINA 3-1 - Ennesimo scempio amaranto

08.03.2015 17:11 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
LUPA ROMA-REGGINA 3-1 - Ennesimo scempio amaranto
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© foto di Gennaro Masi

Potremmo ricopiare tutte le cronache di questa stagione. Cambiare titolo e nome della squadra avversaria. Il risultato, salvo due settimane di febbraio, sarebbe sempre lo stesso. Il problema, questa volta, è che già mercoledì rischiamo di rivedere questo ignobile spettacolo. Un plauso alla settantina di tifosi presenti ad Aprilia.


LE SCELTE INIZIALI – E alla fine difesa a tre fu. Roberto Alberti, dando conferme di  quanto provato nel corso della settimana all’interno di casa Sant’Agata, ha preferito fare affidamento su un nuovo modulo proponendo il 3-5-2. In attacco, reparto martoriato dai tanti problemi fisici, la sorpresa di giornata è rappresentata dalla scelta di affidarsi a Roberto Insigne piuttosto che a David Di Michele. Il tornante napoletano, così, è tornato a indossare la maglia da titolare dopo un mese e mezzo di assenza. In difesa, invece, nessuna sorpresa mentre nel cuore della mediana è stato proposto nuovamente Zibert in cabina di regia con Maimone dal 1’ nonostante un fastidio alla gamba. In porta, invece, il forfait dell’ultima ora di Emanuele Belardi ha concesso un’ulteriore chances ad Adam Kovacsik.

IL PRIMO TEMPO – Il copione è alquanto simile alle ultime sfide viste con protagonista la Reggina. La squadra prova a giocare ma senza mai impensierire il portiere avversario, la Lupa Roma amministra senza soffrire particolarmente un possesso palla statico. La compagine amaranto ha, però, da recriminare al 20’ quando il direttore di gara, Mei della sezione di Pesaro, diventa assoluto protagonista con un calcio di rigore non ravvisato in favore dei calabresi. Insigne, involato verso l’area di rigore, viene steso da un difensore capitolino e per l’arbitro è regola del vantaggio; sulla palla vagante si avventa Alessio Viola, steso inesorabilmente dal portiere Rossi. L’arbitro, così, mette il fischietto in bocca e ravvisa un fallo: non tiro dagli undici metri, calcio di punizione sul vantaggio dato precedentemente e punizione in favore della Reggina. Si passa da un possibile rigore e un cartellino rosso ai danni della Lupa Roma a una punizione non concretizzata. La staticità della sfida rischia di sbloccarsi negli ultimi minuti: prima Tulli prova a sfruttare un’incertezza di Cirillo ma si vede chiuso da Kovacsik. Successivamente, invece, arriva il gol della Lupa Roma in pieno recupero con Tulli, abilissimo a inserirsi in un buco grande quanto una galleria grazie all’incertezza del duo Cirillo-Aronica.

IL SECONDO TEMPO – Di Michele si sblocca ma è pura illusione. La Reggina, nel secondo tempo, non riesce a mutare l’atteggiamento della prima frazione di gioco incassando l’ennesima sconfitta di questo torneo. Alberti, nel corso della ripresa, ha provato a cambiare l’assetto tattico passando al 4-3-3 inserendo l’attaccante di Guidonia in luogo di Gallozzi. Di Michele, al 69’, trova il primo gol in campionato sfruttando un clamoroso errore commesso da Frabotta. L’illusione del pareggio dura circa cinque minuti: punizione dalla trequarti, Cascone è bravo a eludere l’intervento di Maimone e la sfera sbatte sul palo prima di essere insaccata da Kovacsik, in un’altra giornata no di questo suo campionato. Gli ultimi dieci minuti sono d’accademia per la Lupa Roma; in azione di contropiede, Bariti, centrocampista scuola Napoli, si beve Aronica e Cirillo in velocità e firma il primo gol in campionato con un pallonetto su Kovacsik.

COMMENTO FINALE – Il responso non lascia scampo ad ulteriori sentenze: il pericolo di rivivere un campionato identico allo scorso è più che mai concreto. La Reggina ha un ritardo sulle altre pretendenti alla salvezza disarmante. Sapevamo tutti di dover vivere un campionato di grande sofferenza, non di agonia. Non lo merita il pubblico reggino. Presente anche oggi al seguito degli amaranto. In settanta, circa, assiepati al “Quinto Ricci” di Aprilia. Errori arbitrali, sì. Ma la Reggina non è nelle condizioni di poter trovare giustificazioni. È ora di cambiare, tutto.