REGGINA - Quando l'ostacolo si chiama terna arbitrale

03.03.2014 16:12 di  Antonio Paviglianiti  Twitter:    vedi letture
REGGINA - Quando l'ostacolo si chiama terna arbitrale
© foto di TuttoReggina

Non è mai stato nostro costume attaccarci agli errori arbitrali, abbiamo provato sempre ad analizzare il cammino della Reggina con la massima obiettività, cercando sempre di individuare le colpe degli insuccessi in nozioni tecnico-tattiche. Nelle ultime settimane, però, gli errori arbitrali iniziano a farsi pesanti, come l'aria che si respira in città.
E, nostro malgrado, le lamentele giungono a ogni latitudine, sintomo di arbitri non all'altezza della situazione. Cosa avrà pensato Boscaglia quando Granoche si è visto convalidare un goal che anche un bimbo di sette anni avrebbe visto fuori dalla linea?

Dunque, a nostro modo di vedere, la strada della malafede nei confronti della Reggina, non è assolutamente percorribile; sinceramente, poi, non ne vediamo il motivo di un piano architettato per affondare la squadra calabrese. Di certo, i fischietti e le bandierine, in questo campionato si stanno mostrando alquanto avversi alle fortune degli amaranto, bravissimi a complicarsi la vita da soli nel girone d'andata.

Il primo, macroscopico, errore stagionale che ha danneggiato la Reggina viene ricondotto alla gestione Castori, quando in casa gli amaranto ricevettero il Palermo. Una partita ben giocata da Di Michele e compagni, una squadra sistemata bene come la serie B richiede (Breda con il suo Latina insegna) e da cui la squadra calabrese avrebbe tirato via un punto, grazie a un rigore sacrosanto non assegnato per un mani clamoroso di Andelkovic. Ma vi siete mai fermati a pensare: cosa sarebbe cambiato con un punto al cospetto del Palermo? Secondo noi, tanto. Perché il campionato cambiava volto, strappavi un punto a una corazzata come quella rosanero, Castori avrebbe lavorato con più calma.

Non registriamo, piuttosto, errori macroscopici durante la gestione Atzori, mentre nelle ultime tre settimane ne abbiamo viste di tutti i colori. Il mani di Terlizzi, conti alla mano, potremmo anche considerarlo ininfluente visto il pareggio rimediato poco dopo. Ma volete metterci dieci minuti finali, nel tuo stadio, in superiorità numerica con un rigore a tuo favore? E siamo a due macigni che pesano.

Novara è storia arci-nota, l'errore più clamoroso fin qui da parte di una terna arbitrale che la Reggina abbia subito: scontro diretto in un campo ostico, vai in vantaggio dopo 20' e puoi disputare la partita come meglio sai fare: in contropiede. Bandierina alzata, gol annullato, si riparte da 0-0 e, così, si incassa la prima sconfitta.

Sette giorni dopo, ancora una bandierina, sempre croce mai delizia. Soprassediamo sugli errori elementari della prima frazione di gioco (Pambou in posizione regolarissima, roba da ABC del regolamento), non ascriviamo la sconfitta alla terna arbitrale ma, onestamente, quel 2-1 siglato da Bjelanovic (come vi abbiamo mostrato già ieri mattina nella nostra fan pages Facebook) grida vendetta. Ci siamo chiesti, dopo le dichiarazioni di Lucioni e Gagliardi del post-partita, cosa si fosse sbagliato in questi movimenti difensivi. Dobbiamo essere sinceri? Nulla. Trappola del fuorigioco applicata correttamente.

Adesso si va a Carpi, una squadra ormai salva che vuol tentare lo sfizio playoff: la Reggina ha mostrato di essere squadra, di non sfaldarsi neanche nei momenti di maggior difficoltà, di essere viva e vegeta, mostrando di crederci anche al 93', forse con un pizzico di incoscienza. L'unica cosa che chiediamo, come fatto nel post-Novara, è che se sconfitta deve essere, che lo sia per demeriti della squadra, non per errori arbitrali. Così sì, fa arrabbiare.