Nuovo Piano Strategico del Sistema Calcio, le novità introdotte: "La B si astiene"

29.03.2024 13:35 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
Nuovo Piano Strategico del Sistema Calcio, le novità introdotte: "La B si astiene"
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Nella giornata di giovedì il Consiglio Federale ha approvato il Piano Strategico del Sistema Calcio, Il Corriere dello Sport, spiega nei dettagli, cosa prevede il nuovo piano studiato per migliorare i conti disastrati del calcio italiano:

"Il calcio ha un piano per uscire dal pantano. È una luce in fondo al tunnel quella che s’intravede dalla sala Paolo Rossi della Federcalcio, a Roma, dove ieri è stato approvato il piano strategico voluto dal presidente Gravina: è la parte economico-finanziaria di una riforma che prima o poi dovrà occuparsi pure dei format (20 o 18 squadre in A?) e della redistribuzione del peso politico della Lega A, che vale il 12% della torta e che per una volta ha votato “sì” rinunciando all’opposizione, sperando magari di avere un credito futuro su temi che stanno maggiormente a cuore della componente rappresentata da Casini, Lotito e Marotta. E cioè chiedere un extracomunitario in più (possibile), la reintroduzione delle multiproprietà (difficile) e appunto percentuali elettorali più sostanziose. Nel frattempo, un sistema che matura debiti (3,3 miliardi in A) e perdite fuori da ogni logica aziendale (-1,3 miliardi), sembra aver preso consapevolezza di essere «a bordo del Titanic» per dirla con le parole di Gravina".

CLICCA QUI - Approvato il Piano Strategico del Sistema Calcio: introduzione di principi ispirati alla sostenibilità economico-finanziaria dei club, la nota stampa

La B si è astenuta: "Il tavolo della riforma andava avanti da mesi e alla fine la Serie A ha ottenuto l’adesione al modello Uefa fatto di solvibilità riguardo le posizioni debitorie, pareggio di bilancio (tollerato un risultato netto negativo fino a 5 milioni), miglioramento della patrimonializzazione del 10% rispetto alla misurazione precedente e un rapporto tra costo del personale e ricavi che scenda dal 90% del 2023-24 al 70% per il 2025-26. Sparirà l’indice di liquidità come lo conosciamo: anche questo si adeguerà a un parametro internazionale. In fondo, con la riforma delle coppe l’Italia potrebbe avere 9-10 squadre in Europa e “paletti” comuni potranno essere d’aiuto. La Figc abbinerà una sorta di dieta economica che punta al 2030. La Serie B ieri non si è espressa. «Un’astensione costruttiva» l’ha definita Balata e «diffi cile da comprendere» per Gravina. È pur sempre una presa di distanza, dopo le lettere al vetriolo dei giorni scorsi e le voci di un possibile patto tra A e B che però sarebbe naufragato all’esame del voto. La cadetteria e la Lega Pro di Marani, che ai colleghi ha fatto notare come pur avendo meno debiti delle altre la sua componente è adeguata, non dovranno infatti
aderire al modello Uefa, comunque «molto rigido» secondo Gravina, ma rispettare tre parametri ammissivi (violazione uguale impossibilità di iscriversi al campionato) solo per loro e non per la A: l’indice di liquidità fino a 1 (equilibrio nel rapporto tra attività e passività), l’indicatore di indebitamento (debiti/ricavi) che toccherà quota 0,5 e l’indicatore costo del lavoro allargato (costo del lavoro/ricavi) a 0,7, più il nuovo indicatore patrimonio
netto/attivo. Per tutti saliranno anche i controlli della Covisoc: da 2 a 4 nel corso dell’anno. Ancora da stabilire le sanzioni. Ma torniamo alla scelta della B. Per Balata c’è il rischio che una squadra non riesca a iscriversi al suo campionato in caso di retrocessione dalla A. A questa osservazione, il presidente Figc ha risposto che da anni i parametri divergono e che l’ipotetico caso giocherebbe a favore della stessa B, che in questo modo non si “mettereb- be in casa” un club coi conti scassati. «Abbiamo manifestato disagio sul cambio di rotta quando i precedenti documenti rendevano tutto omogeneo tra le leghe», il pensiero di Balata
".