CIAO STEFANO - La Sla, la malattia che non perdona. Tante le morti nel calcio

27.06.2013 21:18 di  Giovanni Cimino   vedi letture
Segato, prima vittima di Sla
Segato, prima vittima di Sla

La Sla non perdona. Purtroppo mai. Chi ne è affetto (è questa la crudeltà di una patologia più credule di tutte le altre), è ben conscio che la sua fine arriverà per la progressiva perdita della possibilità di qualsiasi movimento. Ma il cervello resta perfettamente attivo e lucido..

La Sla è oggi, uno degli incubi dello sport italiano, sopratutto del calcio. La Slerosi Laterale Amiotrofica, non è una malattia consueta, anzi è una malattia che colpisce pochissime persone all'anno: l'incidenza parla di 2-3 casi ogni 100.000 individui.

Ma nello sport, sono tante, troppe, le morti causate dalla Sla. Il primo, o uno dei primi, fu il celebre giocatore di baseball, Lou Gehrig, dal quale la malattia prende il suo nome (è chiamata infatti anche morbo di Lou Ghrig).

Il pm Raffaele Guariniello, ha iniziato un'inchiesta nel 2004, per capire se attività dopanti o altri fattori, potessero avere un'incidenza nell'insorgenza della malattia. Guariniello ha accertato 51 casi di Sla in oltre 30.000 calciatori italiani presi in esame, dei quali 39 deceduti.

Particolare il caso dello stadio Sinigaglia di Como. Proprio Guariniello ha indagato su una possibile corrispondenza tra scorie e rifiuti tossici, ritrovati sotto l'impianto della città lariana, e l'insorgenza di malattia di calciatori ex comaschi, colpiti dalla Sla (tra i quali proprio Stefano Borgonovo), che hanno vestito la maglia azzurra negli anni '70-'80. Sempre l'inchiestadi Guariniello, ha provato ad accertare eventuali legami tra l'utilizzo di sostanze dopanti e l'insorgenza della Sla ed è questa l'ipotesi privilegiata dal pm, al di là dei singoli fatti specifici.

Per la Sla, ad oggi, non esiste una cura e ogni ipotesi avanzata sull'insorgenza di tale malattia, si può catalogare come studio e nulla più.

Di certo c'è solo che sono oramai troppi i calciatori deceduti di Sla: oltre a Borgonovo, ricordiamo Signorini e Lombardi, due casi celebri, ma il primo caso assoluto della malattia tra i calciatori o ex calciatori, è in qualche modo collegato a Reggio Calabria. Infatti, fu Armando Segato il "capostipite" delle vittime del morbo di Lou Gehrig. Correva l'anno 1973 e Segato aveva scoperto la terribile malattia, quando era sulla panchina della Reggina (1968-1969).

Mai più Sla, mai più...