L'analisi di un direttore sportivo su regola Under in D e minutaggio in C: "Obbligo giovani in quarta serie superficiale"

02.11.2025 12:00 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
L'analisi di un direttore sportivo su regola Under in D e minutaggio in C: "Obbligo giovani in quarta serie superficiale"
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Andrea Grammatica, ex, tra le tante di Siena, Ravenna ed Altamura, ha parlato a notiziariodelcalcio.com e ha toccato numerosi argomenti legati al sistema calcio:

REGOLA DEGLI UNDER IN D - "Questa regola è veramente in controtendenza con chi fa questo lavoro con passione, gira i campi di serie D ed Eccellenza e lo vede subito se un giovane è bravo e gli fa fare un certo percorso. Chi ha ideato questa norma dell'obbligatorietà di utilizzo dei giovani non ha fatto un'analisi approfondita su quello che è il nostro lavoro. Non posso pensare altrimenti... Le squadre che ho avuto in serie D hanno giocato mediamente con cinque under quando l'obbligatorietà era quattro, ora è tre. E parlo di piazze importanti come Siena e Ravenna dove la pressione era tanta. Quando c'è un giovane bravo, non c'è bisogno, per chi fa calcio, dell'obbligatorietà, lo fai giocare, sicuro, matematico. Ho avuto ad esempio Prati che è un nazionale Under 21, un 2003, che adesso è al Cagliari. Io l'ho avuto a Ravenna i D ma quando l'ho avuto io è come se fosse oggi un 2007, vale a dire nell'annata più giovane. Lui faceva la Juniores, ma dopo pochi allenamenti mi resi subito conto della qualità di questo ragazzo. Naturalmente come play davanti alla difesa, nella costruzione della squadra, avevo l'opportunità di prendere un giocatore magari esperto, ma ho preso il rischio di imporre questa scelta anche al mio allenatore non prendendo un giocatore importante. Prati quell'anno lì, da play, fece sette gol in D e poi lo vendemmo nei professionisti".

DOPO STATUS UNDER - "Credo che l'ottanta percento dei giovani di adesso in D, quando escono dall'obbligatorietà dell'annata, smettono di giocare. E il venti percento te li ritrovi tra la Promozione e l'Eccellenza, quindi stiamo producendo il nulla dal punto di vista calcistico, anzi illudendo dei ragazzi che quello potrebbe essere il loro lavoro, invece non lo è ritrovandosi a 22-23 anni nell'illusione che potevano fare i calciatori e magari hanno abbandonato la scuola, o trascurato un percorso di studi, e te li ritrovi per strada. Per me questo è un danno enorme. Ora si è passati a tre ed è già qualcosina, però è un tipo di campionato la serie D dove non c'è bisogno di questo tipo di obbligo. Anche in serie C nelle mie squadre ho preso almeno tre giovani che venivano dalla D. Mi viene in mente Belli che ora fa il capitano a Padova in B, a Moreo, attaccante del Pisa, Da De Col all'Arezzo... Ora parlo di me, ma tanti miei colleghi danno uno sguardo al campionato di serie D. Quando un giovane è forte lo prendi e lo fai esordire nei professionisti senza ma e senza se".

SULLA VALORIZZAZIONE GIOVANI IN C - "Sono contro anche alla valorizzazione, per me anche questo incentivare a tutti i costi attraverso un benefit economico l'utilizzo del giovane non mi trova d'accordo. Spesso sento colleghi a cui impongono di prendere giovani valorizzati. Non ti chiedono neanche se è destro o sinistro, alto o basso, perché non lo hanno neanche visto. Questo perché devo portare un costo zero al mio presidente. E anche qua viene a decadere la logica tecnica: che scelta ho fatto? Una scelta tecnica o una scelta economica perché il presidente mi ha imposto di prendere sette-otto giocatori valorizzati. Così scade la meritocrazia, scade la scelta qualitativa. Io ho guardato anche quest'anno la serie D, parlando con agenti di alcuni calciatori veramente bravi, mi hanno confessato la loro difficoltà di portarli a zero in un club di C. Perché alcuni direttori rispondono che non possono prenderli perché hanno un costo lordo federale di quindicimila euro ed allora il presidente preferisce prendere un "valorizzato". Però diventa difficile così fare calcio...  Ci sono veramente tre-quattro giocatori che avrebbero meritato di fare la C, secondo me già a medio livello, non hanno trovato squadra e devono rifare il campionato di Serie D. Ed allora mi viene da pensare che dobbiamo ridurre il numero delle squadre perché se siamo arrivati al punto che un club di serie C non riesce a sostenere un minimo federale di un giovane che ha già fatto molto bene in un campionato di D vuol dire che non puoi far calcio".