NUOVA REGGINA, SI RICOMINCIA TRA BUONI PROPOSITI E SANO REALISMO

Finalmente ci siamo: al netto di controversie, delusioni, polemiche, accuse e difese che sembrano non voler proprio mollare l’area dello stretto, su una cosa non si può discutere, poiché incontrovertibilmente la Reggina, sotto forma di LFA Reggio Calabria, domenica pomeriggio tornerà a calcare un terreno di gioco 117 giorni dopo Bolzano.
A dire la verità, si è cominciato a respirare nuovamente aria di calcio già da diversi giorni, attraverso le notizie di calciomercato che giungevano quotidianamente dai canali ufficiali della nuova società che, a dispetto di qualche incertezza iniziale, dovrebbe aver allestito, ovviamente sulla carta in attesa del giudizio inappellabile che proverrà dal campo e nonostante l’esiguità del tempo a disposizione, una rosa piuttosto competitiva quantomeno riguardo ai calciatori over, tutti con esperienze significative in categorie superiori, e con un manipolo di under tutto da scoprire, anche considerando l’evidente difficoltà, a settembre inoltrato, di reperire validi giovani che possano essere “sfuggiti” al resto delle oltre 160 squadre che hanno potuto operare per tempo, per un organico che probabilmente andrà ulteriormente attrezzato sia un difesa che in attacco.
Un aspetto però va certamente rimarcato ed apprezzato, vale a dire il tentativo di dare una chiara impronta identitaria, intesa come regginità, al parco calciatori sia grazie al ritorno di alcuni protagonisti del recente passato amaranto, sia all’inserimento di ulteriori giovani profili autoctoni ma già discretamente affermati, quasi in risposta a chi, evidentemente ancora non saturo di polemiche, continua ancora oggi a rimarcare l’estraneità dell’attuale proprietà, forse dimenticando che la Reggina non ha più avuto un detentore locale da quasi cinque anni ormai, e che i precedenti proprietari sono stati sì giustamente biasimati ma per i disastri gestionali compiuti, tant’è che inizialmente si ricordano esclusivamente atti di idolatria diffusa, a dispetto dei natali tutt’altro che indigeni.
Riteniamo dunque corretto approcciare alla nuova stagione con buoni propositi, ma senza dimenticare quel sano realismo che deve riguardare due aspetti fondamentali: capire subito la realtà in cui ci apprestiamo ad immergerci fatta di un calcio “ruspante”, in cui presumibilmente lo spettacolo e la tecnica saranno chimere che attualmente appartengono al passato e per cui nessuno si aspetti giocate esaltanti o geometrie sopraffine, restando l’unico scopo attualmente possibile quello di portare a casa un risultato, comunque esso arrivi; ma soprattutto mettere in preventivo, con sano realismo, le scontate difficoltà a cui, almeno inizialmente, andrà incontro una squadra formata da meno di una settimana, la cui intesa e tenuta atletica saranno fisiologicamente tutte da verificare in corso d’opera, per un calendario infernale che vedrà gli amaranto scendere in campo ben nove volte nell’arco di un solo mese.
Confidando quindi nella maturità di un ambiente che è bene che guardi non solo a dove si è arrivati, ma anche da dove si proviene, non ci resta che attendere il fischio d’inizio. Buon campionato a tutti.